nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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1532 | 107 | 06/11/2012 | Michele Zuin Saverio Centenaro - Sebastiano Costalonga - Marta Locatelli - Luca Rizzi - Raffaele Speranzon |
07/11/2012 |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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esito | 07-11-2012 | Leggi |
Venezia, 6 novembre 2012
nr. ordine 1532
n p.g. 107
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Arsenale di Venezia.
Premesso:
che è in atto uno scontro istituzionale molto forte tra il Comune di Venezia da una parte e il Governo dall’altra, in particolare il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Magistrato alle Acque di Venezia (diretta emanazione dello stesso Ministero sul territorio e preposto alla Salvaguardia di Venezia), sulle aree dell’Arsenale di Venezia;
che tale situazione è frutto esclusivamente dell’incapacità del Sindaco e della Giunta di realizzare specifici “accordi di valorizzazione” con tutti i soggetti pubblici coinvolti nella gestione dell’Arsenale, come previsto dall’art. 5, comma 5, del D.Lgs. n. 85/2010 (e come prospettato dallo stesso Comune di Venezia nella nota Prot. 2011/251519);
Considerato:
negli ultimi anni sono stati impegnati circa 80 milioni di Euro da parte dello Stato per la riqualificazione dell’Arsenale Nord e la sua infrastrutturazione, con la conseguenza pratica di poterlo aprire ai “alla Città e a tutti i Cittadini”, ricordando inoltre che, senza tali interventi oggi staremo probabilmente parlando di aree abbandonate a se stesse e in totale degrado;
che va quindi sottolineata tale evidenza e non presa come un dato di fatto acquisito. Lo Stato ha sicuramente il “dovere” di occuparsi dei propri beni, ma è anche vero che, soprattutto alla luce della grave crisi economica del nostro paese, nulla deve essere dato per scontato;
che proprio la necessità dello Stato di occuparsi dei propri beni ha dato luogo alla prevista modifica legislativa sulla proprietà delle aree dove, come si diceva, dal 2005 lo Stato sta realizzando le infrastrutture, le strutture e il recupero degli edifici necessari per consentire l’insediamento delle funzioni di manutenzione e di gestione Mo.se. e molto altro;
Che si parla a sproposito di modifiche della Legge 135/2012 in itinere che favorirebbero il Consorzio Venezia Nuova nel futuro dato che la manutenzione del Mo.se. andrá a gara una volta realizzata l'opera, come previsto dal Ministero delle Infrastrutture e più volte ribadito dal Comitato di Indirizzo Coordinamento e Controllo, ex art. 4 della Legge 798/1984, che presiede all'azione di Salvaguardia di Venezia e della sua laguna;
che è l’Avvocatura dello Stato che ha sottolineato in un proprio parere del 14/09/2012: “le conseguenze gravemente pregiudizievoli per l’interesse pubblico relativo alla realizzazione del sistema di difesa dalle acque alte derivanti da quanto disposto dalla norma di cui all'art. 3, comma 19 bis DL 06/07/2012 n. 95, introdotta con Legge di conversione 07/08/2012 n. 135, denominata Spending Review 2", infatti, l'Avvocatura ricorda gli 80 milioni giá stanziati per le opere necessarie e il notevole fabbisogno ancora da finanziare e rileva che l'avvenuto trasferimento all'Ente Locale inibisce la prosecuzione degli interventi programmati non solo per l'indisponibilitá giuridica dell'area, ma soprattutto per la conseguente illegittimitá di impiegare fondi statali per la realizzazione di opere su aree di proprietá di un altro Ente". L'Avvocatura prevede, inoltre: "l'effetto negativo indiretto sulla realizzazione delle opere a mare - stante l'ovvia necessitá della previa predisposizione del polo logistico di gestione e manutenzione - con ulteriore protazione dei tempi di esecuzione dell'opera e conseguenti ingentissimi ulteriori costi”;
Che, in definitiva, nella migliore delle ipotesi ed in base all'attuale quadro normativo, il sistema Mo.se. subirebbe un rallentamento nell'esecuzione con ipotizzabile aumento dei costi di parecchie centinaia di milioni di Euro;
che il Sindaco ha varie volte espresso (non da ultimo nella conferenza dei capigruppo) giudizi sprezzanti sull'Avvocatura dello Stato e sul suo Parere citato, come quando ha definito l'Avvocatura dello Stato un "Juke-box" che suona la musica che vuole colui che mette il gettone, intendendo che l'Avvocatua di Stato agirebbe in conformitá a ciò che gli viene suggerito dal Magistrato alle Acque. Tale posizione la dice lunga sul rispetto delle Istiuzioni da parte del nostro Sindaco e verrebbe da chiedergli cosa dovrebbe fare il Consiglio Comunale quando il Sindaco consiglia di assumere una determinata posizione supportata dal parere dell'Avvocatura Civica del Comune?
Che il Sindaco non ha mai, seriamente, proposto un rimedio o una soluzione valida a ciò che esprime l'Avvocatura di Stato per risolvere il problema, salvo invocare in maniera spiccatamente ripetitiva: il "furto" perpetrato dallo Stato nei confronti del Comune per le modifiche previste nel decreto all'esame del Senato alla Legge 135/2012 e che consentirebbe semplicemente allo Stato di proseguire - non su tutte le aree come erroneamente si pensa, ma solo su quelle limitatissime demandate alla manutenzione del Mo.se. - gli investimenti di recupero e infrastrutturazione giá previsti;
Rilevato:
inoltre, che al di lá dei proclami lanciati da molti sulla cosiddetta "proprietá del Comune delle aree", va chiarito nei termini che, secondo quanto previsto dalla Legge 135/2012 sopracitata, se la proprietá delle aree in discussione va al Comune, LA GESTIONE - senza possibilitá di modifica perchè previsto dalla Legge stessa - va alla Societá Arsenale di Venezia S.p.a. (societá mista Demanio-Comune) con la partecipazione di minoranza del Comune. Quindi una societá di diritto privato dove il Comune è in minoranza e dove quindi si possono vendere quote anche a privati, alla faccia di slogan quali: “l'Arsenale ai Veneziani!”;
che, quindi, la gestione delle aree in oggetto di discussione sarebbe sottoposta alle decisioni del C.d.A. della società e non certo del Consiglio Comunale;
che, comunque, le attuali concessioni in essere all’interno dell’Arsenale di Venezia resterebbero in vigore a prescindere dalla proprietà effettiva delle singole aree, e che, quindi, lo spazio disponibile e libero per eventuali nuove concessione è limitatissimo;
inoltre che, secondo quanto previsto dalla Legge 135/2012: “le somme ricavate per effetto dell’utilizzo del compendio sono esclusivamente impiegate per la gestione e la valorizzazione dell’Arsenale tramite la suddetta SOCIETA’ ” (Società Arsenale di Venezia S.p.a.), e quindi di fatto tolte dalla disponibilità di scelte del Consiglio Comunale e in generale dell’Amministrazione Comunale. E che saranno ridotte le risorse spettanti al Comune di Venezia da parte dello Stato in maniera equivalente alle entrate erariali conseguenti al trasferimento. Con il risultato che il Comune di Venezia avrà meno soldi a sua disposizione, a favore delle nuove entrate da canoni a favore e nella disponibilità esclusiva della Società Arsenale di Venezia S.p.A. che la stessa societá non ha mai saputo proporre con chiarezza cosa vorrebbe effettivamente fare sulle aree libere che sarebbero assunte alla sua gestione (piscine, resort, case per studenti ecc..) generando forti dubbi sulla reale credibilitá di un piano di recupero di queste aree, che non rispecchia quell’inversione di tendenza alla monocultura turistica ricettiva che invece chiede la Città;
Che la stessa societá dal 2005 ha fatto poco che nulla lasciando le aree prive di reali funzioni;
Visto:
l'importanza imprescindibile dell'opera Mo.se., significata proprio in questi giorni di maree eccezionali, dove si sarebbero tranquillamente evitati i disagi patiti dalla Cittá e dai cittadini veneziani;
anche le ultime dichiarazioni del Sindaco sul Governo per indurlo a non rallentare la conclusione dei lavori del Mo.se. (“che il Mo.se. entri in funzione un anno prima o un anno dopo non è indifferente, il cattivo tempo non aspetta i calcoli dei ragionieri”) che sono contraddittorie rispetto alla sua azione contro le modifiche alla Legge 135/2012, che renderebbero secondo quanto dichiarato dal Magistrato alle Acque e l’Avvocatura di Stato sicuramente un rallentamento nell'esecuzione dell’opera in quanto non si può finire il Mo.se. senza certezza su dove fare la sua manutenzione;
Ricordando che:
l’arsenale di Venezia costituisce una parte molto estesa della Città insulare e fu il cuore dell’industria navale veneziana a partire dal XII° secolo. L’Arsenale di Venezia è, da sempre, nel pensiero del “Veneziano” come un luogo simbolo della potenza economica, produttiva, politica e militare della Città e che tale complesso produttivo d’epoca preindustriale ha trovato e trovano tutt’ora spazio le maestranze specializzate nelle attività artigianali in Venezia;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
A fare veramente gli interessi dei cittadini concentrando i propri sforzi nella collaborazione con gli altri Enti per una gestione dell'Arsenale di Venezia che possa veramente portare ad un complessivo miglioramento della situazione attuale e di reale possibilitá per i Veneziani di godere di questo sito, evitando battaglie egemoniche che non possono che compromettere gli investimenti dello Stato sull'Arsenale stesso.
A rendere più produttiva la Societá Arsenale di Venezia S.p.a., con il determinante “indirizzo” del Consiglio Comunale, che stabilirà le linee per un progetto delle aree assegnate, attraverso un confronto con le realtà associative e produttive della Città.
Michele Zuin
Saverio Centenaro - Sebastiano Costalonga - Marta Locatelli - Luca Rizzi - Raffaele Speranzon
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