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Risposta in Consiglio - Interrogazione nr. d'ordine 1240

Venezia, 5 novembre 2012
 

Al Consigliere comunale Giuseppe Caccia
Al Sindaco Giorgio Orsoni


e per conoscenza

Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: segnalazione di risposta in Consiglio comunale per interrogazione nr. d'ordine 1240 (Nr. di protocollo 145) inviata il 31-05-2012 con oggetto: SONO SICURE LE CERNIERE DEL SISTEMA MO.S.E. ? E CHI CONTROLLA I CONTROLLORI IN MATERIA DI SALVAGUARDIA ? L’Amministrazione Comunale faccia il possibile affinché siano attivate le doverose e necessarie verifiche sui lavori per le dighe mobili e l’operato di Consorzio Venezia Nuova e Magistrato alle Acque

 

L'interrogazione è stata trattata nella seduta del Consiglio comunale del 24-10-2012.

Si riporta di seguito l'estratto del resoconto stenografico relativo agli interventi in oggetto.

 

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Passiamo all’interrogazione 145 del 6 giugno 2012 del Consigliere Caccia. Invito Caccia a relazionare, il Sindaco ha gà risposto per iscritto, ma la risposta è pervenuta evidentemente a iscrizione già avvenuta dell’interrogazione. Prego.

CACCIA:
Sì. Dal punto di vista formale questa era un’interrogazione che richiedeva una risposta in Consiglio, devo dire che con estrema solerzia il Sindaco mi aveva comunicato l’interrogazione del 31 maggio di quest’anno e pochi giorni dopo il Sindaco mi aveva comunicato di avere immediatamente trasmesso i quesiti a chi di competenza. Io di solito interrogo poco il Sindaco e la Giunta: quando lo faccio, lo faccio su questioni che ritengo di cruciale importanza per la vita della città e quest’interrogazione assume, a mesi di distanza dal 30 maggio, in questi giorni una valenza e un significato ulteriori; assume una valenza e un significato ulteriori, perché il tema che pone, che è una specifica questione tecnica relativa alla sicurezza delle opere per la chiusura temporanea delle bocche di porto, la vicenda delle cerniere del Mose, per capirci, si lega strettamente alla questione dei doverosi controlli e delle necessarie verifiche da fare non soltanto su questi lavori per la realizzazione del sistema delle dighe mobili, ma in generale sull’operato del concessionario unico Consorzio Venezia Nuova e del Magistrato alle Acque, che questa attività dovrebbe sovrintendere, quale braccio strumentale del Ministero delle Infrastrutture nella nostra città. Riassumo velocemente i punti dell’interrogazione: partivo da lontano, da quel 22 novembre del 2006 in cui il Comitato Interministeriale per la Legge Speciale di Venezia, il cosiddetto Comitatone approvava in quella sede, o meglio il Governo nazionale imponeva, con la ferma opposizione del Comune di Venezia e l’allora richiesta che venissero perseguite attività progettuali alternative più efficaci e meno impattanti, il via libera definitivo all’apertura dei cantieri per la costruzione del cosiddetto sistema Mose. In quella sede l’Amministrazione Comunale riusciva a strappare, a verbale del Comitatone, alcuni precisi impegni formali: il primo era il monitoraggio indipendente dei cantieri dell’opera, il secondo era la rassicurazione che, nonostante le ingenti risorse previste per la sua realizzazione e garantite dai meccanismi della Legge Obiettivo, sarebbe stato assicurato negli anni successivi il flusso di finanziamenti necessario per la manutenzione ordinaria e straordinaria della città e del suo patrimonio, come prescritto dalla legislazione speciale per Venezia attualmente vigente. A distanza di quasi sei anni da quel 22 novembre del 2006, allo scrivente tocca registrare il fatto che nessuno di quei due impegni formalmente assunti dallo Stato in sede di Comitatone è stato rispettato. Non è stato istituito alcun dispositivo di monitoraggio indipendente dei cantieri e da allora le risorse destinate alla manutenzione ordinaria e straordinaria, agli interventi quotidiani per la salvaguardia della città si sono progressivamente ridotte fino allo zero, fino all’ultima vicenda, il contemporaneo finanziamento di 1 miliardo e 250 milioni di Euro per il completamento del sistema Mose e nessun trasferimento relativo agli ultimi impegni assunti nell’ultima riunione del Comitatone del 22 luglio 2011 per il trasferimento di 50 milioni di Euro verso i nostri Comuni. Il punto tecnico che l’interrogazione sollevava nasceva dai fatti nuovi e gravi denunciati il 27 maggio scorso nel corso di un programma giornalistico d’inchiesta del servizio pubblico radiotelevisivo, RAI 3, nel corso del quale veniva sollevato il delicatissimo problema di natura ingegneristica relativo alla realizzazione delle cosiddette cerniere, cioè di quei dispositivi tecnici che dovrebbero garantire la connessione tra le paratoie delle dighe mobili e i relativi cassoni di alloggiamento. Davanti a milioni di telespettatori tre autorevoli testimonianze: quella del Presidente del Magistrato alle Acque, l’ingegner Maria Giovanna Piva, che tra l’altro denunciava come il suo allontanamento dalla carica di Magistrato alle Acque fosse legato a questa vicenda e il componente del Comitato Tecnico di Magistratura, l’ingegner Lorenzo Fellin, professore ordinario di impianti elettrici per l’energia presso l’Università di Padova..

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Cerchi di chiudere, per cortesia.

CACCIA:
Chiudo rapidamente. Denunciavano il fatto che la scelta di passare a cerniere in acciaio saldato, non a caso realizzate dalla società Fip, controllata dalla Mantovani Spa, socio di maggioranza dello stesso Consorzio, piuttosto che in acciaio fuso, come previsto dai progetti, non garantiva affatto che tale componente tecnica fosse in grado di assicurare tenuta e funzionalità dell’intero sistema. Le domande poste al Sindaco affinché intervenisse nei confronti del governo nazionale e dei competenti organi dello Stato sono, le ricordo, quattro: 1) come il Governo nazionale e i competenti organi dello Stato intendono dare attuazione, in modi e forme da concertare con lo stesso Comune, ai dispositivi di monitoraggio indipendente su cui lo Stato si era formalmente impegnato in sede di Comitatone il 22 novembre 2006. 2) che siano fino in fondo verificate secondo la metodologia della dew diligence tecnica le circostanze denunciate pubblicamente dall’ex Presidente del Magistrato alle Acque e dal professor Fellin. 3) che sia reso pubblico e trasmesso anche al Comune di Venezia il dettagliato elenco dei componenti delle Commissioni di collaudo che, come è noto, sulla base del riconoscimento di lauti compensi, calcolati percentualmente sull’importo delle opere da sottoporre a collaudo, devono pronunciarsi sul sistema Mose. Il sottoscritto infatti segnala che, tra i collaudatori componenti le Commissioni preposte, vi sarebbero, in condizioni di evidente conflitto d’interesse, figure apicali delle Amministrazioni centrali dello Stato che attualmente stanno assicurando la continuità del flusso di finanziamenti di cassa allo stesso concessionario unico. Quarto e ultimo punto, che sia approntato in termini di assoluta pubblicità e trasparenza il tema delle compensazioni da devolvere alla città relative agli impatti delle opere del sistema Mose, da definirsi in percentuale sul totale dei trasferimenti statali destinati alla realizzazione delle opere stesse.

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Prego, signor Sindaco, cerchi.. non è un’interpellanza, non iscrivetevi. Prego il Sindaco di essere più virtuoso di Caccia, perché il tempo stringe e abbiamo anche da verificare il numero legale. Prego, Sindaco.

ORSONI – Sindaco:
Niente, ho già risposto immediatamente per iscritto, dicendo di aver girato al Presidente del Magistrato alle Acque le richieste fatte dal Consigliere Caccia. Debbo constatare con un certo disappunto come queste richieste non siano mai state evase dal Magistrato alle Acque: questo devo dire che non è conforme a quel principio di leale collaborazione che ci si aspetterebbe da un’istituzione statale di tale importanza, che sta agendo nell’ambito del territorio comunale con delle opere così impattanti. Prendo atto di questa scarsa sensibilità e assicuro al Consigliere che nei prossimi giorni provvederò a inoltrare una formale istanza d’accesso affinché mi vengano messi a disposizione tutti i documenti necessari per approfondire queste problematiche, per poterle dare una risposta, visto che la risposta non è arrivata dal Presidente del Magistrato, al quale mi ero cortesemente rivolto per avere da lui stesso una risposta. In mancanza di questo vedremo di accedere ai documenti, andando a indagare noi stessi le cose che non ci sono state dette.

TURETTA – Presidente del Consiglio:
Prego, Consigliere Caccia: telegrafico, se è possibile.

CACCIA:
Ringrazio il Sindaco, perché l’attenzione che in questa risposta ha dato riferendo di seguire le questioni che sono state sollevate testimonia questo corretto e doveroso protagonismo della città rispetto alle questioni della salvaguardia e rispetto alle concessioni uniche, non solo quella legata ai lavori della salvaguardia, che sono in atto nella nostra città. È davvero, non dico curioso, ma, grave che da parte di un organo dello Stato, il Magistrato alle Acque, dopo cinque mesi non si sia data risposta alle questioni che sono state trasmesse dal Sindaco e dà l’idea di quale opacità e di quale livello di scarsa trasparenza circondi queste vicende cruciali per la vita stessa della città e il suo futuro, rendendo sempre più necessari la capacità da parte dell’Amministrazione Comunale e un riconoscimento di questa capacità dell’Amministrazione Comunale da parte degli organi dello Stato di esercitare un diretto controllo su queste vicende, in primis la salvaguardia. Grazie.

 

 
 
A cura dell'Ufficio Supporto Atti del Consiglio
Pubblicazione: 05-11-2012 ore 11:03
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