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VIII Commissione - Verbale

Seduta del 08-01-2014 ore 14:30

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maurizio Baratello, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Giuseppe Caccia, Cesare Campa, Giampietro Capogrosso, Antonio Cavaliere, Saverio Centenaro, Sebastiano Costalonga, Ennio Fortuna, Nicola Funari, Luigi Giordani, Giovanni Giusto, Bruno Lazzaro, Marta Locatelli, Jacopo Molina, Carlo Pagan, Gian Luigi Placella, Andrea Renesto, Emanuele Rosteghin, Renzo Scarpa, Christian Sottana, Giuseppe Toso, Gianluca Trabucco, Simone Venturini, Stefano Zecchi, Michele Zuin

 

Consiglieri presenti: Maurizio Baratello, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Giuseppe Caccia, Cesare Campa, Giampietro Capogrosso, Saverio Centenaro, Sebastiano Costalonga, Nicola Funari, Luigi Giordani, Giovanni Giusto, Bruno Lazzaro, Jacopo Molina, Carlo Pagan, Gian Luigi Placella, Andrea Renesto, Emanuele Rosteghin, Renzo Scarpa, Giuseppe Toso, Gianluca Trabucco, Simone Venturini, Michele Zuin, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte (assiste), Giacomo Guzzo (sostituisce Christian Sottana), Valerio Lastrucci (assiste), Lorenza Lavini (sostituisce Marta Locatelli), Luca Rizzi (sostituisce Antonio Cavaliere), Alessandro Scarpa (sostituisce Stefano Zecchi), Alessandro Vianello (assiste), Marco Zuanich (sostituisce Ennio Fortuna)

 

Altri presenti: Sindaco Giorgio Orsoni, Vicesindaco Sandro Simionato, Direttore Generale Marco Agostini, Dirigente Nicola Nardin, Collegio dei Revisori dei Conti

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Verifica degli effetti tecnici e amministrativi sul bilancio rispetto allo sforamento del patto di stabilità.

Verbale

Alle ore 14.45 il presidente Boraso, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta e dà la parola al consigliere Costalonga sull’ordine dei lavori.
COSTALONGA invita il presidente a convocare una riunione della commissione congiunta alla Seconda e invitare le Organizzazioni sindacali affinché tutti possano essere a conoscenza di quanto sta accadendo.
ORSONI premette che la vigilanza dell’Amministrazione è molto alta, la questione non è definita a livello nazionale e si aspettano le decisioni del governo; i rappresentanti sindacali sono già stati incontrati ed annuncia che non entrerà nei dettagli dei provvedimenti in caso di sforamento del patto di stabilità senza le attenuazioni sperate; ci saranno minori trasferimenti dalla Stato pari all’importo dello sforamento accertato nel mese di Febbraio; ci saranno dei limiti alla spesa corrente; il divieto di ricorrere a nuovo indebitamento; il divieto di assunzione di personale ed infine la riduzione delle indennità agli amministratori. Ci sono dei vincoli per la gestione della contrattazione decentrata per il personale che la Corte dei Conti qualifica come sanzione con la conseguenza del blocco della parte variabile delle risorse, si tratta di circa 22 milioni di euro di cui 9 della parte aggiuntiva. Si sta cercando di limitare al massimo i riflessi negativi ma la preoccupazione è evidente per la impossibilità di sostituire le maestre ed infine si pensa di risolvere il tutto con la vendita del Casinò.
ZUIN rileva che ancora ufficialmente non si conoscono le cifre dello sforamento; si è appreso dai giornali quanto avvenuto; nella conferenza dei capigruppo consiliari è stata affrontata la riorganizzazione delle sedute del Consiglio comunale ma i problemi si moltiplicano nell’intera macchina comunale; chiede come si è arrivati a questa situazione anche se sono anni che il Comune si “salva” all’ultimo minuto; evidentemente c’è una responsabilità di tutta la giunta dato che sinora è mancata una seria programmazione per evitare lo sfascio. Preoccupa il futuro poiché sembra che la vendita del Casinò serva a compensare i mancati trasferimenti da parte dello Stato: La questione è il riflesso che questo fatto avrà sui dipendenti e sui cittadini e se sono stati predisposti dei piani di intervento.
PLACELLA precisa che durante l’anno sono state spesso evidenziate le obiezioni sulla gestione amministrativa; le conseguenza vengono pagate da persone non responsabili; il prezzo più alto lo pagano i dipendenti quando la responsabilità va ai dirigenti ed alla giunta e chi ha sbagliato deve pagare.
CACCIA dichiara che non si può attribuire la responsabilità sullo sforamento senza possibilità di lavorare per la modifica delle regole. Il rispetto dei parametri europei viene traslato per l’80% agli enti locali; il patto di stabilità non è immutabile ed esiste un atteggiamento vessatorio nei confronti della città di Venezia; ogni comune ha “trattato” il ripianamento dei propri debiti col governo. La norma attesa non è “il salva Venezia” perché il Comune ha il bilancio in regola. Non è possibile programmare con uno scenario normativo in continua modifica. Le responsabilità dello sforamento non stanno in città; non c’è nessuna responsabilità locale ed è necessario, tutti assieme, spiegare ai cittadini la vera situazione ed infine afferma che le norme attese sono il minimo dovuto alla città.
BONZIO concorda con l’intervento del consigliere Caccia e esprime sorpresa per l’intervento del consigliere Placella ma non per l’intervento del consigliere Zuin che afferma che l’Amministrazione comunale sta operando al di sopra delle possibilità. Il patto di stabilità è una regola vessatoria e quindi è necessario modificarla; è preoccupante la posizione del governo centrale che vuol mettere in difficoltà l’Amministrazione comunale veneziana. La discriminazione tra i dipendenti è evidente e singolare. Alle ore 15.35 esce il consigliere Renesto.
GUZZO domanda quali riflessi ha lo sforamento del patto sulle società controllate e sui loro servizi dato che serve fare un ragionamento complessivo sull’attività generale.
BORGHELLO afferma che sono state fatte molte critiche sulle scelte degli anni scorsi ma ecco cosa succede quando si sfora il patto; l’azione a livello locale ha teso ad interventi strutturali come la vendita del Casinò che non è più un fatto aleatorio; serve responsabilità da parte di tutti gli schieramenti come nel caso delle decisioni per l’ex ospedale al mare. Il dramma vero sono le conseguenza per i dipendenti e serve l’impegno del governo per Venezia promesso ma stoppato dal presidente Napolitano; bisogna dare importanza ai comuni perché spesso si devono fare delle scelte non condivise per rispettare i criteri del patto di stabilità e per questo bisogna sostenere l’attività del sindaco.
MOLINA chiede di quali cifre si sta parlando, domanda quale è lo stato attuale della situazione e se le misure necessarie sono già state prese; concorda per promuovere un’azione volta a cambiare la legge; l’articolo previsto per l’attenuazione delle sanzioni era previsto solo per i comuni che avevano ricevuto contributi della legge speciale. I dirigenti mettono in pratica la volontà dell’ente e quindi sono in parte responsabili; Venezia non è mai stata vessata dallo Stato centrale. Ci sono molti nodi quali la vendita delle azioni SAVE all’ultimo minuto quando dopo alcuni mesi le azioni hanno quasi raddoppiato il loro valore e ricorda la valutazione di KPMG espressa al ribasso del loro valore; con l’ex ospedale al mare il debito è stato trasferito allo Stato e si dichiara contrario a queste operazioni per far fronte alle spese correnti.
COSTALONGA afferma che responsabilità della situazione è della maggioranza dell’Amministrazione comunale e non anche delle opposizioni; le sanzioni colpiscono i cittadini. La giunta deve smettere di spendere soldi per il consigliere diplomatico del sindaco, deve eliminare le spese per le cene di lavoro; fa specie l’assunzione della segretaria del sindaco, fatta il 31 Dicembre, anziché prevedere l’assunzione di qualche maestra supplente; riguardo la possibile convocazione del Consiglio comunale alla mattina, ben venga se la maggioranza garantisce il numero legale. Sostiene che questa giunta ha “girato” 15 milioni di euro di debito alle società partecipate con un artificio contabile e si dichiara indisponibile a intraprendere un’azione comune per permettere di continuare con questo sistema di amministrazione. Fa notare come il bilancio della provincia di Venezia è a posto grazie a scelte amministrative azzeccate.
FUNARI premette che necessario rispettare le leggi e di essere orgoglioso di essere cittadino di Venezia; fa notare che esiste una stretta correlazione tra il bilancio ed i criteri del patto di stabilità; il bilancio poteva essere gestito in modo diverso e predisporre da subito le azioni per rispettare i criteri previsti; un’azione doveva essere intrapresa quale lavorare per la riduzione del personale e spendere meglio le risorse, certo ci saranno anche dei riflessi negativi per le aziende partecipate; domanda se è possibile gestire il bilancio senza avvalersi delle decisioni del governo dato che nessuno pensa a modificare i criteri del patto.
ROSTEGHIN prende atto che il pareggio di bilancio è stato raggiunto ma d’altra parte è certo pure lo sforamento del patto di stabilità; si deve chiedere di essere considerati come gli altri comuni dato che la situazione deriva da un passato amministrativo che sballa il presente. Un dato di fatto è che i comuni sono chiamati a fare cassa per conto dello Stato. Alle ore 16.45 esce il consigliere Zuin.
CAMPA sostiene che l’oggetto della riunione è quali effetti deriveranno dallo sforamento del patto, quali sono le penalizzazioni conseguenti. Si augura che Venezia sia difesa col cuore ma anche con l’intelligenza; ci sono nella macchina comunale delle inefficienze strutturali e non si può sempre accusare il governo e mai si è sentito un esponente della maggioranza affermare di aver compiuto degli errori. Gli errori derivano dalle attese di entrate troppo elevate da parte del Casinò; bisogna pensare a cosa fare per mitigare i danni dato che le conseguenze dello sforamento erano note da tempo.
SCARPA prende atto che è stato sforato il patto di stabilità e domanda cosa si poteva fare per evitare il fatto; sarebbe stato opportuno discutere sui numeri che non sono stati pubblicizzati; sembra siano mancati 60 milioni di euro ma una conseguenza è certa perché ci saranno minori trasferimenti e queste risorse in meno generano delle penalizzazioni per i servizi rivolti ai cittadini. Venezia incassa pro capite più soldi di altri comuni ed ha ricevuto trasferimenti superiori ma usa male i soldi che riceve. Le spese correnti sono superiori del 40% a quelle di altri comuni; i cittadini veneziani pagano più tasse di altri trasferendo così ai cittadini il peso degli oneri. Si deve pensare al da farsi analizzando i costi dei servizi e le funzioni della macchina burocratica.
BORASO domanda cosa stanno facendo tutti i parlamentari di Venezia per risolvere la questione.
BARATELLO premette che dagli interventi appaiono diverse sfumature, ricorda che le provincie autonome non vengono colpite per quanto riguarda gli stipendi dei dipendenti perché sono riuscite a creare una grande aggregazione per raggiungere questo obbiettivo. Auspica un cambiamento dei rapporti e l’unione di tutte le forze per fare il bene di Venezia e raggiungere l’obbiettivo dell’affievolimento delle penalizzazioni. E’ giusto che le entrate del Casinò siano considerate “tributarie” per cui ci si dovrà ritrovare per affrontare le conseguenze.
ORSONI afferma che l’entità dello sforamento si aggira attorno ai 40 milioni di euro ed a fine Febbraio si conoscerà la cifra esatte; le entrate tributarie sono in linea con quelle degli altri comuni dato che per decisione del comune l’aliquota è rimasta ferma al 4 per mille mentre l’addizionale Irpef è stata introdotta solo 3 anni fa; le entrate tributarie sono alte per via dei trasferimenti dal Casinò; il turismo non da benefici all’Amministrazione ma solo ai cittadini imprenditori. R’ stato chiesto di riequilibrare la situazione poiché si spendono soldi della Legge speciale non avendo però le relative entrate. Un esempio della distorsione riguarda le entrate del Casinò dalle quali non si possono detrarre le relative spese di gestione. La Regione non ha ancore trasferito 15 milioni che sono del Comune; solo considerando queste situazioni l’Amministrazione comunale avrebbe rispettato i criteri del patto di stabilità; si sono ridotte le spese correnti per 15 milioni di euro ed anche è stato ridotto il debito complessivo; non rimane che aspettare le decisioni del governo anche se si continua a lavorare per migliorare il contenimento delle spese ed annuncia che al più presto verrà presentato il bilancio di previsione per l’anno 2014.
Alle ore 17:00 il presidente Boraso ringrazia i presenti e dichiara chiusa la riunione.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 13-03-2014 ore 10:16
Ultima modifica 13-03-2014 ore 10:16
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