Seduta del 31-01-2011
nr. d'ordine | seduta del | espressione di voto | mozione/i di riferimento |
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odg_50 | 31-01-2011 | approvato tabella votazione |
426 |
Oggetto: Grave situazione riguardante gli sfratti esecutivi nel Comune di Venezia
Premesso che:
- La situazione economica nazionale è particolarmente grave e, ad oggi, non si intravedono i tanto attesi segnali di ripresa;
- Tra gli effetti più devastanti della crisi, derivato anche o soprattutto dalla perdita del posto di lavoro, vi è il palese rischio di essere sfrattati dalla propria abitazione o risultare non in regola con il pagamento dell’affitto;
- Nell’anno 2011 verranno a scadere anche moltissime cassaintergazioni, con il pericolo che si possano determinare le condizioni affinché altre centinaia di famiglie si accodino alla condizione descritta al punto precedente.
Visto che:
- Il Governo, che in questi due anni ha drasticamente ridotto i fondi per finanziare piani di edilizia sociale attesi da anni, fino ad ora non ha riproposto la sospensione degli sfratti per finita locazione, provvedimento che dava sollievo rispetto alla pesante situazione delle famiglie in difficoltà, nonostante tale differimento sia stato sollecitato sia dai sindacati degli inquilini e dei lavoratori sia da molte associazioni di volontariato e dall'ANCI che chiedevano la sua reiterazione nel cosiddetto "Decreto Milleproroghe" ed il suo allargamento a nuclei soggetti a sfratto per “morosità incolpevole”;
- Tale decisione sarebbe dovuta rientrare nel cosiddetto decreto “mille proroghe”, il quale avrebbe dovuto prevedere un altro anno di sospensione rivolto alle fasce più deboli dei cittadini;
- A tal proposito, sino al 31/12/2010 è stato vigente il decreto legge n. 194 del 30 dicembre 2009, convertito nella legge n. 25 del 26/02/2010, per effetto del quale, per l’anno 2010, è stata determinata la sospendibilità degli sfratti per finita locazione che riguardavano soggetti con reddito del nucleo familiare inferiore a 27.000,00 € e con la presenza, nel nucleo stesso, di una o più, delle seguenti condizioni: soggetti ultra sessantacinquenni, soggetti diversamente abili, figli minori a carico, malati terminali.
Considerato che:
- Per quanto concerne le richieste di assistibilità presentate dai soggetti sottoposti a provvedimento di sfratto per finita locazione, al 31 dicembre 2010, nel Comune di Venezia, risultano ancora aperte complessivamente 164 posizioni, comprese quelle pervenute negli anni precedenti. La mancata reiterazione della sospendibilità rimette automaticamente in attuazione tutte queste esecuzioni a partire dal 1° gennaio 2011, oltre a quelle per morosità.
Rilevato che:
- La mancata reiterazione del decreto ha posto in grosse difficoltà non solo il Comune di Venezia, ma complessivamente tutti i Comuni d’Italia ad elevata tensione abitativa.
- Il mancato inserimento del provvedimento di proroga degli sfratti, rischia di sommarsi al preannunciato taglio del 85% delle risorse previste per il contributo affitto a sostegno delle famiglie appartenenti alle fasce di reddito più basse.
impegna il Sindaco e la Giunta affinchè:
- Venga conferito mandato al Sindaco e alla Giunta di intercedere presso gli organi istituzionali competenti, al fine di ottenere il ripristino del decreto nel più breve tempo possibile;
- Il Sindaco, in riferimento all’argomento, intraprenda un’azione di coinvolgimento e sensibilizzazione presso gli altri Comuni della Provincia di Venezia e della Regione Veneto (a cominciare dalle Città Storiche), nonché presso l’ANCI, con l’obiettivo di costruire una massa critica sufficiente per raggiungere l’obiettivo di far reiterare il Decreto di proroga degli sfratti.
- Nel caso in cui le risposte raccolte in sede governativa risultassero essere negative o tardive, a riaggiornare il contenuto del “Protocollo di intesa per l’esecuzione degli sfratti per finita locazione ad uso abitativo nel centro storico del Comune di Venezia”, siglato dai rappresentanti dell’Amministrazione, dell’Ordine degli avvocati e di tutte le associazioni dei proprietari e degli inquilini, per cercare di concertare in sede locale uno strumento che aiuti a non aggravare ulteriormente una situazione che si presenta già difficilissima sul piano sociale, a causa della crisi economica che ha colpito il Paese.
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