Seduta del 09-01-2013 ore 10:00
Consiglieri componenti la Commissione: Gabriele Bazzaro, Pierantonio Belcaro, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Giuseppe Caccia, Cesare Campa, Antonio Cavaliere, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte, Sebastiano Costalonga, Ennio Fortuna, Marco Gavagnin, Luigi Giordani, Giovanni Giusto, Giacomo Guzzo, Valerio Lastrucci, Lorenza Lavini, Michele Mognato, Jacopo Molina, Carlo Pagan, Luca Rizzi, Emanuele Rosteghin, Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa, Davide Tagliapietra, Domenico Ticozzi, Marco Zuanich, Michele Zuin
Consiglieri presenti: Pierantonio Belcaro, Sebastiano Bonzio, Claudio Borghello, Giuseppe Caccia, Cesare Campa, Antonio Cavaliere, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte, Ennio Fortuna, Luigi Giordani, Giovanni Giusto, Giacomo Guzzo, Michele Mognato, Jacopo Molina, Carlo Pagan, Luca Rizzi, Emanuele Rosteghin, Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa, Davide Tagliapietra, Marco Zuanich, Michele Zuin, Saverio Centenaro (sostituisce Lorenza Lavini), Gianluca Trabucco (sostituisce Domenico Ticozzi), Simone Venturini (sostituisce Renato Boraso), Alessandro Vianello (sostituisce Gabriele Bazzaro)
Altri presenti: Assessore Antonio Paruzzolo, Coadiutore alle Politiche del Lavoro Sebastiano Bonzio, Commissari Straordinari Vinyls Italia S.p.A. in A.S., CGIL/FILTCEM, CISL-FEMCA, UGL Provinciale, UIL-CEM
Ordine del giorno della seduta
Alle ore 10.16, il Presidente della IX Commissione consiliare, Ennio Fortuna, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta, introduce l’argomento iscritto all’ordine del giorno precisando di aver voluto questa convocazione per capire quali saranno le sorti della Vinyls. Chiede ai due Commissari se sia stato dichiarato lo stato di insolvenza e se sia stato stabilito l’ammontare delle passività.
AVV. PIZZIGATI (Commissario) ricorda che quando vennero portati in tribunale i libri contabili si pose il problema del fallimento. Già dal giugno 2009 la Società fu dichiarata incapace di assolvere ai propri debiti, che ammontavano a circa 125 milioni di euro. Di questi, 95 milioni fanno capo al Gruppo ENI, il quale fece due decreti ingiuntivi per rientrare di questi 95 milioni relative a forniture di materiale.
Alle ore 10.20 esce il Consigliere A. Scarpa.
L’amministrazione straordinaria ha inizio nel 2009. I Commissari hanno sempre sostenuto che il ceto creditorio dovesse essere sempre salvaguardato.
PRES. FORTUNA chiede dettagli sulla situazione di liquidità.
AVV. PIZZIGATI(Commissario) premette che le scritture contabili sono a disposizione di tutti. Fin qui, hanno proceduto al pagamento degli stipendi e dei contributi, dei consti indispensabili relativi al presidio degli impianti. Tutto ciò finche ne sono stati in grado. Oggi la situazione di liquidità è insussistente, visto che dal giugno 2009 la produzione si è fermata. Hanno radicato 120 cause revocatorie e alcune di queste sono state transate. Spiega che sono obbligati a presidiare gli impianti perché il Comitato Tecnico Regionale impone ciò, anche se non hanno i soldi per pagarli. I presidi li chiedono perché sono imposti dalle autorità che affermano che i siti sono ancora soggetti alla c.d. Legge “Seveso”.
PRES. FORTUNA chiede quale sia lo stato della procedura avanti al tribunale.
Alle ore 10.33 entra il Consigliere Guzzo.
AVV. PIZZIGATI (Commissario) la procedura, aperta nell’estate del 2009, è scaduta due anni fa. Poi sono stati concessi tre mesi di proroga, previsti per legge, scaduti anche questi. Sono fuori di un anno e mezzo. La possibilità di conversione in fallimento spetta al Tribunale o ai Commissari. Il Tribunale, nell’ultima udienza del 4 dicembre 2012, ha fatto capire di non poter aspettare oltre. La nuova udienza è stata fissata per il 23 gennaio 2013. A fronte di una nuova richiesta di proroga di tre mesi è stato risposto che non vi è ragione di concederla perché ciò che potrebbero fare i Commissari lo può fare il curatore fallimentare. Contano di chiudere la vicenda legata allo smontaggio degli impianti. Il relativo bando è stato pubblicato alla fine di giugno 2012 e le buste sono state aperte sei mesi dopo. Su 5 offerte pervenute 4 riguardavano lo smontaggio ed una riguardava l’acquisizione dell’impianto per la produzione del PVC (non previsto dal bando di gara). Delle quattro offerte, tre si presentavano su un piano di sostanziale parità e per questo hanno ritenuto di creare una gara all’interno del bando, una volta aperte le buste. I concorrenti hanno “giochicchiato” con le offerte. La migliore è risultata quella di 3,5 milioni di euro. All’apertura delle buste sono arrivati ad una situazione che li ha messi nella condizione di raddoppiare il prezzo. A seguito dell’offerta per l’acquisizione degli impianti per la produzione del PVC, hanno ritenuto di proseguire le trattative.
Alle ore 10.40 entrano i Consilgieri Tagliapietra e Belcaro.
Il valore degli impianti, se smontati e portati altrove e/o demoliti è più alto se il soggetto si propone per continuare l’attività in loco. Si tratta formalmente di cessione di ramo d’azienda. Hanno dovuto valutare l’offrta con l’ipotesi di continuazione in loco dell’attività. L’offerta è stata rifiutata perché non teneva conto dei terreni e degli immobili esistenti.
PRES. FORTUNA chiede lumi sull’incontro del prossimo 23 gennaio.
AVV. SIMEONE (Commissario) l’amministrazione straordinaria prevede la prosecuzione dell’attività. I Commissari hanno fatto un appendice al programma chiedendo di poter prevedere anche una riconversione industriale, relativa all’offerta dell’Oleificio Medio Piave. Se entro il 23 gennaio non verrà apportata alcuna novità verrà dichiarato il fallimento. Se verrà portato il preliminare firmato, forse, il Tribunale concederà un rinvio.
Alle ore 10.48 entra il Consigliere Borghello ed esce il Consigliere Tagliapietra.
I Commissari hanno la gestione integrale dell’Impresa mentre il curatore fallimentare no. Per pagare gli stipendi arretrati dei lavoratori stanno tentando di farsi pagare il corrispettivo per la vendita degli impianti. Hanno fatto firmare prima il contratto agli offerenti. Fra queste offerte ce n’è una che riguarda anche gli impianti di Porto Torres.
PRES. FORTUNA dichiara aperto il dibattito.
BONZIO chiede di intervenire sull’ordine dei lavori per chiedere di far intervenire prima i sindacati ed i lavoratori.
CAVALIERE consegna al presidente un’offerta pervenutagli per l’acquisizione degli impianti (già in possesso dei Commissari) e chiede perché non sia stata presa in considerazione.
Alle ore 10.56 escono i Consiglieri Borghello e Molina.
AVV. PIZZIGATI (Commissario) spiega che l’offerta è sempre pervenuta dal Gruppo Bresciano tramite l’Avvocato Paolillo. Quando è stato spiegato loro che non ritenevano congrua l’offerta perché si dovevano comprendere anche gli immobili ed i terreni, l’Avv. Paolillo ha ritirato l’offerta. Non è vero che questa offerta non è mai stata tenuta in considerazione.
Alle ore 11.00 rientra il Consigliere Tagliapietra ed esce il Consigliere Zuanich.
MOGNATO chiede all’Assessore Paruzzolo ed ai Commissari se siano in grado di produrre qualcosa, da qui al 23 gennaio e cosa si possa fare per aiutare i lavoratori.
Alle ore 11.03 escono il Consiglieri Tagliapietra e Belcaro ed entra il Consigliere Centenaro.
AVV. PIZZIGATI (Commissario) per Porto Marghera c’è solo l’offerte dell’Oleificio Medio Piave. Loro hanno mandato un testo che l’Oleificio può solo firmare. Se c’è una sinergia fra l’O.M.P. e Mossi & Ghisolfi, comunque, per il 23 gennaio non saranno in grado di fare nulla. La strada che percorreranno è quella di dire che se verrà nominato un curatore fallimentare passeranno comunque dei mesi. I Commissari, in questi mesi, potrebbero tentare di portare a buon fine la vicenda.
ASS. PARUZZOLO Mossi & Ghisolfi è un Gruppo che produce bio combustibile, con un giro d’affari di 4,5 miliardi annui. Hanno un progetto per la produzione di bio etanolo. Da un anno e mezzo stanno cercando un luogo dove poter collocare questa raffineria e vedono con grande interesse la possibilità di collocarla a Porto Marghera. Il fatto stesso che ENI abbia annunciato la costruzione di una raffineria per la produzione del biodiesel fa d contraltare al bio etanolo. La raffineria di M&G necessita di non più di 20 ettari di superficie e potrebbe coesistere con l’O.M.P.. Per questo motivo è stato promosso un incontro fra le due aziende. Questo non è avvenuto perché l’O.M.P ha fatto delle proposte che M&G non ha ritenuto di accordare. C’è poi il problema della banchina che se messa sul canale di Malamocco - Marghera, servono 60 milioni di investimento per adeguarla. Anche portando la banchina sul canale sud ci sarebbero dei problemi di bonifica. In questo momento la sinergia fra le due Aziende non è percorribile.
Alle ore 11.15 entra il Consigliere Rizzi, rientra il Consigliere Tagliapietra ed esce il Consigliere Centenaro.
R. SCARPA chiede quale sia il valore della proposta dell’O.M.P. dal punto di vista industriale, in termini di sinergie e di occupazione.
AVV. SIMEONE (Commissario) spiega che se non si produce PVC gli impianti vanno completamente smantellati. Il progetto industriale dell’O.M.P. è stato sottoposto alla valutazione del Ministero. Il Ministero ha valutato positivamente il piano industriale a patto che i lavoratori fossero assunti alle condizioni poste dai Commissari. Una sorta di trasferimento d’azienda. Per quanto riguarda il Gruppo Bresciano, il progetto, presentato al Ministero, è stato scartato per un problema di congruità.
Alle ore 11.22 entra il Consigliere Conte ed esce il Consigliere Cavaliere.
MENEGHETTI (CISL) ricorda che col mese di gennaio le mensilità che spettano ai lavoratori sono nove. C’è il rischio, per 135 famiglie, di finire in miseria. I lavoratori che si occupano della sicurezza degli impianti hanno un sussidio di 250 euro mensili. Le offerte per i 4 impianti ammontano a 6 milioni di euro. Si deve chiudere in fretta la trattativa con l’O.M.P. e i Commissari gli devono chiedere i piani industriali e devono farsi assicurare che su quell’impianto non si speculi. Se rimarranno le leggi attuali nessuno investirà a Porto Marghera.
COLETTI (FILTCEM CGIL) rileva che dei tre Commissari, quello che si è dimesso era quello che tecnicamente avrebbe potuto fare un’analisi più approfondita. Il primo imputato dovrebbe essere l’ENI, che ha creato tutta questa situazione. Chiede se ci sia un preliminare che assegni 40 ettari all’Oleificio Medio Piave. Rileva che le organizzazioni sindacali siano state convocate solo fina ad un certo punto. Oggi chiedono di riunire tutti i soggetti interessati, tra i quali, oltre all’Oleificio, la Mossi & Ghisolfi e l’Autorità portuale. C’è una situazione di rimpallo di responsabilità che alla fine si risolve in una crescente disoccupazione. Chiede che prima del 23 gennaio 2013 ci sia una convocazione della Commissione ed un incontro col Ministero.
Alle ore 11.35 escono i Consiglieri Rizzi, R. Scarpa e Tagliapietra e rientrano i Consiglieri Centenaro e A. Scarpa.
DON (UILCEM) a loro risulta che la Mossi & Ghisolfi sia interessata alle stesse aree alle quali è interessato l’Oleificio. Si devono dire le cose come stanno perché per produrre il PVC serve il CVM e forse non si ricordano le battaglie fatte per dismettere questo tipo di produzione a Porto Marghera.
SABADIN LUCIO (Lavoratore Vinyls) afferma che i lavoratori hanno dimostrato un grande senso di responsabilità nel continuare a presidiare gli impianti. Chiede quando verranno pagati gli stipendi arretrati.
Alle ore 11.45 esce il Consigliere A. Scarpa.
CASARIN CISL RSU Vinyls) chiede come si possa fare qualcosa da qui al 23 gennaio visto che non si è riusciti a far nulla in tutto questo tempo e cosa succederà ai lavoratori se verrà dichiarato il fallimento della Società, visto che in tutta Italia non vi è un caso simile di lavoratori che aspettano da nove mesi lo stipendio.
Alle ore 11.46 entra il Consigliere Pagan ed esce il Consigliere Giusto.
GUZZO chiede uno scatto d’orgoglio per permettere la chiusura di alcune trattative che non possono essere prorogate. Si deve passare dalle parole ai fatti. Chiede al Presidente della Commissione di convocare l’Autorità Portuale per parlare della banchina.
Alle ore 11.48 escono i Consiglieri Pagan e Conte.
BONZIO era indispensabile che i Consiglieri fossero aggiornati sulla intera vicenda. I Commissari straordinari sono stati nominati in base alle proprie competenze ma il fatto che l’unico che avesse competenza specifica sulla materia si sia dimesso è motivo di preoccupazione. Non ha sentito parlare del ruolo di Confindustria, Provincia, Regione ed Ente Nazionale Idrocarburi. Questa partita deve essere inserita in una più ampia partita di riqualificazione. Il fallimento coinciderebbe con l’immiserimento di tutto il territorio. Si dovrebbe convocare permanentemente il Consiglio comunale, da qui al 23 di gennaio, anche se consci che si è in periodo elettorale. Si dovrebbe fare un monumento a questi lavoratori che hanno accettato questa che è una presa in giro epica. La Città dovrebbe insorgere a sostegno di questa vicenda.
Alle ore 11.55 esce il Consigliere Vianello e rientrano i Consiglieri Cavaliere e Borghello.
ROSTEGHIN è delusa dallo svolgimento della Commissione odierna. Non ha capito quali siano i motivi ostativi per i quali l’Oleificio possa, o meno, accettare di concludere la trattativa. Si devono audire tutti i soggetti coinvolti. Si dice preoccupato dalle prospettive di speculazione e chiede cosa poter fare per dare una risposta immediata ai lavoratori.
MOGNATO chiede di convocare un tavolo per cercare di sciogliere i nodi di quella che pare essere l’unica proposta credibile (O.M.P.) se la vicenda non si riuscirà a chiudere positivamente, si dovranno chiarire fino in fondo di chi sono le responsabilità.
CAVALIERE è necessario convocare un tavolo di concertazione con l’Autorità Portuale, la Regione, la Provincia, il Comune ed ENI.
FORTUNA ritiene che il Consigliere Rosteghin, come del resto lui, sia rimasto deluso perché al soluzione non è a portata di mano. La cosa peggiore sarebbe il fallimento che complicherebbe enormemente le cose.
ASS. PARUZZOLO si dice sorpreso dalla delusione perché si è arrivati a questa situazione dopo vent’anni di deindustrializzazione di Marghera. Quando fu fatto il referendum sul CVM già si sapeva come sarebbe andata a finire. Si è alla fine di un processo di deindustrializzazione che difficilmente si potrà modificare. Il P.A.T. è solo un principio generale che tende ad interrompere la possibile speculazione dell’area di Marghera ma prima di vederne gli effetti passerà del tempo. Si deve capire che si è di fronte ad una vicenda complessa e si devono individuare due priorità: 1) si deve garantire il salario agli operai 2) che si sviluppino i progetti che gli consentano di riprendere di lavorare. Per questo motivo si deve evitare il fallimento, anche perché se non verrà dichiarato il fallimento si potrà aprire la prospettiva della vendita immediata degli impianti che potrà consentire il pagamento degli stipendi arretrati e consentirà di non dover più fare i presidi. Il primo, e più vicino alla realizzazione di un nuovo processo industriale, obiettivo rimane la proposta dell’Oleificio Medio Piave, sempreché l’O.M.P riesca a sostenere l’impegno economico, anche se la questione del Piano Economico Finanziario dell’O.M.P. sarà stata considerata possibile da chi lo ha dovuto valutare. Uno degli imprevisti che non era stato valutato riguarda la banchina del c.d. Molo Sali, sul canale di Malamocco- Marghera. Se si usa quella banchina il canale diventa impraticabile. L’Autorità Portuale ha detto all’Oleificio di stazionare le navi da un’altra parte. In questo momento è sortito un problema di bonifica che l’accordo del 16 aprile ha risolto riportando la spesa (per la bonifica) entro i limiti del Piano Economico Industriale. Si devono separare i problemi che non si riescono a risolvere entro il 23 gennaio da quelli che si potranno risolvere. L’appello che questa Commissione deve portare avanti deve tendere a scongiurare il fallimento. C’è poi da costruire quello che verrà dopo. Non sa se il tavolo proposto dal Consigliere Mognato possa essere risolutivo perché l’O.M.P. ha sempre detto di essere ad un passo dalla soluzione.
LAVORATORE VINYLS afferma che i delusi sono i lavoratori che sono stati chiamati solo oggi a pochi giorni dalla sentenza. Esorta a convocare, entro i giorni che mancano, il tavolo proposto.
PRES. FORTUNA chiede di essere tenuto informato da qui al 23 gennaio cercando di evitare il fallimento, nell’interesse della Vinyls e di tutta la comunità.
Alle ore 12.18 rientra il Consigliere Belcaro.
AVV. SIMEONE (Commissario) la vendita degli impianti ha un grande significato per i lavoratori e i Commissari hanno invertito il meccanismo (facendo firmare prima l’atto) in modo da, una volta emesso il provvedimento dal Ministero, poter convocare e farsi pagare subito. La realtà è però che la chimica non la vuole più nessuno ed uno dei problemi è che non c’è più l’intera filiera (vedi la mancanza del CVM). Informa che il terzo Commissario si è, correttamente, dimesso perché era stato raggiunto da un avviso di garanzia che lui ha ritenuto incompatibile col ruolo di Commissario. L’Oleificio ha coinvolto chi poi avrebbe dovuto rilasciare i permessi ed ha cominciato a negoziare direttamente con Syndial S.p.A.. I Commissari si sono incontrati sette volte con l’Autorità Portuale per capire cosa stesse succedendo e questa ha tacciato di inadempienza l’Oleificio. Ricorda che con la nuova legge sul lavoro, se dovesse intervenire il fallimento non ci potrà più essere la cassa integrazione.
Alle ore 12.30 esce il Consigliere Belcaro ed entra il Consigliere Zuin.
AVV. PIZZIGATI (Commissario) il fallimento complicherebbe enormemente le cose. La questione degli stipendi è legata alla possibilità di introitare risorse e le uniche risorse sono quelle che potranno derivare dalla vendita degli impianti. Il problema è che l’O.M.P. si è dotata di propri consulenti ed hanno imboccato una strada di maggior contrapposizione e si sono create delle criticità sul piano dei punti contrattuali da condividere. L’accordo sottoscritto coi sindacati dall O.M.P. non può essere recepito dai Commissari ai fini della procedura sul punto inderogabile, che hanno concordato, di assumere i dipendenti di Vinyls solo dopo 12-15 mesi. Loro, in qualità di Commissari che devono firmare il contratto, non possono accettare di far assumere i lavoratori dopo 12-15 mesi sapendo che la loro carica (di Commissari straordinari) cesserà dopo 10 giorni. L’Oleificio continua ad asserire che anche se il trasferimento viene concepito come trasferimento di ramo d’azienda non accettano il trasferimento del personale contestualmente al rogito.
PRES. FORTUNA alle ore 12.40, esaurito l’ordine del giorno, dichiara chiusa la seduta.
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