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Ordine del giorno nr. d'ordine odg_339

Seduta del 17-12-2013

nr. d'ordine seduta del espressione di voto mozione/i di riferimento
odg_339 17-12-2013 approvato
tabella votazione
2234

 

 

Oggetto: Mozione collegata al P.D.N. 2013.903 – Comune di Venezia /PMV Spa. – Nuova Stazione Multimodale in Piazzale Cialdini – Arredo Urbano a Mestre. –Permesso di costruire per la realizzazione di opere edilizie in deroga agli strumenti edilizi ai sensi dell’articolo 14 del DPR 380/2001. Approvazione progetto definitivo (C.I. 13283).

 

Il Consiglio Comunale
 

Premesso che

se si effettua la ricerca delle parole “Enrico Cialdini” su Google, lo stesso motore di ricerca vi suggerisce:

Enrico cialdini
Enrico cialdini criminale di guerra
Enrico cialdini criminale
Enrico cialdini wikipedia

Da una semplice consultazione su wikipedia si apprende che:
[….] comandò una dura repressione messa in atto attraverso un sistematico ricorso ad arresti in massa, esecuzioni sommarie, distruzione di casolari e masserie, vaste azioni contro centri abitati come l'eccidio di Casalduni e Pontelandolfo, nell'agosto 1861.
A proposito dell’eccidio di Pontepandolfo, le cronache dell’epoca riportano che:
“L’esercito piemontese circondò il paese, fucile alla mano, pronto a far fuoco. […..] Portata a termine l’operazione salvataggio dei settari, che non superavano la decina, i bersaglieri si gettarono a capofitto nei vicoli e nelle strade di Pontelandolfo.
Erano le quattro del mattino quando ebbe inizio l’eccidio.
Le case furono incendiate. Gli abitanti, armati di roncole e forche, tentarono una sterile difesa, ma i fucili dei piemontesi ebbero inesorabilmente la meglio su di loro.
Alcuni vennero stesi nella propria abitazione, altri dormienti nel proprio letto, altri mentre fuggivano.
Qualcuno riusciva ad oltrepassare la porta di casa ma veniva abbattuto sull’uscio senza pietà.
Grida, urla, gemiti dei feriti, pianti dei bambini.
Pontelandolfo fu messa a ferro e fuoco. Tutto il paese bruciava.
Nicola Biondi, contadino sessantenne, fu legato ad un palo della stalla da dieci bersaglieri, i quali denudarono la figlia Concettina, di sedici anni, e tentarono di violentarla. Ma la ragazza difese strenuamente l’onore. […..] Decine e decine erano i cadaveri disseminati nei vicoli, nelle strade, nelle piazze. Alle ore sei metà paese era in fiamme, mentre i bersaglieri continuavano la mattanza. Ancora uccisioni, stupri, fucilate, grida, urla.
I vecchi venivano fucilati subito e così i bambini che ancora dormivano nei loro letti.
Dopo aver ammazzato i proprietari delle abitazioni, le saccheggiavano: oro, argento, catenine, bracciali, orecchini, oggetti di valore, orologi, pentole e piatti.

Il sangue scorreva a fiumi per le strade di Pontelandolfo.
Prima ad essere saccheggiata fu la chiesa di San Donato, ricca di ori, di argenti, di bronzi lavorati, di voti, persino le statue dei santi furono trafugate. Il saccheggio e l’eccidio durarono l’intera giornata del 14 agosto 1861.
Donne seminude, sorprese mentre dormivano, cercavano scampo fuggendo; ma, se vecchie, venivano subito infilzate, se giovani ed avvenenti, venivano violentate e poi uccise.
I morti venivano accatastati l’uno sull’altro.
Chi non riusciva a morire subito doveva anche sopportare la tortura del fuoco, che veniva appiccato sopra i cadaveri con legna secca e fascine fatte portare lì da giovani sotto la minaccia delle baionette. Questi gentiluomini che militavano nell’esercito piemontese erano agli ordini di Enrico Cialdini, che orgoglioso dei risultati conseguiti dai suoi uomini telegrafava al ministro della Guerra piemontese: “ieri all’alba giustizia fu fatta contro Pontepandolfo e Casalduni”.
Giustizia fatta, dunque! Solo che essa era stata fatta contro civili inermi, contro vecchi, donne, bambini; la giustizia dei Piemontesi quindi, accompagnata da nefandezze che nemmeno i nazisti hanno saputo replicare.
Le stime parlano di un numero di vittime civili tra le 160 e le 1000 e di 3000 famiglie private della propria abitazione

considerato che

a Enrico Cialdini, ormai indicato anche dai più benevoli come un criminale di guerra, sono state intitolate numerose strade di molte città in Italia, tra le quali il Piazzale di Mestre che ospiterà la Nuova Stazione Multimodale.
Appare opportuno rompere questa mistificazione storica derivante dall’assunzione acritica della retorica risorgimentale e ripristinare una condizione di verità sul reale ruolo esercitato dalle personalità cui sono intitolati importanti spazi urbani della Città.
Questa constatazione appare tanto più clamorosa dal momento che questo onore non viene attualmente tributato nemmeno a personalità che, come i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, tanto hanno fatto per il progresso sociale, civile e politico del nostro Paese.

Tutto ciò premesso il Consiglio Comunale impegna la Giunta:

ad attivarsi affinché venga cambiata l’attuale denominazione del piazzale di Mestre che ospiterà la Nuova Stazione Multimodale, rimuovendo quella del criminale di guerra Enrico Cialdini, individuandone una più rispondente alla sensibilità democratica diffusa in Città e che realmente abbia contribuito al progresso sociale, civile e politico del nostro Paese, magari attivando sull’argomento una consultazione dei cittadini, previo coinvolgimento delle associazioni attive nella ricerca storica di Mestre.

 

 
 
A cura della Segreteria della Presidenza del Consiglio comunale
Pubblicato il 20-12-2013 ore 17:23
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