Lo sport è fratellanza, è solidarietà, è unione, è spirito di gruppo, è rispetto reciproco, è fatica.
Aver voluto realizzare una gara ciclistica, parodia del giro d'Italia, usurpando il valore di uno sport come il ciclismo che ha fatto la storia del nostro paese è un insulto e una farneticazione collettiva.
E' l'ennesima riprova che si sono smarriti senso civico e capacità di analisi da parte di una parte politica la quale riduce a folclore ogni sua azione ridicolizzando una parte dell'Italia e delle sue tradizioni.
Un consigliere della Lega si è indignato a Venezia perchè la RAI durante la trasmissione della Regata Storica non ha mostrato la gara dei ragazzi, di coloro che hanno scelto di imparare a vogare e di farne di quella pratica uno sport, lo sport più antico e tradizionale di Venezia. Era giusto trasmettere quella gara mostrando l'orgoglio di quei ragazzi nel sudare e spingere sul remo come i loro padri e i loro nonni.
Mi chiedo a quale storia e a quale tradizione si richiami il giro della padania: la padania non esiste geograficamente, non esiste storicamente, non vi è tradizione alcuna. Non vi è sport che si richiami alla padania, non vi è alcun valore sportivo che la padania può evocare.
Questa gara ciclistica che è partita da un luogo simbolico per la Lega Nord (pare sia un paese dove si radunano i dirigenti leghisti per partire con l'ampolla di acqua del Po alla volta di Venezia) è la fotografia dello stato confusionale di un partito che, nel mezzo di una crisi economica gravissima del paese dovuta anche alla loro incapacità di governare, occupa il suo tempo ad organizzare gare politicizzate di ciclismo. Magari faranno fare anche qualche diretta televisiva, con buona pace dei giovani vogatori lagunari che speriamo non si prestino in futuro ad eventuali risalite del Po a remi.
Rimango fiducioso che ciò non avvenga mai anche perchè in laguna non nuotano le "trote".