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Italia dei Valori - Il punto di vista di Valerio Lastrucci

Logo Le "due lagune": una strategia da considerare

 

Avendo avuto la fortuna di seguire il dibattito sulla salvaguardia ambientale della laguna di Venezia, prima come consigliere del Collegio degli Ingegneri e ora come presidente della commissione lavori pubblici del Comune di Venezia, vorrei esprimere alcune considerazioni.

 

In questi ultimi  trenta anni sono cambiate molte cose. Il porto mercantile si è notevolmente sviluppato e richiede manutenzioni che vanno programmate. Immense navi da crociera passano per il bacino di San Marco. La città discute sulla Sub Lagunare, sul futuro dell'Arsenale, sulla rivitalizzazione di tutta l'area est del centro storico e delle isole che vi gravitano, sulla necessità di maggiore attenzione alla sicurezza e sulla dualità fra porto e centro storico. La riconversione di Marghera industriale è argomento di attualità e la sua pianificazione non può essere più rinviata. La politica locale e nazionale sta prendendo sempre più coscienza della importanza strategica della terraferma del Comune di Venezia nella logistica del sud-Europa. Si parla di raddoppio aeroportuale, di potenziamento dei collegamenti ferroviari e di specializzazione del porto nell'ambito di una rete portuale dell'alto Adriatico.  L'urbanistica più illuminata si accinge a studiare la città moderna che guarderà la città storica e la Sua laguna.

 

In questo scenario di prospettive di ampio respiro, che sarà necessario affrontare con grande fiducia e ottimismo, la questione della salvaguardia della città dalle acque alte e, quindi, degli interventi alle bocche di porto si pone come priorità.

Dopo aver ascoltato il dibattito fortemente voluto dal nostro Sindaco, si è formata in me la convinzione, e credo di essere in buona compagnia, che la laguna non dovrebbe essere considerata e trattata come una unità omogenea. Esiste una laguna più fragile, più lenta: quella più a nord che contiene la città antica, e sulla quale l'attenzione dovrebbe essere massima. E una più forte, che può sopportare maggiori "carichi", ovvero quella del porto commerciale, su cui si affaccia la Marghera industriale, che potrebbe trasformarsi nella city della "città unica", dato che avrebbe la fortuna di  sorgere in un luogo affascinante dove, dai piani di alti grattacieli, svettanti su distese di parchi e darsene  affacciati sulla laguna, si potrebbero scorgere panorami che non temono confronti con le più belle città del mondo: la laguna sud di Chioggia pellestrina, il lido, il centro storico e piazza s.Marco, la laguna nord, le alpi, le prealpi, i colli berici ed Euganei.

 

Riguardo l'idea delle due lagune ed la questione della salvaguardia, scartata l'ipotesi di una separazione propriamente fisica dei bacini, funzionali alla "specializzazione" delle stesse, sarebbe invece, intuitivamente e ragionevolmente, auspicabile una loro forte separazione idraulica.

 

A questo proposito in quest'ultimo periodo, oltre ai tecnici, ho avuto modo di ascoltare alcuni cittadini che, allarmati, mi riferiscono di aver osservato pericolosi aumenti della velocità di scorrimento dell'acqua nei canali interni della città insulare. Se fosse così sarebbe un bel guaio.

Come cittadino e tecnico prestato alla politica sono molto preoccupato.

È infatti noto che l'aumento di velocità di scorrimento delle acque è un fenomeno pericoloso, da contrastare con decisione, perché, producendo effetti abrasivi, può mettere in crisi la stabilità dei marginamenti delle insule che formano il centro storico.  

 

E che dire delle enormi navi da crociera che passano davanti a S.Marco?

Sono fuori scala e sintomatiche di decadenza di costume, di resa al facile profitto. Nessuno pretende che il loro trasferimento avvenga domani mattina ( infatti i lavori di ampliamento delle banchine alla marittima sono stati da poco concessi), sarà però necessario prevedere nel medio periodo il definitivo terminal turistico in un luogo ben accessibile dalla terraferma, per gli approvvigionamenti, e ben servito da collegamenti con il centro storico per i flussi turistici.

 

Tutte queste considerazioni portano a concludere che gli interventi alle bocche di porto vanno senz'altro fatti al più presto, ma che è necessario verificare quelli previsti per evitare che insorgano fenomeni di aumento della velocità dei flussi di marea. Quel tipo di fondali e argini sembrano infatti diminuire le resistenze allo scorrimento dell'acqua e favorire preoccupanti aumenti di velocità dei flussi di marea che sembra si stiano già verificando dopo l'esecuzione dei lavori sulle dighe. Ritengo che, almeno la laguna più fragile, abbia bisogno di maggiore attenzione, e di interventi più rispettosi, da considerare ed approfondire nel più breve tempo possibile per poter intervenire senza inutili polemiche.

 

 

Ing.  Valerio Lastrucci

 
 
Pubblicato il 02-04-2006 ore 00:00
Ultima modifica 13-01-2009 ore 14:53
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