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Partito Democratico - Il punto di vista di Claudio Borghello

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Con una decisione comunicata a fine anno scolastico la Giunta provinciale di Venezia intende apportare significative variazioni al tempo scuola negli istituti superiori veneziani. Il sabato tutti a casa, dal lunedì al venerdì si rimane a scuola anche il pomeriggio. Quali i motivi di questa scelta? Il risparmio nei costi dei trasporti pubblici dedicati al servizio scolastico, la chiusura delle scuole per due giorni con risparmi in termini di riscaldamento, pulizie, ecc.. Con chi è stata discussa tale scelta strategica? Sembrerebbe con i dirigenti scolastici, ma molti smentiscono e si dissociano; sicuramente con i tecnici provinciali e gli assessori della Giunta Provinciale. Non con i genitori e nemmeno con i ragazzi.
Per esperienza avuta, qualsiasi piano interessante l’organizzazione del sistema scolastico non può prescindere dal coinvolgimento dei genitori e dei ragazzi. Il tempo dei ragazzi oggi giorno non è un tempo blando, anzi. E’ un tempo ricco di presenze, ricco di partecipazione e iniziative. A tal punto da essere significatamente stimato dall’istituzione scolastica e spesso accreditato nei curriculum degli studenti. Ma è comunque un tempo altro da quello della scuola.
Comprimere il tempo necessario alle attività non scolastiche di fatto comprime la capacità dei ragazzi di vivere il loro tempo, di socializzare diversamente, di crescere dal punto di vista delle esperienze e dei luoghi. Tralascio i problemi logistici ed organizzativi di una scuola che non ha spazio fisico per contenere gli studenti, che non ha insegnanti in numero sufficiente, che non ha palestre in numero sufficiente e che, con questa nuova impostazione, dovrebbe garantire ai ragazzi anche un tempo fisiologico di pausa tra la mattina e il pomeriggio e luoghi idonei allo scopo. E’ auspicabile un ampio coinvolgimento delle famiglie e dei ragazzi, un dibattito aperto e realistico al centro del quale ci deve essere certamente la scuola e la sua organizzazione ma soprattutto il tempo dei ragazzi. Non si proceda quindi con un'organizzazione del tempo scuola sulla settimana corta, sarebbe una scelta che comprimerebbe le capacità di espressione dei ragazzi, l'esatto opposto di ciò che la scuola dovrebbe perseguire.

 
 
Pubblicato il 30-05-2014 ore 15:53
Ultima modifica 30-05-2014 ore 15:53
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