da Assessore Gianfranco Bettin
Venezia, 5 aprile 2011
n p.g. 2011/ 143196
Al Consigliere comunale Alessandro Vianello
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della X Commissione
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Al Presidente della Municipalità di Mestre - Carpenedo
Oggetto: risposta all'interpellanza nr. d'ordine 550 (Nr. di protocollo 39) inviata il 24-03-2011 con oggetto: Pioppi Cipressini, un patrimonio di tutti
Con riferimento all’interpellanza in oggetto, appare necessario premettere che le possibilità di sviluppo e le aspettative di vita di un essere vivente sono influenzate dalle condizioni ambientali in cui è inserito. Un parco urbano, nella fattispecie il Parco Albanese, pur apparendo agli occhi dei cittadini un’oasi di vegetazione e naturalità, non costituisce certamente l’ambiente ottimale per la vita degli alberi. Qui come in ogni altro parco gli alberi sono sottoposti a riconosciute problematiche e fattori limitanti che costringono l’individuo ad adattarsi e a vivere sotto stress: la presenza di strade e sottoservizi che limitano lo sviluppo dell’apparato radicale, l’eccessiva densità d’impianto, l’inquinamento atmosferico determinano una senescenza precoce della pianta e ne riducono notevolmente l’aspettativa di vita.
L’Istituzione “Bosco e Grandi Parchi”, partendo consapevolmente da questo presupposto ed in accordo con i principi dell’arboricultura e della selvicoltura urbana, cerca di governare con criteri ambientali e conservativi il bene pubblico che le è stato affidato e contemporaneamente di permetterne una sicura e ottimale fruizione da parte dei cittadini.
Per raggiungere e mantenere questo duplice risultato (tutela dell’incolumità pubblica e corretta gestione tecnica) negli ultimi anni l’Istituzione ha disposto costanti campagne di monitoraggio sullo stato di salute degli alberi e conseguenti diffuse ed organiche operazioni di cura, mantenimento e messa in sicurezza della vegetazione nel suo complesso.
Tutti gli 800 Pioppi del Parco, messi a dimora a metà degli anni ’80 e che mediamente toccano i 25 metri di altezza, sono stati sottoposti negli ultimi 5 anni a cicliche analisi tramite la metodologia V.T.A. (Visual Tree Assestment) avvalendosi della collaborazione di tecnici specializzati. Inoltre per 350 di questi lo studio è stato reiterato.
I risultati delle indagini hanno evidenziato la necessità di agire con sistematici e differenziati interventi: contenimento, messa in sicurezza e consolidamento della chioma (potature di riduzione atte a ridimensionare il rapporto altezza/diametro e rimonda dei rami secchi). Quando alcune piante sono state valutate pericolose o senza futuro si è proceduto al loro abbattimento.
Tutti gli interventi hanno avuto anche il fine della pubblica tutela.
Le potature eseguite, mai capitozzature, hanno lo scopo di ridurre le sollecitazioni dovute al vento e la conseguente propensione allo schianto.
Le manutenzioni attuate nel corso degli ultimi due anni sono dunque volte al mantenimento del patrimonio esistente nelle migliori condizioni e per il periodo più lungo possibile.
Riassumendo negli ultimi 2 anni sono stati potati circa 460 alberi, abbattuti 54 e piantati altrettanti, di diverse specie, lungo i filari di Carpino bianco ed in altre aree prative del Parco.
Assessore Gianfranco Bettin
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