nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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1890 | 58 | 13/06/2013 | Sebastiano Bonzio |
18/06/2013 |
Venezia, 13 giugno 2013
nr. ordine 1890
n p.g. 58
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: VENEZIA SOSPENDA IL GEMMELLAGGIO CON ISTANBUL A SEGUITO DELL’USO SPROPOSITATO E VIOLENTO DELLE FORZE PUBBLICHE DA PARTE DEL GOVERNO TURCO
Premesso che
In queste ore centinaia di migliaia di persone stanno manifestando in decine di città turche. La contestazione dell'ennesimo progetto di cementificazione di un'area verde di Istanbul ha fatto da detonatore ad una protesta più vasta.
Da venerdì 31 maggio 2013, in reazione alla decisione del Sindaco di Istanbul di abbattere gli alberi del parco Gezi nel centro della storica città turca per costruirvi una mega struttura commerciale, numerosi cittadini – contro l'autoritarismo del governo Erdogan e contro una politica che a un arretramento sui diritti civili accosta un processo di sviluppo capitalistico selvaggio che taglia fuori milioni di persone per concentrare in poche mani il prodotto della crescita economica di cui sta godendo il paese – hanno organizzato manifestazioni e cortei che sono culminati con la pacifica occupazione di piazza Taksim.
Una piazza simbolo della protesta, di una rivolta per l'ambiente, la democrazia, la laicità e la giustizia sociale. Una piazza che è divenuta il megafono di un intero Popolo che chiede a gran voce le dimissioni del premier turco e che, nell’esercizio di questo diritto democratico è stato brutalmente attaccato e represso dalle numerose, violentissime cariche della polizia.
Nei giorni seguenti imponenti cortei partecipati e promossi dai partiti di opposizione, dai principali sindacati e da altre organizzazioni di massa, a Istanbul, Ankara e in tutto il Paese, sono sfociati in durissimi scontri tra manifestanti e polizia che ha rispolverato metodi degni della peggior “macelleria messicana”: violenze contro manifestanti inermi, arresti indiscriminati, abusi di ogni genere ed il ricorso a pratiche di “violenza sessuale punitiva” contro manifestanti in stato di fermo.
La cartina di tornasole della ferocia della repressione praticata dal Governo, guidato da Recep Tayyip Erdoğan, può essere rappresentata dall’incredibile decisione di far arrestare gli stessi avvocati che difendevano i manifestanti, come riportato anche in questo stralcio di un comunicato di Amnesty International dell’11 giugno: “… 72 avvocati sono stati arrestati intorno alle 12 ora locale mentre erano riuniti nel tribunale di Çaðlayan per elaborare una dichiarazione sulla situazione nel Parco Gezi. Inizialmente sono stati trattenuti nel tribunale e poi trasferiti nella stazione di polizia di via Vatan. Da quando le proteste sono iniziate a Istanbul e nel resto della Turchia, circa due settimane fa, migliaia di manifestanti pacifici sarebbero stati feriti a causa degli interventi della polizia. Tre persone sarebbero morte durante le proteste: una a causa dell'uso eccessivo della forza e due, compreso un agente di polizia, in seguito a incidenti. L'Associazione medica turca ha rivelato che il numero dei feriti sarebbe più alto dopo l'attacco di oggi della polizia ai manifestanti. Tra questi, nove persone ferite da proiettili di gomma, con diversi arti rotti, e un certo numero di casi di trauma alla testa e al torace e una frattura al cranio.”
Considerato che
Il premier turco, pur ammettendo – in risposta anche alle accuse rivolte da Amnesty International - un eccesso di violenza da parte della polizia nella repressione della protesta, ad oggi non ha cambiato la sua violenta strategia di contrasto, anzi in un discorso di fronte al Parlamento ha annunciato "tolleranza zero" contro le proteste, puntando inoltre il dito contro i social media da cui sono stati convocati con un tam-tam incessante i cortei di questi giorni, definendoli una minaccia per la società.
Anche il Sindaco di Istanbul, sulla stessa lunghezza d’onda del premier, ha annunciato la linea dura affermando che queste misure repressive continueranno ininterrottamente fino a quando gli elementi radicali della protesta saranno resi inoffensivi.
Considerato inoltre che
Venerdì 8 giugno 2007, l’allora Sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, con il suo omologo di Istanbul, Kadir Topbas, presso Sala degli Stucchi a Ca' Farsetti, hanno firmato il protocollo di gemellaggio tra le due Città e che quel rapporto le lega ancora.
Il Comune di Venezia, in materia di rispetto dei diritti politici e della libertà della persona, aderisce in pieno ai dettami della Costituzione della Repubblica Italiana e nel proprio Statuto all’Articolo 2, comma 4, prevede che “Il Comune di Venezia, aderendo alla Carta Europea delle Libertà e dell’Autonomie Locali, concorre alla costruzione dell'Europa libera e democratica.”
Per tutto quanto premesso e considerato, il Consiglio Comunale:
DICHIARA la propria solidarietà con la lotta del popolo turco e la propria vicinanza ai cittadini di Istanbul a cui la nostra Città è legata da un solido legame di fratellanza.
CONDANNA con fermezza qualsiasi violenza, messa in atto da parte delle autorità turche, per reprimere legittime proteste in piazza.
IMPEGNA il Sindaco:
ad interloquire con il Ministro degli Esteri Emma Bonino affinché il Governo assuma una posizione più decisa di condanna all’operato del Governo guidato da Recep Tayyip Erdoğan e di difesa dei diritti umani e democratici del popolo turco.
ad inviare un accorato appello al Sindaco di Istanbul, Hussein Avni Mutlu, affinché vengano cessate le violenze contro i manifestanti e ripristinata una condizione di garanzia del diritto a manifestare e del diritto di dissenso che ogni democrazia, per essere tale, deve garantire agli oppositori.
Nel caso in cui tale appello cadesse nel vuoto, per dar un significativo segnale di Pace alla comunità internazionale e testimoniare che Venezia Città di Pace non può restare indifferente di fronte alle violenze messe in atto dal Governo guidato da Recep Tayyip Erdoğan contro il Popolo turco, a sospendere temporaneamente il rapporto di Gemellaggio oggi in essere tra la Città di Venezia e Istanbul, in attesa che venga ripristinata una condizione di rispetto dei diritti, della dignità e dell’integrità dei cittadini, condizione necessaria per aspirare veramente alla costruzione di un'Europa libera e democratica.
Sebastiano Bonzio
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