Logo della Città di Venezia
Sei in: Home > Comune > Consiglio comunale archivio 2010-2014 > Gruppi consiliari > Federazione della Sinistra Veneta > Consiglieri comunali > Sebastiano Bonzio > Archivio atti > Interrogazione nr. d'ordine 1803 > Risposta in Consiglio comunale
Contenuti della pagina

Risposta in Consiglio - Interrogazione nr. d'ordine 1803

Venezia, 22 maggio 2013
 

Al Consigliere comunale Sebastiano Bonzio
Al Vicesindaco Sandro Simionato


e per conoscenza

Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: segnalazione di risposta in Consiglio comunale per interrogazione nr. d'ordine 1803 (Nr. di protocollo 79) inviata il 23-04-2013 con oggetto: L’ ISTITUZIONE VENEZIANA È ANCORA UN ENTE BENEFICO LEGATO AL COMUNE DI VENEZIA O È DIVENTATA UN’AGENZIA IMMOBILIARE?

 

L'interrogazione è stata trattata nella seduta del Consiglio comunale del 13-05-2013.

Si riporta di seguito l'estratto del resoconto stenografico relativo agli interventi in oggetto.

 

 

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Sì. La prima interrogazione è quella rivolta al Vice Sindaco, proposta dal Consigliere Bonzio il 23 aprile 2013, dal titolo “l’Istituzione Veneziana è ancora un ente benefico legato al Comune di Venezia o è diventato un’agenzia immobiliare?”. L’interrogazione è rivolta al Sindaco, il Sindaco in data 30 aprile l’ha girata al Vice Sindaco, che prontamente è riuscito a essere pronto oggi a rispondere qui in sede di Consiglio. Do la parola a Bonzio per..

…(intervento fuori microfono)

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Per cortesia, Matteo, non riesce a mettersi in collegamento, Bonzio.

…(intervento fuori microfono)

TURETTA – Presidente del Consiglio:
A posto? Bon, perfetto. Prego, Bonzio.

BONZIO:
(sic) capovolgere la tessera! L’ha già capovolta! Presidente, l’interrogazione che ho rivolto agli esponenti di Giunta che hanno competenza, in effetti c’è un’interrogazione analoga rivolta all’Assessore alla casa, riguarda il tema e le modalità di gestione degli immobili di proprietà dell’Istituzione Veneziana, le ex elemosiniere, per intenderci, perché sappiamo che la trasformazione delle ex Ipab nel corso degli anni è stata notevole e quasi dovuta a questioni consuetudinarie, però diciamo che nel caso dell’Istituzione Veneziana molto spesso ci sono delle anomalie nella gestione, nel senso che le finalità dello Statuto che ancora ci risultano essere attuali, cioè quelle di assistenza e di “beneficienza” per categorie che vivono in precarie condizioni, in particolare donne sole, giovani e persone anziane.. come dicevo, questo tipo di gestione si è modificato nel corso degli anni e è arrivato a divenire una gestione che fa di tutto per estromettere la residenza fragile dagli immobili di sua pertinenza, arrivando, con la voce di uno dei suoi dirigenti, a affermare che se l’intenzione dell’inquilino è quella di stare in una casa “di lusso” è bene che si rivolga al mercato. È evidente che le case di lusso dell’Istituzione Veneziana non sono case di lusso dovute al merito del Presidente attuale o di qualunque altro dirigente, ma sono residenze “di lusso” derivanti da lasciti che avevano delle finalità e degli scopi di assistenza e beneficienza di categorie fragili che non mi risulta siano venuti meno nel corso degli anni, ma anzi, dovrebbero essere sempre l’obiettivo dell’istituzione. C’è da dire che l’interrogazione si muove da un fatto particolare, da una segnalazione che un gruppo di cittadine ha rivolto al nostro Gruppo, ma è un caso che potrebbe essere moltiplicato per altre realtà sempre di proprietà e gestione dell’Istituzione Veneziana. Dicevo del fatto puntuale: il fatto puntuale riguarda il Residence San Lio, che in effetti è un condominio ubicato in una delle zone di maggior pregio della nostra città, una delle zone in cui l’appetito della speculazione turistica è più forte, ma anche una delle zone in cui in passato c’era molta residenza, tanto che un pezzo alla volta, proprio per questo tipo di dinamiche, è stata espulsa, portando quell’impoverimento demografico e sociale della nostra città che credo sia sotto gli occhi di tutti e penso sia uno dei punti in cima alle agende politiche non solo dell’Amministrazione attuale, ma di qualsiasi forza politica si candidi a governare Venezia. Il tema della casa e della residenza sta sempre in cima. Ebbene, in questo tipo di residence, che, ripeto, è di pertinenza di un’istituzione che ha quelle finalità che ricordavo prima, si mettono in atto di fatto politiche di gestione che sono tipiche degli appartamenti di lusso: 43.000 Euro sono stati i soldi di spese condominiali per il solo 2012, soldi che potevano essere risparmiati con forme di autogestione normali del patrimonio pubblico e con altri accorgimenti che sono stati segnalati nell’interrogazione. Ebbene, credo non sia del tutto casuale se questo tipo di politiche allontanano i residenti, perché ci sono stati residenti, cittadine che sono scappate da questo tipo di realtà perché non ce la facevano più a sostenere le spese; credo che non sia così indifferente rispetto al Presidente dell’Istituzione Veneziana, che ha una storia sicuramente radicata nell’organizzazione della proprietà immobiliare, sia di quella piccola che anche della grande proprietà speculativa che è un Presidente che ha, per altro, a mio modo di vedere, un evidente conflitto d’interesse, perché un Presidente di un’istituzione che gestisce il patrimonio residenziale “pubblico”, sicuramente da destinare a scopo sociale, è quantomeno bizzarro che in contemporanea sia il Presidente di un’agenzia immobiliare molto attiva e che per altro quest’agenzia immobiliare abbia sfornato l’amministratore del condominio di cui sopra. Credo che sia da risolvere, questa situazione di conflitto d’interesse, credo ci sia da fare di tutto perché le case che hanno una finalità sociale di sostegno alla residenza fragile vengano utilizzate per questo e credo che il modo per farlo sia conoscere la situazione, risolvere eventuali storture nella gestione e, soprattutto, risolvere eventuali conflitti d’interesse. Mi risulta che alcune associazioni e alcuni componenti abbiano già denunciato prima di quest’interrogazione la situazione, denunciandola nell’ambito di un organo che è di supporto all’Amministrazione Comunale e del Consiglio Comunale come la Consulta per la Casa, credo che sia venuto il tempo di dare delle risposte a eventuali situazioni di difformità. Però, come sapete, a Venezia si dice che quando ci sono le voci ci sono anche le noci: credo che in effetti qualche anomalia l’Istituzione Veneziana la faccia venire in mente.

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Prego, Vice Sindaco.

SIMIONATO – Vice Sindaco:
Sulla base della delega che mi è stata conferita dal Sindaco sullo specifico argomento, mi sono fatto fare una ricognizione dal Direttore dell’Istituzione Veneziana che mi ha riportato dei dati. C’è un primo elemento di carattere più puntuale su cui posso fornire delle informazioni, o perlomeno riportare le informazioni che ci sono state consegnate, poi c’è una valenza di natura, se vogliamo dire, più politica che l’interrogazione pone al Sindaco in particolare che è quella sull’eventualità di storture gestionali che vanno corrette e, come riferiva il Consigliere Bonzio, circa l’eventualità di un possibile conflitto di interessi tra chi in questo momento sta rivestendo una carica all’interno di un’Ipab che è comunque un’istituzione, pur con caratteristiche di diritto privato, che fa riferimento per nomina alla Pubblica Amministrazione e conseguentemente va considerata all’interno del panorama complessivo della gestione del cosiddetto bene pubblico o comunque che va nell’interesse pubblico. Il patrimonio dell’immobiliare dell’Istituzione è un patrimonio consistente: sono 196 appartamenti nel centro storico e nelle isole, ma appartengono a categorie che non sono di stretta appartenenza alla cosiddetta edilizia residenziale pubblica e quindi hanno dei requisiti che possono essere apribili, diciamo così, a una gestione più ampia, più larga rispetto a quella dell’Erp in senso stretto. Dal 2004 l’Istituzione sottoscrive dei contratti di locazione ai sensi e per gli effetti della legge 431/1998, cioè quella relativa agli accordi territoriali e fa determinare il canone locativo per ciascun appartamento applicando i meccanismi e i calcoli che sono previsti dall’accordo che il Comune ha sottoscritto insieme alla piccola proprietà edilizia e ai sindacati che sono più rappresentativi del mondo dell’inquilinato ampio. Il Consiglio di Amministrazione, nell’ottica che tra l’altro veniva sottolineata dal Consigliere Bonzio, ossia quella di favorire un percorso di locazione nei confronti del tessuto cittadino e in particolare dei nuclei familiari che possono avere difficoltà in un’ottica che non sia strettamente quella di Erp e quindi di proprietà pubblica, che vengono affidati alla contrattazione della normativa Erp, ha approvato ai sensi dello Statuto dell’Ipab stessa un regolamento che va a sostegno economico a fini abitativi dei nuclei familiari in situazioni più deboli, diciamo così, per favorire l’inserimento e la tutela della residenzialità nell’ambito del territorio del centro storico. Sono state determinate delle fasce di reddito di appartenenza e viene presentata annualmente l’Isee, al fine di stabilire non solo il valore del canone locativo, ma anche una quota eventuale che rimane in responsabilità del conduttore, mentre una parte viene lasciata alla responsabilità e alle risorse che l’Ipab stessa incamera attraverso il sistema complesso della gestione e della valorizzazione immobiliare del patrimonio di cui dispone. Questo vale anche per il condominio San Lio, che è stato citato come esempio dal Consigliere, che è composto da dieci unità immobiliari di cui nove sono destinate a abitazioni e una a attività di studio professionale. In tutti i nove appartamenti, diciamo così, con l’esclusione di due dove il contributo dell’ente è assente, c’è una quota sulla base di questo regolamento approvato, c’è una base di canone valutato sulla base degli accordi territoriali e poi c’è una suddivisione tra quella che è la competenza che rimane all’inquilino e quella che viene versata come contributo da parte dell’ente. Se poi il Consigliere ha piacere di avere la distinta puntuale di queste suddivisioni gliela posso materialmente fornire, perché il documento che mi ha girato il Direttore è un documento scritto, per cui adesso mi riservo di non.. se serve mi riservo di farlo anche qua, se ne ha piacere, ma è un mero elenco di numeri da dove si capisce che, a seconda dell’Isee, il contributo dell’ente è più alto, in alcuni casi, o più basso. Cito solo un esempio: il più basso, in cui il contributo dell’ente su un canone territoriale di 834 è di 58,67 Euro e l’inquilino ne versa 776, mentre ci sono situazioni in cui con un canone territoriale di 915 Euro l’inquilino versa 260 Euro e l’ente ne versa 655. Siamo nella condizione in cui, almeno per quanto riguarda questo momento puntuale che viene così indicato, c’è stato lo sforzo, legato alle politiche generali, di favorire l’inserimento residenziale. Sulla questione dell’amministrazione, a me risulta che in effetti in passato l’amministrazione complessiva del condominio era tenuta da un condomino stesso, poi nel tempo invece si era preferito da parte degli stessi inquilini rivolgersi a una persona terza e ci sono anche i nominativi delle persone che nel tempo si sono succedute in questa funzione. Nella sua specifica interrogazione il Consigliere sottolineava il costo particolarmente elevato per quel che riguardava il tema dei consumi, in particolare quelli legati al riscaldamento, lamentando il cattivo funzionamento della caldaia. Qui nella relazione si esplicita che la conduzione della caldaia è sempre stata affidata a una ditta specializzata indicata dall’assemblea condominiale, che sono sempre stati fatti gli interventi di manutenzione obbligatori e necessari, che è stata fatta un’unica sostituzione di un pezzo significativo, una valvola, sette anni fa, che la manutenzione garantisce il funzionamento buono dell’impianto e che nel 2011 è stato rinnovato il CPI del locale caldaia, CPI che ha valenza fino al 2016. Naturalmente poi la ripartizione degli oneri è assolutamente costruita sulla base dei millesimi, attraverso un conteggio che viene regolarmente approvato dalle assemblee condominiali. Diciamo che, almeno dalla relazione tecnica del Direttore dell’istituzione, gli indirizzi, che sono quelli specifici dell’ente, ma che vanno anche nella direzione di quelli che sono gli interessi dell’Amministrazione stessa e gli indirizzi che l’Amministrazione può dare, sembrano in questo momento essere coerenti. Per quel che riguarda invece la questione relativa alla possibilità che ci siano conflitti d’interesse tra chi fa l’attuale Presidente e la gestione di un patrimonio immobiliare, ricordo che la nomina è di competenza del Sindaco, che evidentemente ha valutato in questo contesto le qualità professionali della persona, il Consiglio sta andando a scadenza nei prossimi mesi, per cui nell’eventualità di un ulteriore riflessione sul senso effettivo della possibile, come posso dire? Presenza di conflitti d’interesse e soprattutto di un eventuale esame ulteriore di dati ed elementi che potrebbero emergere da questa cosa.. per esempio, questa segnalazione della consulta evidentemente era stata girata, immagino, all’Assessore che segue i temi della residenza, ma se possono emergere ulteriori dati saranno oggetto di attenta valutazione da parte del Sindaco, che ripeto: ha la competenza specifica della nomina e che cerca, per quelle che sono le specificità, di analizzare e di guardare all’interesse collettivo della città e, nelle coerenze tra le persone che gestiscono e gli indirizzi che si danno, di scegliere le persone migliori nei posti in cui possono mettere a frutto le loro professionalità.

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Prego, Bonzio.

BONZIO:
Beh, diciamo che cercherò di interloquire soprattutto per quanto riguarda gli aspetti della gestione della società, più che gli aspetti della gestione del patrimonio abitativo, perché in effetti, come ricordavo prima, l’interrogazione è stata rivolta anche all’Assessore alla casa e in effetti quegli aspetti di difformità magari li tratteremo meglio con lui, anche se voglio ricordare che il sistema “drogato” dell’inserimento dei contratti attraverso la legge 431/1998, i cosiddetti patti territoriali, è un po’ un abominio, nel senso che di fatto lo stesso ente che applica il contratto si trova costretto a un’azione impegnativa di valutazione dei rapporti finalizzata ai contributi all’affitto. Oltretutto i contributi all’affitto sono un aspetto che apparentemente introduce un elemento di equità, e fin qui siamo abbastanza d’accordo, però i contributi all’affitto non riguardano mai in nessun modo i cosiddetti oneri accessori o le spese condominiali, detto più volgarmente. Come dicevo, nel rapporto di locazione con l’Istituzione Veneziana e i cittadini che, ripeto, sono andati via da casa, andando a vivere a Mestre, in alcuni casi, questo è il tema, perché non ce la facevano più a pagare, perché non ce la facevano a far fronte a richieste di spese di 7/8.000 Euro all’anno, essendo magari pensionati o pensionate o lavoratori dipendenti o magari lavoratori in situazioni in crisi, questo secondo me vale la pena di riuscire a focalizzarlo, anche perché so che l’Istituzione Veneziana ha in essere dei rapporti di collaborazione con la Guardia di Finanza: mi piacerebbe che prima o poi riuscissimo a parlare con l’Istituzione Veneziana, rispetto alla quale abbiamo fatto interrogazioni con il collega Campa e altri colleghi proprio sul tema dell’utilizzo delle società di riscossione di credito etc.. Come dicevo, mi piacerebbe riuscire a capire quanto effettivamente questa collaborazione stia nei fatti, perché abbiamo notizie di affittuari che potrebbero essere sicuramente in grado, loro sì, di andare nel mercato a trovarsi una locazione all’altezza delle loro richieste. Sul tema invece della gestione della società, ricordo che non più tardi di dieci giorni fa in quest’aula di Consiglio abbiamo dovuto assistere alle dimissioni di un collega, il Consigliere Giordani, il quale ha scelto di risolvere il suo conflitto d’interesse, che non era stato notato precedentemente, mettiamola così, attraverso le sue dimissioni da Consigliere d’amministrazione della società in cui era stato nominato per restare a fare il Consigliere. Dico che un amministratore di una società come Istituzione Veneziana, presieduta dal Dott. Segalin.. non servono delle grandi ricerche: basta andare su Internet, cliccare il nome broker house e compare la società immobiliare che ha sede a Venezia, mi pare dalle parti di San Marco, che è presieduta e ha come Consigliere delegato della stessa società il ragionier Luca Segalin. Ora non vorrei dirlo, non ho neanche antipatia nei confronti della persona, che mi risulta abbastanza indifferente, ma dal mio punto di vista qualcosa che non torna c’è: il fatto che a presiedere una società che gestisce patrimonio, è vero, non residenziale pubblico, ma patrimonio che per gli stati statutari dell’ente deve essere destinato a finalità e a un utilizzo di carattere sociale, con eventuali affittanze al libero mercato o comunque con i patti territoriali, che non sono il libero mercato, specie qui a Venezia, perché un alloggio che si affitta con i patti territoriali a San Lio non è la stessa cosa che affittare un alloggio al libero mercato a San Lio, ok? Chi può affittarselo a libero mercato sganci i soldi nel libero mercato. Dicevo, che a gestire questo tipo di patrimonio sia il Presidente di una società che tra le sue attività ha proprio quella di lavorare alla valutazione e alla stima degli immobili e alla locazione e alla vendita, è evidente che a me pare molto, molto anomalo. So che la nomina del ragionier Segalin proviene da lontano, confiderei che.. siccome ha sicuramente delle qualità che lo porteranno a fare moltissimo altro, il ragioniere, credo sarebbe il caso di risolverlo, questo conflitto di interessi, quantomeno sul piano del “buonsenso.”

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Non ho capito se il Vice Sindaco necessita di fare un ulteriore..

…(intervento fuori microfono)

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Va bene, allora se eventualmente ci fossero degli altri punti di cui non si ritiene soddisfatto dell’interrogazione, invito..

…(intervento fuori microfono)

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Se eventualmente non fosse esaustiva la risposta data dal Vice Sindaco, invito a ripresentare l’interrogazione, eventualmente, ok?

 

 
 
A cura dell'Ufficio Supporto Atti del Consiglio
Pubblicazione: 22-05-2013 ore 14:39
Stampa