Seduta del 17-06-2013
nr. d'ordine | seduta del | espressione di voto | mozione/i di riferimento |
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odg_272 | 17-06-2013 | approvato tabella votazione |
1895 |
Oggetto: Piena attuazione della Legge 194/78
Il Consiglio Comunale
Il Consiglio Comunale di Venezia
Considerato
- Che la Legge 194/78 ha dimostrato di essere un efficace strumento normativo, giacché – come si evince dalle relazioni annuali sul suo stato di attuazione – nei 35 anni della sua vigenza il numero di interruzione volontarie di gravidanza ha conosciuto un progressivo decremento, come pure il tasso di abortività per donna;
- Che la Legge 194/78 statuisce il diritto della donna alla procreazione libera, cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e la possibilità per la donna di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza presso le strutture del servizio sanitario nazionale con gratuità;
- Che la stessa Legge 194/78 introduce la possibilità per il medico di dichiarare la propria obiezione di coscienza all’interruzione volontaria di gravidanza;
- Che l’ultima relazione sullo stato di attuazione della Legge 194/78, presentata al Parlamento dal Ministro della salute il 9 ottobre 2012, evidenzia che la percentuale di obiettori di coscienza conosce un incremento tendenziale molto alto, tanto da arrivare al 69,3% tra i ginecologi, al 50,8% tra gli anestesisti, al 44,7% tra il personale non medico, e che alcune regioni hanno segnalato la riduzione dei servizi effettivi relativi all’interruzione di gravidanza;
- Che l’art. 9 comma 4 della stessa Legge 194/78 prevede che “Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare (…) l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità” e che “la Regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale”;
- Che il Comitato nazionale di bioetica, tra le sue raccomandazioni, propone che “l’obiezione di coscienza in bioetica deve essere disciplinata in modo tale da non discriminare né gli obiettori né i non obiettori e, quindi, non far gravare sugli uni o sugli altri, in via esclusiva, servizi particolarmente gravosi o poco qualificanti” e raccomanda a tal fine “la predisposizione di un’organizzazione delle mansioni e del reclutamento negli ambiti della bioetica in cui l’obiezione di coscienza viene esercitata, che può prevedere forme di mobilità del personale e di reclutamento atte a riequilibrare, sulla base dei dati disponibili, il numero degli obiettori e dei non obiettori”;
Valutato
- Positivamente l’approvazione da parte della Camera dei Deputati nella seduta dell’11 giugno u.s. di alcune mozioni relative all’applicazione della Legge 194/78, in specie per quanto riguarda l’impegno del Governo a convocare la Conferenza Stato-Regioni richiedendo in quella sede alle stesse Regioni una verifica dei rispettivi stati di attuazione della Legge, in particolare per quanto riguarda l’applicazione del citato art. 9 comma 4, che se attuato, consentirebbe il fatto che il diritto individuale all’obiezione di coscienza nei confronti dell’interruzione volontaria di gravidanza non si traduca mai nel diritto di un’intera struttura del servizio sanitario a non rendere disponibili i servizi contemplati dalla Legge 194/78,
Ribadito
- Che la Legge 194/78 inoltre assegnava ai consultori familiari un ruolo strategico per la tutela sociale della maternità, garantendo alla donna in stato di gravidanza un’informazione completa ed esaustiva sui servizi sociali, sanitari e assistenziali concretamente offerti dalle strutture operanti nel territorio e un’assistenza per accompagnarla nella gestione della stessa gravidanza;
- Che la rete dei consultori familiari e territoriali costituisce un’importante ed essenziale strumento per aiutare le politiche di prevenzione e di promozione della maternità/paternità libera e consapevole, e che fenomeni di incremento al ricorso all’Interruzione Volontaria di Gravidanza in determinate categorie, come le donne immigrate, sono causati dal fatto che queste ultime non hanno l’opportunità di incrociare in maniera efficace la stessa rete consultoriale;
- Che specifiche campagne di informazione ed educazione sessuale su tali temi dovrebbero coinvolgere in particolare le scuole e gli istituti di formazione;
tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale di Venezia,
RIBADISCE
La necessità di dare piena attuazione alla Legge 194/78;
RICHIEDE
Al Legislatore di attuare tutte le iniziative necessarie affinché in nessun caso sia negato il diritto della donna all’autodeterminazione e, in particolare, affinché sia attuato pienamente quanto previsto all’art. 9 comma 4 della Legge 194/78, ove si prevede che le Regioni possano attraverso una diversa gestione e mobilità del personale garantire comunque un’adeguata rete di servizi sul territorio;
SI IMPEGNA
Attraverso la VI Commissione consiliare permanente a verificare, anche attraverso il coinvolgimento della Consulta delle cittadine e delle associazioni e comitati di donne attive in Città, quale sia lo stato di attuazione della Legge 194/78 nel territorio del Comune di Venezia;
IMPEGNA
Infine il Sindaco, sulla base di tale ricognizione, a richiedere alla Regione Veneto e alla Azienda ULSS 12 di assumere tutte le necessarie misure affinché sia data piena attuazione alle Legge 194/78 sul territorio comunale, garantendo una completa offerta di servizi alle donne.
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