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Lista In Comune - Interrogazione nr. d'ordine 1513

Logo Lista In Comune Giuseppe Caccia
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
1513 255 18/10/2012 Giuseppe Caccia
 
Sindaco
Giorgio Orsoni
19/10/2012 18/11/2012
 
rinviata al
17/01/2013
 
rinviata al
18/12/2012
scritta

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
risposta28-01-2013Leggi
rinvio dei termini18-12-2012Leggi
rinvio dei termini16-11-2012Leggi

 

Venezia, 18 ottobre 2012
nr. ordine 1513
n p.g. 255
 

Al Sindaco Giorgio Orsoni


e per conoscenza

Al Presidente del Consiglio comunale
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: OLTRE AL CONSORZIO, ANCHE LE MIRE SPECULATIVE DEL GRUPPO LIGRESTI SULL’ARSENALE ? IL GOVERNO RITIRI AL DELEGA A SEGUIRE LA PARTITA PATRIMONIALE AL SOTTOSEGRETARIO MILONE PER EVIDENTE “CONFLITTO D’INTERESSI”

Tipo di risposta richiesta: scritta

 

Interrogazione urgente

Il sottoscritto Consigliere comunale,

premesso che, in data venerdì 12 ottobre u.s., all’incontro a Roma da tempo programmato per la perimetrazione delle aree dell’Arsenale da attribuire alle funzioni militari sulla base della Legge sulla “spending review”, si sarebbe presentato in rappresentanza del Ministero della Difesa il sottosegretario Filippo Milone, il quale avrebbe grevemente sottolineato la marginalità del ruolo del Comune, dopo l’inserimento del noto articolo sullo “scippo” all’interno del Decreto Passera, affermando di avere già chi è disposto ad investire sull’Arsenale “in contanti”;
considerato che tale riferimento, già del tutto inappropriato per un alto rappresentante del Governo nazionale, appare tanto più inopportuno da parte di un personaggio che risulta vantare il seguente profilo biografico: nasce a Paternò (provincia di Catania), cittadina di cui sono originari la famiglia Ligresti, i La Russa e tutti gli storici collaboratori del costruttore; appena laureato comincia a lavorare nell’azienda di costruzioni di Gaetano Graci, uno dei quattro cavalieri catanesi che negli anni Ottanta e Novanta furono al centro di numerosi procedimenti penali per reati di mafia e corruzione; nel periodo di Tangentopoli lavora come manager per un’altra importante impresa di costruzioni, la Grassetto SpA, e in questo ruolo ha subìto nell’ottobre del 1992 un arresto per ordine della Procura della Repubblica di Torino per i reati di turbativa d’asta e abuso d’ufficio e, nel 1997, una condanna penale definitiva ad un anno e sette mesi di reclusione per reati contro la Pubblica Amministrazione, poi cancellata con la riabilitazione; come risulta dall’allegato documento di Richiesta di autorizzazione a procedere del Senato della Repubblica contro Severino Citaristi (allora segretario amministrativo della Democrazia Cristiana), negli interrogatori con i Pubblici Ministeri che lo indagavano ad Asti, Milone ammette e illustra il sistema dei illegali ai partiti da parte delle imprese di costruzioni per cui lavorava; successivamente è socio in affari immobiliari con Giuseppe Pizza, noto alle cronache politiche come segretario della piccola formazione “nuova Democrazia Cristiana”, legata al PDL, insieme al quale compare nella compagine societaria della Edilalfa di Roma, una piccola impresa di costruzioni, fallita nel 2001; nel frattempo solo l’intervenuta prescrizione salva Milone dalla condanna in altri procedimenti penali legati alla stagione di Tangentopoli: a Milano per presunta corruzione per le licenze edilizie dell’area Portello, a Napoli per le tangenti versate per aggiudicarsi gli appalti per la realizzazione del metrò; Milone ha successivamente conservato ruoli dirigenziali e posti di consigliere d’amministrazione per molte aziende che gravitano nell’orbita della famiglia Ligresti: dalla holding immobiliare Progestim fino alla SAIagricola che gestisce i vigneti di Montepulciano della Fondiaria assicurazioni; il suo debutto “politico” avviene nel 2005 quando viene nominato, per intervento dell’on. Ignazio La Russa, consigliere d’amministrazione di Poste Italiane, in quota lottizzata da Alleanza Nazionale e, successivamente, da maggio 2008, consigliere per la politica industriale dello stesso on. La Russa, nel frattempo divenuto Ministro della Difesa; in tale ruolo ricompare, nel 2010, in un’intercettazione telefonica disposta dalla Magistratura che indaga sulle tangenti pagate dal gruppo Finmeccanica, citato in una conversazione tra Lorenzo Borgogni e un altro manager del gruppo, Marco Forlani; Milone pretende con fastidiosa insistenza un contributo finanziario in vista della festa del PDL del 2010 a Milano; per il Procuratore della Repubblica dott. Paolo Ielo da questa telefonata “si evince con solare evidenza come il ruolo di Borgogni dentro Finmeccanica fosse anche quello di occuparsi di contribuzioni illecite ai partiti”; il responsabile relazioni internazionali di Finmeccanica, Marco Forlani, dice a Borgogni: “Mi ha chiamato Filippo che dice su, su quel discorso che facciamo ogni anno della loro offerta di partito a Milano eccetera (…) credo sia una cosa del Pdl (…) lui mi ha anche detto che gli hai indicato che non volevi comparire come Finmeccanica, ma con una società esterna (…) lui dice scusami sto all’ultimo con l’acqua alla gola eccetera, perché lui deve parlare con qualcuno dei nostri tra oggi e domani”; Borgogni si infuria: “Dai Marco, maremma puttana Marco” perché non sono argomenti di cui parlare al telefono; Milone sarà presto interrogato su questa dalla Magistratura;
al di là di questi inquietanti precedenti, anche recentissimi, allo scrivente risulta estremamente preoccupante l’attuale situazione di torbido conflitto d’interessi in cui il sottosegretario Filippo Milone si trova: il 30 dicembre 2011 il Ministro della Difesa Gianpaolo di Paola ha firmato il decreto con le deleghe ai Sottosegretari; a Milone è stata affidata «la trattazione delle problematiche politico-militari a carattere industriale di cooperazione internazionale», ruolo delicato visti i suoi legami con Finmeccanica (è stato consigliere di Ansaldo Sts fino al 30 novembre scorso); in più, il Sottosegretario si occuperà delle «questioni concernenti i rapporti con gli enti del Ministero della difesa e il territorio, comprese le problematiche connesse con le servitù militari», e ancora, fatto per noi più rilevante «delle problematiche di razionalizzazione, dismissione, valorizzazione e gestione immobiliare, nonché concernenti gli alloggi per il personale»; si tratta, relativamente ai beni della Difesa, di un patrimonio e un giro d´affari considerevoli; ma, sulla base di semplici visure presso la banca dati delle Camere di Commercio, il Sottosegretario Milone, che ha il compito di occuparsi delle dismissioni dei beni immobiliari del Ministero della Difesa, risulta ad oggi ancora far parte di ben cinque società immobiliari e di una finanziaria: fa infatti parte del Collegio sindacale della Quadrifoglio Re Srl, che si occupa di riqualificare le ex Manifatture tabacchi di varie città, controllata dalla statale Fintecna e costituita insieme a Pirelli Re; è nella gestione della Sviluppo Centro est, nata per la riqualificazione di 60 ettari in zona Torre Spaccata a Roma, controllata dall´Immobiliare lombarda (Fonsai-Ligresti) e dalla Lamaro Appalti Spa (società di costruzione dei fratelli Toti); nella Federservizi immobiliare, controllata al cento per cento da Assoimmobiliare; nel Consorzio Prampolini; e, soprattutto, membro del Consiglio d’amministrazione del Progetto Alfiere Spa, società che si occupa della trasformazione delle tre torri e di una vasta area dell´Eur, a Roma, controllata ancora una volta Fintecna, l´immobiliare di Ligresti e i fratelli Toti; è infine presidente della Quintogest, una società finanziaria specializzata nella cessione del quinto dello stipendio, detenuta da Fonsai (gruppo Ligresti), da Antonio Giordano e dalla moglie dell´ex Ministro on. La Russa, Laura de Cicco; il vicepresidente che affianca Milone è Adriano Bazzoni (socio dello studio legale dello stesso on. La Russa;

considerato che l’interesse di tale intreccio di personalità, a cavallo tra politica e affari immobiliari, per il compendio dell’Arsenale di Venezia, sembra arrivare da lontano, visto che lo scrivente denunciava (in un Ordine del giorno poi approvato dal Consiglio comunale di Venezia in data 13 marzo 2009) che “nella sede del Salone Internazionale della Proprietà Immobiliare Mipim di Cannes (edizione 2008), il Ministro della Difesa on. Ignazio La Russa ha confermato la volontà di procedere all’alienazione sul mercato privato di oltre mille edifici di pregio, attualmente di proprietà del Demanio Militare, e tra questi nel territorio del nostro Comune, dell’Arsenale di Venezia e del complesso dell’isola di Sant’Andrea, con l’obiettivo di una loro valorizzazione attraverso la riconversione a finalità turistico-ricettive; e che la contropartita (dal Ministro proposta) per i Comuni interessati sarebbe costituita dalla miserabile elemosina di un quindici per cento delle aree interessate all’operazione di valorizzazione, destinando il restante ricavato a rimpinguare le esangui casse dello Stato centrale, senza alcuna positiva ricaduta per il territorio;”
considerato che l’atteggiamento, tenuto in questi ultimi mesi da parte del Sottosegretario alla Difesa dott. Filippo Milone nei confronti della gestione della partita patrimoniale dell’Arsenale nei confronti del Comune di Venezia, pare configurare un interesse tutt’altro che orientato al recupero, alla riqualificazione e alla messa a disposizione della Città di tale bene storico, architettonico e monumentale “indivisibile ed inalienabile”, e neppure al conseguimento di obiettivi strettamente legati alle esigenze operative della Marina Militare, ma piuttosto a prefigurare un’operazione di privatizzazione di carattere speculativo contraria all’interesse pubblico e alla difesa di tale bene comune; e considerato inoltre il ruolo tutt’ora svolto dal dott. Milone all’interno di numerose società legate al gruppo Ligresti, cioè ad uno dei più importanti operatori privati del Paese nel settore delle costruzioni e della speculazione immobiliare;
CHIEDE
al Sindaco di intervenire presso il Presidente del Consiglio dei Ministri e il Ministro della Difesa affinché sia al più presto ritirata la delega al Sottosegretario dott. Filippo Milone a trattare le partite patrimoniali relative al compendio dell’Arsenale di Venezia, al fine di evitare il sussistere di qualsiasi possibile evidente “conflitto d’interessi” tra i numerosi ruoli svolti dal dott. Milone.


Venezia, 16 ottobre 2012

 

Giuseppe Caccia

 
 
Pubblicata il 18-10-2012 ore 13:01
Ultima modifica 18-10-2012 ore 13:01
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