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Partito Democratico - Il punto di vista di Claudio Borghello

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La legge nasce, dopo la grande acqua del 1966, per garantire, attraverso l’erogazione di fondi straordinari e dotando la città di strumenti giuridici operativi, la salvaguardia fisica della città, sostenendo così anche il suo tessuto socio economico.
Tale interpretazione e l’applicazione parziale della legge hanno generato sia benefici che distorsioni al tessuto sociale, economico e produttivo cittadino. La combinazione che ne esce è un gigantesco affare che non riduce le conseguenze innescate dall’alluvione: la città si spopola e si riduce la sua capacità imprenditoriale, anche culturale, scivolando verso la monocultura turistica.
Dopo l’avvio dei lavori del Mose sono tutti consapevoli di come la Legge Speciale rimanga indispensabile per realizzare e governare la salvaguardia fisica di Venezia, ma anche che così com’è non riesca a rispondere alle esigenze moderne della città, la quale non è più individuata nel solo centro storico, ma in un area vasta che comprende la città e tutte le sue connessioni con il territorio circostante, con una particolare attenzione all’area industriale e il suo recupero ambientale e produttivo.
L’opportunità che ci si presenta innanzi sta nell’intesa comune che questa revisione della legge, questa sua attualizzazione possa portare enormi benefici ed operi veramente il rilancio della città capoluogo di regione.
Affinché sia realmente una opportunità, deve avere alcune caratteristiche fondamentali da rispettare sin dall’avvio del percorso politico istituzionale che si apre:
sia una legge veramente federalista, con l’ente locale protagonista e garante del percorso istituzionale quanto dell’applicazione della nuova stesura;
sia una legge semplice, senza meandri e rimandi interpretativi;
sia una legge che semplifica ruoli, ambiti e gestioni;
sia una legge a budget fisso, con obiettivi definiti nel tempo.
Un’opportunità vera se non si finge, se non si trasforma in opportunismo politico.
A leggere la proposta del ministro delegato, benché di linee programmatiche si parli, si percepisce la possibile banalizzazione del ruolo del comune di Venezia a favore di un ruolo predominante, se non unico, della regione.
Si fughi questo dubbio innanzitutto trasferendo realmente nelle casse del comune le risorse già destinate dalla Legge Speciale alla città negli anni passati, e, nel contempo, iniziando un percorso politico istituzionale che parta dalla volontà comune di riscrivere una legge, attualizzandola e facendola diventare strumento virtuoso: una legge federalista deve valorizzare il ruolo dell’ente locale.

 
 
Pubblicato il 30-06-2010 ore 18:35
Ultima modifica 30-06-2010 ore 18:35
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