Venezia, 17 luglio 2013
Al Consigliere comunale Renzo Scarpa
Al Vicesindaco Sandro Simionato
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: segnalazione di risposta in Consiglio comunale per interpellanza nr. d'ordine 1844 (Nr. di protocollo 76) inviata il 17-05-2013 con oggetto: Quale futuro per i servizi sociali di assistenza domiciliare di accudienza scolastica e tutela dei minori?
L'interpellanza è stata discussa nella seduta del Consiglio comunale del 08-07-2013.
Si riporta di seguito l'estratto del resoconto stenografico relativo agli interventi in oggetto.
PRESIDENTETURETTA. Bene, grazie assessore.
Allora, per completare il pacchetto del consigliere, passerei subito alla sua interpellanza, la n. 3 relativa a “Quale futuro per i servizi sociali di assistenza domiciliare, di accudienza scolastica e tutela dei minori?”, protocollo n. 77 del 17 maggio 2013.
Prego, Scarpa.
CONSIGLIERE SCARPA R. Io ho presentato questa interpellanza alla scadenza dei termini che avrebbero consentito di impostare la gara per l’assegnazione dell’appalto dei servizi di assistenza domiciliare che scadranno in agosto.
Tutto deriva dalla preoccupazione del futuro di questi servizi, che ricordo in tempi in cui l’assistenza sanitaria riduce i posti letto, la Regione riduce le risorse a disposizione, diventano questi servizi sociali del Comune di Venezia ancor più importanti. Quindi assistere al progredire del tempo e al perdere il tempo necessario a ricostruire le condizioni per la gara successiva di servizi, ripeto, che scadranno in agosto, mi ha preoccupato non poco. Perché a fronte delle dichiarazioni del Vicesindaco, Assessore ai Servizi Sociali, che ipotizza, ipotizzava ed ipotizza, un affidamento di questi servizi non più per gara, ma alle strutture IPAB per una diversa organizzazione e svolgimento, non corrisponde una documentazione che di queste cose si possa parlare.
Per cui, l’ipotesi che oggi rimane sul tappeto, è un’eventuale proroga alla Cooperativa Ancora, che è in questo momento sotto ispezione, sotto processo di verifica da parte sia della Direzione lavoro che dell’Inps, proprio per i comportamenti interni nei confronti dei dipendenti e soprattutto in merito a quella dichiarazione di crisi ai ventilati ottantacinque licenziamenti, poi ridotti a cinquantacinque, infine al contratto di solidarietà a trenta ore stipulato e concordato con le organizzazioni sindacali. Non tutte.
Ora, recentemente io ho voluto recuperare i dati degli appalti e i dati dell’appalto confermano che la Cooperativa Ancora non sta lavorando al meglio in questa fase. Leggo che ha assunto trentadue persone durante il periodo di vigenza del contratto di solidarietà, leggo che ci sono state dimissioni per un numero molto elevato di persone, di operatori all’interno di questo servizio. Leggo che comunque la richiesta di servizi che viene dal territorio, è sostanzialmente non solo in linea con gli anni precedenti e con gli appalti precedenti, ma è superiore agli appalti precedenti.
Leggo un dato su tutti, il servizio di accudienza che viaggia sull’ordine del centodieci percento della richiesta rispetto alla disponibilità del Comune; il servizio tutelare viaggia sull’ordine del novanta percento, una percentuale superiore a quella registrata nel precedente appalto gestito dalla Cooperativa L1 e che mi portano a mantenere il giudizio di inconsistenza della dichiarazione di crisi.
Per cui, la preoccupazione rispetto a questi dati e rispetto al fatto che il Comune continua a non controllare lo svolgimento di questo appalto, perché se il Comune svolgesse un adeguato controllo in questo appalto, sarebbe evidente che la Cooperativa Ancora non avrebbe potuto né permettersi di dichiarare gli ottantacinque licenziamenti, nemmeno i cinquantacinque, tanto meno dichiarare la crisi per accedere al contratto di solidarietà che, ripeto, prevede risorse pubbliche a fronte di lavoro che non viene svolto.
In realtà, e qui chiudo, il fatto che Cooperativa Ancora nel corso del contratto di solidarietà abbia assunto trentuno persone – o trentadue, adesso non ricordo – dimostra che crisi non esiste e quindi io chiedo al Comune di Venezia, chiedo al Sindaco:
1. cosa abbia intenzione di fare, primo, per verificare effettivamente l’esistenza di questa crisi, di questa correttezza dal punto di vista istituzionale;
2. cosa abbia intenzione di fare per impedire una proroga a questa cooperativa e contestualmente garantire lo svolgimento dei servizi di accudienza e comunque di assistenza domiciliare alla scadenza di questo appalto. Grazie.
PRESIDENTE TURETTA. Prego, signor Sindaco.
Prego, Vicesindaco, abbiamo già perso troppo tempo su questa cosa. Abbiamo perso anche troppo tempo, prego.
ASSESSORE SIMIONATO. Mi dispiace, ho finito or ora la Giunta. Sulla questione specifica, leggo il titolo dell’interpellanza, la situazione, come sa bene il Consiglio, come sa bene l’interpellante, è stata, dopo un’attenta riflessione tecnica e anche politica da parte degli Uffici e delle responsabilità dirette per quanto mi riguarda come delega delle politiche sociali, sulla scorta dell’ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale a luglio dello scorso anno.
In questi mesi sono intervenuti numerosi cambi dal punto di vista normativo a livello nazionale, che mano a mano proseguivano alcune verifiche, anche dal punto di vista operativo, sulla possibilità o meno di andare, aggirando la norma o tentando di dare una diversa interpretazione della norma, che in qualche maniera spinge all’affidamento di servizi come questi, attraverso la procedura di gara d’appalto e andando, come era nell’indicazione strategica che il Consiglio comunale dava all’eventuale superamento della procedura di gara d’appalto, noi siamo addivenuti, tra l’altro proprio in un’ultima riunione avvenuta l’altro ieri mattina qui a Ca’ Farsetti, anche con coloro che sono coinvolti in questo procedimento, alla verifica oggettiva, questa avvenuta anche con la collaborazione di tutti gli altri supporti agli organismi dell’Amministrazione comunale, comprese le Direzioni relative all’Avvocatura civica e alla Direzione gare e contratti, al fatto che a normativa vigente la procedura principe rimane quella della gara pubblica, dell’avviso pubblico e per i valori che, tra l’altro in sede di bilancio di previsione, noi confermiamo, come Amministrazione, rimangono gli stessi che sono stati posti a base di gara la volta precedente, diciamo che questa sarebbe la procedura più semplice. Ma nello spirito dell’impegno che ci era stato dato dal Consiglio comunale, noi abbiamo verificato altre possibilità.
Quella che ad oggi sembra, almeno risulterebbe percorribile e strutturabile, è quella del coinvolgimento da parte nostra, da parte dell’Amministrazione, delle due IPAB che sono pubbliche, Santa Maria dei Battuti e IRE, per arrivare all’affidamento, attraverso buoni servizio, perlomeno delle attività relative al servizio di assistenza tutelare domiciliare. Quindi di far sì che le due IPAB procedano all’istituzione di una Fondazione Onlus, che avrebbe tutte le potenzialità di gestire come braccio operativo delle due IPAB il buono servizio affidato e nello stesso tempo di risolvere anche in qualche modo la questione del transito, tra virgolette, dei dipendenti e dei lavoratori.
Naturalmente ciò è possibile, perché esiste una legge regionale che consente di considerare potenziali gestori di servizi di questa natura Enti e soggetti che siano già accreditati dal punto di vista regionale e sia Santa Maria dei Battuti, sia IRE gestendo attualmente, d’accordo con il Comune e d’accordo con la Regione, strutture di carattere semiresidenziale come i Centri diurni, che vengono considerate di fatto attività all’interno del sistema domiciliare, sono oggi le due uniche strutture che sarebbero accreditate, autorizzate a svolgere servizi di questo tipo.
La regia del servizio rimarrebbe tutta, dal punto di vista della costruzione del Piano assistenziale individuale e del valore del servizio stesso, nelle responsabilità dell’Amministrazione comunale, cioè non verrebbe dato all’utente nessun tipo di voucher economico, ma verrebbero assegnate delle quantità e delle specificità di servizio da ricevere, il cui controvalore sarebbe poi eventualmente pagato dall’Amministrazione comunale alla Fondazione Onlus che il servizio gestirebbe.
Questo è lo schema verificato anche con pareri, ripeto, oltreché interni, che si sono fatti dare le due istituzioni per verificare la tenuta giuridica dell’ipotesi di lavoro. Dico ipotesi di lavoro, perché l’impegno che ci siamo assunti, è quello di dare un ritorno formale sia alla Commissione consiliare, quindi di conseguenza il Consiglio, perché chiaramente questo modificherà anche eventualmente il Regolamento, perché dentro a questa logica potrebbe anche venire meno la necessità della procedura di compartecipazione, quindi un ritorno alle Commissioni consiliari e una condivisione con le rappresentanze sindacali. Perché, ripeto, oggi le opzioni possono essere due e si sceglie insieme legittimamente quella che appare più tutelante dai punti di vista che ci siamo detti sempre essere la base dei nostri ragionamenti per quello che riguarda l’organizzazione del servizio. La tenuta dei conti dell’Amministrazione, quindi la disponibilità economica delle risorse che mettiamo in campo, il servizio effettivamente erogato e la qualità del servizio effettivamente erogato ai cittadini, il mondo del lavoro e quindi l’attenzione al ritorno che eventuali modifiche possono apportare nelle dinamiche legate al lavoro.
Io penso che già nel corso della prossima settimana noi potremmo essere in grado di fornire, dopo il materiale inviato sulla lettura dei bisogni e dell’indagine che è stata fatta, anche la versione della proposta tecnica a cui poi eventualmente si può affiancare la riflessione sull’eventuale modalità di appalto, e comunicare alla III Commissione quelli che possono essere gli elementi che consentono poi alla III Commissione, al Consiglio comunale e alle forze sindacali di scegliere insieme, ripeto, la strada che garantisca al meglio quei tre elementi, a cui sempre abbiamo fatto riferimento. Questo è il percorso.
Per quello che riguarda l’attuale gestione, noi teniamo sotto monitoraggio l’andamento della gestione della cooperativa, che continua ad avere chiaramente oggettivamente delle difficoltà, dei limiti, anche se in alcuni servizi la situazione è decisamente migliorata rispetto a qualche tempo fa. Non certo ancora per quello che riguarda il servizio economicamente più significativo, che è quello della tutelare domiciliare.
Chiaramente il servizio andrà a scadenza e ci daremo, ripeto, ci daremo congiuntamente, verificata la scelta A o la scelta B, i tempi tecnici per chiudere definitivamente ogni rapporto, fatto salvo che poi, in sede di gara, qualora si scegliesse la strada della gara, la cooperativa non si ripresentasse e non facesse comunque la propria proposta.
PRESIDENTE TURETTA. Consigliere Scarpa, per cortesia.
Raccomando i tempi.
CONSIGLIERE SCARPA R. Devo dire che io sono ancora più preoccupato, perché siamo a luglio e io ho sentito che parrebbe possibile risolvere in qualche modo la gestione del passaggio dei lavoratori e parrebbe possibile il coinvolgimento delle IPAB, ho sentito che sulla gestione Ancora ci sono parecchie perplessità, però non ho sentito cosa abbia intenzione di fare il Comune per garantire. Cioè dati certi. Perché ormai i tempi per andare ad una gara, o siamo a luglio e si è certi che questo servizio può essere svolto dalle IPAB, non parrebbe possibile, siamo certi che il servizio possa essere affidato alle IPAB. Siamo certi che non ci saranno problemi con il passaggio del personale, perché le IPAB hanno un loro personale. Questa è la risposta che ai primi di luglio, anzi, quasi a metà luglio mi sarei aspettato di sentirmi dire. Non, ripeto, parrebbe possibile, che fosse possibile coinvolgere le IPAB e forse risolviamo in qualche modo la questione del passaggio dei lavoratori.
Voglio dire, se ci sono dei lavoratori qui in Sala, cominciano ad essere molto ma molto più preoccupati di quanto non lo fossero dieci minuti fa, perché la Cooperativa Ancora non solo ha svolto tutto quello, ha forse usufruito, o tentato di usufruire, delle normative a sostegno delle imprese in crisi, ma continua a vessare i propri dipendenti, in modo che non si ricorda da decenni. Cioè nessuna impresa di questo territorio, neanche quella gestita nel modo più privatistico in assoluto, ha la capacità ormai di vessare i propri dipendenti in tutti i modi, addirittura mettendo in lista di licenziamento una dipendente in maternità, addirittura non dando nel rapporto mensile il quantitativo giusto di ore lavorate, di ore recuperate, di ore di ferie, non mettendo a disposizione delle organizzazioni sindacali i dati per confrontarsi, per controllare l’operato.
Ci sono dipendenti che dichiarano che devono indebitarsi per continuare a lavorare. Ricordo che ci sono state manifestazioni di questi dipendenti di tutti i tipi, denunce di tutti i tipi. I sindacati, anche quelli un po’ più restii ad andare alla denuncia, ci sono andati. E noi non possiamo continuare a dire che forse è possibile, forse è probabile, ci stiamo lavorando, eccetera. Siamo ormai a un mese dalla scadenza dell’appalto di questo servizio, io chiedo che almeno ci sia un impegno di questa Giunta a non prorogare all’Ancora questo appalto e che ci sia un controllo.
Insomma, attivatevi anche voi nei confronti di Inps e della Direzione lavoro, che sta ormai procedendo in maniera piuttosto profonda all’analisi del comportamenti di Ancora, attivatevi anche voi, tenetevi in contatto anche voi con Inps, perché l’Inps è un Istituto nazionale dello Stato, cioè non è un qualcosa avulso dalla cosa pubblica, per cui dovete farle queste robe. Impegnatevi. Io chiedo che il Sindaco in questa sede si impegni affinché il contratto con Ancora non venga prorogato. Almeno questo, e poi ne parleremo. Grazie.
PRESIDENTE TURETTA. Funari.
CONSIGLIERE FUNARI. Io mi riferisco e completo quello che ha detto il collega Scarpa. Vista la mia esperienza, fare una Fondazione Onlus oggi in un mese è impossibile, perché la Fondazione per farla ci vuole del tempo.
Seconda cosa, quindi si fa un appalto? Perché con l’appalto le persone che lavorano adesso, possono, in base alla legge, entrare ad un certo punto nella nuova società, nella nuova compagnia, chiamiamola come vogliamo.
Sappiamo – l’ha detto il mio collega Scarpa – che entro agosto scade l’appalto, se non riusciamo a fare niente entro agosto, cosa facciamo il 1 settembre? Questo è il grosso problema.
Io direi, e quindi chiedo che la Giunta presenti un progetto concreto entro luglio, un progetto concreto entro luglio cosa vuol fare da grande, cioè cosa vuole fare dal 1 agosto in poi, perché noi abbiamo il problema che dobbiamo sapere tutto questo progetto, sapere i limiti, la tecnica, il personale cosa viene effettuato, i soldi che vengono messi. Un progetto concreto.
Noi chiediamo che entro luglio venga presentato un progetto concreto alle Commissioni e al Consiglio comunale. Grazie.
PRESIDENTE TURETTA. Costalonga.
CONSIGLIERE COSTALONGA. Presidente, non so se intervenire sull’ordine dei lavori o è sull’interpellanza sinceramente.
PRESIDENTE TURETTA. Sull’interpellanza deve intervenire.
CONSIGLIERE COSTALONGA. Perché comunque volevo dire, posso intervenire anche sull’ordine dei lavori richiamando lei…
PRESIDENTE TURETTA. In questa fase...
CONSIGLIERE COSTALONGA. Ho capito, siamo in interpellanza. Richiamo lei in questa interpellanza, Presidente del Consiglio, perché abbiamo avuto un incontro con i capigruppo su questa questione e in quell’incontro lì abbiamo preso degli accordi con il Vicesindaco. Mi sa che i tempi che vengono richiamati da Scarpa, e adesso Funari, andiamo a rischio, come avevamo espresso durante la riunione dei capigruppo, che in maniera involontaria, diciamo così, alla fine siccome i tempi sono stretti, andiamo a rischio a proseguire con l’appalto con chi ha gestito in questa maniera, quindi Ancora ancora, e gli diamo la possibilità di gestire per ulteriori mesi per arrivare a scrivere il nuovo bando o a decidere se ci saranno queste IPAB che prenderanno questo servizio.
Io richiamo lei, perché visto che il Vicesindaco tra l’altro è il referente della Giunta con i rapporti con il Consiglio, soprattutto su questa questione che era stato preso questo impegno dell’assessore con noi capigruppo, di portare velocemente a termine questa questione, perché non possiamo aspettare l’interpellanza del consigliere per sentire cosa vorrà fare questa Giunta su questa partita.
Non è così, perché se no altrimenti quelle riunioni con i capigruppo sulle materie è meglio non farle. Quindi, per cortesia, cerchiamo di stringere i tempi, pensate cosa volete fare voi, cosa volete proporre al Consiglio sull’andare avanti, se vogliamo andare avanti con questo sistema o cambiare, però fatelo presto, perché i tempi sono stretti, sono strettissimi.
PRESIDENTE. Bonzio.
CONSIGLIERE BONZIO. Solo per richiamare che effettivamente con un ordine del giorno approvato a maggioranza, il Consiglio comunale aveva cercato di dare una prospettiva, diciamo di suggerire una prospettiva sulla quale la Giunta, il Vicesindaco mi pare abbia anche provato a lavorare, ma evidentemente c’è una normativa in questo campo, in questo settore che sta evolvendo in maniera assolutamente imprevedibile e posso anche credere che ci sia, che sia stato fatto anche del lavoro nella direzione del superamento del sistema dell’appalto, che poi non è stato possibile concretizzare.
Fatto sta che quell’ordine del giorno chiedeva anche di verificare tutti i passaggi possibili per prendere in considerazione la rescissione dell’appalto con Ancora, perché le criticità evidenziate e dagli utenti del servizio e anche dai lavoratori, erano tali e tante da suggerire che l’appalto fosse veramente un appalto da superare immediatamente.
Dicevo, sono state fatte le verifiche, oggi la verifica, l’elemento minimo sul quale chiedere il superamento, la cessazione di questo rapporto è quello del venire meno, la conclusione del periodo di appalto. Evidentemente anch’io sono per verificare tutti i pro, tutti i contro, ma se è possibile, di evitare di proseguire un rapporto che non è per niente costruttivo in questa fase. E non lo è anche alla luce, io lo ripeto sempre, delle risorse ingenti che l’Amministrazione comunale investe in questo settore, che la pongono assolutamente ai vertici rispetto alle amministrazioni comunali, altre amministrazioni comunali in Italia.
È evidente che a fronte dell’investimento il ritorno sul piano sociale, sul piano occupazionale è assolutamente negativo.
Io credo che in effetti valga la pena studiare tutti i passaggi possibili, anche perché mi pare siamo abbastanza consapevoli di un fatto, che oggi il superamento del sistema dell’appalto con la normativa vigente è un superamento che, per quanto mi riguarda, non mi trova d’accordo, cioè quello della finanziarizzazione, dell’introduzione di voucher, eccetera.
Credo che si tratti di mettere mano e di provare a costruire un appalto che sia a questo punto efficiente, che dia risposte che soddisfino sia l’utenza, che è un’utenza fragile, che è un’utenza che ha bisogno di risposte certe, sia ai lavoratori e alle lavoratrici oggi impiegati nell’appalto con Ancora. Io la penso così.
Abbiamo compiuto un grosso errore con questo passaggio all’appalto, credo che dagli errori evidentemente non si può tornare indietro, ma sicuramente si può evitare che essi si ripetano.
PRESIDENTE TURETTA. Non ho altri iscritti sul dibattito relativo a questa interpellanza.
Intervengo io come consigliere, semplicemente per due considerazioni. La prima è che è chiaro che allo stato attuale si sarà obbligati a dare una proroga di questo appalto di Ancora. È evidente che non si può da qua a settembre revocare proroghe rispetto a una condizione esistente. Siamo in evidente ritardo rispetto al mandato che era stato dato dal Consiglio comunale, perché a distanza di quasi un anno e tre quarti, ci troviamo nella condizione ancora di questo livello.
Secondo me, è necessario che il Consiglio anche rifletta su quell’ordine del giorno, perché nei tempi trovarsi a luglio in questa condizione che è problematica e per la gestione attuale e per la prospettiva futura, assolutamente non risulta una cosa adeguata.