nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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417 | 3 | 18/01/2011 | Giuseppe Caccia Camilla Seibezzi Claudio Borghello Giacomo Guzzo Luigi Giordani Simone Venturini Sebastiano Bonzio |
19/01/2011 |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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esito | 02-02-2011 | Leggi |
Venezia, 18 gennaio 2011
nr. ordine 417
n p.g. 3
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: REFERENDUM PER L’ACQUA BENE COMUNE: MORATORIA DEI PROCESSI DI PRIVATIZZAZIONE E CAMPAGNA D’INFORMAZIONE
Premesso che il Consiglio Comunale di Venezia con deliberazione n. 14, del 18 gennaio 2010, ha votato l'approvazione dei principi orientati al concetto dell'acqua quale “bene comune dell'umanità” e il loro recepimento nello Statuto Comunale, che così modificato all’articolo 2/bis afferma che il Comune di Venezia:
“1. riconosce il Diritto umano all'acqua, ossia l’accesso all’acqua come diritto umano, universale, indivisibile, inalienabile e lo status dell’acqua come bene comune pubblico;
2. garantisce la disponibilità e l’accesso individuale e collettivo all’acqua potabile in quanto diritti inalienabili e inviolabili della persona umana e si estrinseca nell’impegno a garantire ai cittadini un minimo vitale giornaliero e la priorità del consumo umano delle risorse idriche rispetto ad altri usi;
3. conferma il principio della proprietà e gestione pubblica del servizio idrico integrato e che tutte le acque, superficiali e sotterranee, anche se non estratte dal sottosuolo, sono pubbliche e costituiscono una risorsa da utilizzare secondo criteri di equità, solidarietà (anche in rapporto alle generazioni future) e rispetto degli equilibri ecologici.”:
e, all'articolo 19, comma 2:
“2. Il Comune di Venezia riconosce che la gestione del servizio idrico integrato è un servizio pubblico locale privo di rilevanza economica, in quanto servizio pubblico essenziale di interesse generale per garantire l’accesso all’acqua per tutti e pari dignità umana a tutti i cittadini, pertanto non soggetto alla disciplina della concorrenza, e quindi la cui gestione va attuata attraverso gli Artt. 31 e 114 del D.Lgs n. 267/2000 con meccanismi che garantiscano la partecipazione sociale.” ;
premesso inoltre che, in osservanza dei principi statuti all'articolo 2/bis dello Statuto Comunale, in data 14 giugno 2010 il Consiglio Comunale ha formalmente aderito – approvando un proprio ordine del giorno - alla campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell'acqua promossa dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua e si è impegnato a sostenere analoghe iniziative volte a sancire il principio che l’acqua è un “bene comune dell’umanità”;
premesso infine che, in data 12 gennaio 2011 la la Corte Costituzionale si è pronunciata a favore
dell'ammissibilità di due dei tre quesiti referendari presentati dal Forum italiano dei movimenti per l'acqua, in calce ai quali erano state raccolte più di un milione e quattrocentomila firme in tutta Italia, quasi diciottomila solo nella nostra provincia e, in particolare,
la richiesta di referendum n. 1) “ Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione ”: "Volete voi che sia abrogato l'art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 "Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria" convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n.133, come modificato dall'art.30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n.99 recante "Disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia" e dall'art.15 del decreto legge 25 settembre 2009, n.135, recante "Disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europea" convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n.166, nel testo risultante a seguito della sentenza n.325 del 2010 della Corte costituzionale?";
e la richiesta di referendum n. 3 "Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma ": "Volete voi che sia abrogato il comma 1, dell'art. 154 (Tariffa del servizio idrico integrato) del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 "Norme in materia ambientale", limitatamente alla seguente parte: "dell'adeguatezza della remunerazione del capitale investito"?";
considerato che, per disposizione di legge, ora il Consiglio dei Ministri è tenuto a fissare la data del voto sui referendum, in un periodo compreso tra i prossimi 15 aprile e 15 giugno 2011;
richiamato il fatto che l’art. 23 bis della Legge n. 133/2008 (conversione in legge del cosiddetto Decreto Ronchi), relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica ed oggetto del primo quesito referendario, prevede come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%;
e che, con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni degli A.ATO che, come nel caso di Venezia, hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico; e che, secondo le norme qui sopra ricordate, queste ultime società dovranno cessare improrogabilmente entro il 31 dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di
trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%; e che, infine, la norma disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015;
considerato perciò che l’applicazioni di tali norme, oggetto dei quesiti referendari, potrebbe comportare di fatto l’avvio di un processo di forzosa privatizzazione anche di Veritas SpA e che, pertanto, il successo dei referendum è condizione necessaria per difendere il patrimonio comune, rappresentato dalla gestione pubblica del servizio idrico integrato da parte di Veritas SpA, gestione che ha fin qui garantito per i nostri cittadini un servizio di qualità (l'acqua di Venezia è tra le migliori del Paese) a tariffe molto basse (Venezia è, per costo al metro cubo, seconda solo a Milano, che però non copre i costi di depurazione a livello degli standard lagunari);
tutto ciò premesso e considerato,
il Consiglio Comunale di Venezia
• chiede al Governo e al Parlamento nazionali l’immediata approvazione di un provvedimento di moratoria sulle scadenze previste dal cosiddetto Decreto Ronchi e sulla normativa di soppressione delle Autorità d’Ambito territoriale, dal momento che le scadenze imposte dall’art. 23 bis della Legge n. 133/2008 e successive modificazioni, e quelle previste dalla Legge 42/2010 sulla soppressione delle A.ATO, come organi di decisione da parte dei Comuni sui modelli di affidamento, rischiano di accelerare i processi di privatizzazione in corso e devono di conseguenza essere posticipate a data successiva alla celebrazione dei referendum;
• impegna il Sindaco e la Giunta a promuovere ed organizzare una vasta e capillare campagna di informazione e sensibilizzazione sui contenuti dei quesiti referendari e sulla rilevanza delle conseguenze dell’esito del referendum, finalizzata ad ottenere la massima partecipazione informata dei cittadini all’esercizio del diritto-dovere del voto nella consultazione referendaria.
Giuseppe Caccia
Camilla Seibezzi
Claudio Borghello
Giacomo Guzzo
Luigi Giordani
Simone Venturini
Sebastiano Bonzio
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