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Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it - Il punto di vista di Gian Luigi Placella

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Sconfitte per la città solidale

In due giorni la cronaca di Mestre ci ha offerto due casi di “malaburocrazia” che sono apparsi come due perdite di valore per la città solidale.
Il primo caso ha riguardato un bando di gara frettoloso e superficiale che decretava la fine della bella avventura di Amadou Diarra gestore del BarAtto del Parco Bissuola, grande esperimento di armonia sociale; il secondo è la storia incredibile di una multa ostinata e incomprensibile nei confronti di Stefano Ceolin che ha creduto che nel suo locale, come in un patronato laico, potesse offrire il calcio balilla come semplice gioco di compagnia; un modo in più per provare a fare del suo Palco, nel cuore della città, un centro di aggregazione e di crescita culturale della comunità e quindi qualcosa di diverso da una semplice impresa commerciale. Entrambi gli esperimenti sono stati avversati dalla burocrazia. Una burocrazia ottusa nella sua autoreferenzialità, nella sua incapacità di distinguere caso per caso. Una visione quantomeno formalista che, in entrambe le vicende, porta come effetto comune l'impoverimento di quella cultura del vivere insieme che invece la città richiede ed apprezza. Un sentire che prova ad immaginare una convivenza fondata su qualcosa che sia altro dal mito della produttività, un totem che si è dimostrato, in molti casi, sostituibile col bene dello scambio, con la gratuità dell'offerta, con la possibilità di dare senza il pagamento di un prezzo. Ma l'ipotesi del servizio gratuito sembra scontata solo per le forme abituali come quelle degli oratori. La conseguenza di questa visione è che l'organizzazione e la gestione della socialità viene lasciata troppo spesso in monopolio alle iniziative delle istituzioni tradizionalmente collocate nelle parrocchie che, dotandosi in libertà di ogni mezzo di intrattenimento, dal teatro al bigliardino, attirano ed intrattengono, costruendo così forti legami di appartenenza che l’istituzione pubblica spesso trascura. Accade così che dove invece sorgono forme inconsuete e spontanee di patronato laico si concentrano controlli implacabili, ispezioni a raffica, si richiamano regolamenti pignoli. Spesso, invece, si tratta di esperimenti di cui l'amministrazione cittadina dovrebbe cogliere il significato, riprendendo spazi che le competono e appartengono al suo ruolo istituzionale, mettendosi in gioco e competendo con ogni monopolio e col pensiero unico del liberismo senza regole. Impegnandosi nel sostenere un'imprenditoria sana, che incoraggia la cultura civile, che dà valore al tessuto sociale e non produce solo redditi per pochi. Altri redditi si possono incoraggiare in una città a misura d'uomo, promuovendo un Pil calcolato non solo sulle entrate della tasse di soggiorno e di plateatico, ma anche su beni immateriali come la solidarietà e l'amicizia fra estranei. Tenendo presente che non si possono pretendere scontrini per un'ora di serenità ed un sorriso accogliente.

 
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Pubblicato il 21-01-2014 ore 12:24
Ultima modifica 21-01-2014 ore 12:24
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