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Lista In Comune - Il punto di vista di Camilla Seibezzi

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Un mondo migliore

Mentre vi sto scrivendo milioni di genitori stanno compilando i moduli di iscrizione scolastica per il loro figli. Quali tra questi siano genitori eterosessuali o omosessuali, adottivi o affidatari, famiglie ricomposte, donne single o padri vedovi e' del tutto irrilevante, perche' cio' che li accomuna e' infinitamente piu' forte di quanto li differenzi.
I loro figli giocheranno insieme negli stessi parchi, si scambieranno i dvd di Peppa pig, vorranno tutti la stessa cartella e un mare di matite colorate. Alcuni genitori avranno la sfortuna di trovarsi nello stesso reparto di pediatria per una bronchite resistente e altri saranno preoccupati che la mensa distribuisca cibi a cui la figlia e' allergica. Tutti protesteranno se manchera' la carta igienica nei bagni. Perche' poi le giornate sono fatte dei mille piccoli dettagli del quotidiano.
All'uscita dalle scuole un esercito di monopattini li aspetta, fuori delle elementari i manubri sono piu' alti e alle medie i sogni sono piu' ambiziosi. Sono i nostri figli, i figli di tutti noi.
Alcuni pero' non godono delle stesse tutele di altri e c'e' da chiedersi come mai il nostro Paese tardi tanto a garantire il pieno riconoscimento dei loro legami affettivi e di cura. Il codice civile quando venne riformato non ebbe timore di sostituire il termine patria potesta' con potesta' genitoriale in osservanza al principio che e' fondamentale mettere al centro il minore come soggetto di diritti, e non come oggetto di tutela derivata dai diritti degli adulti. Le pagelle in questa nostra citta' venivano firmate sotto l'indicazione di "genitore" e non "padre" e madre gia' dal 1938, negli anni piu' bui della storia del mondo. Nessuna levata di scudi in decine di anni sino ad oggi. Ma allora qual'e' lo scandalo a cui si grida, a cosa si deve questa importante levata di scudi?
Nella compilazione dei moduli per la carta d'identita' dei minori non si incontra una sola volta la parola "madre" e "padre" e nessuno si e' mai sentito per questo meno genitore.
L'empatia e' quel processo che indica la capacita' di comprendere l'altro e portarlo dentro se'. La storia dei diritti umani e civili e' fatta di questo, ci si arriva cosi' all'uguaglianza. Con il cuore in mano. Il cuore di tutti. Tutti i bambini del mondo.
Avrei potuto chiedere la correzione della modulistica del Comune di Venezia senza comunicarlo alla stampa. Ma e' proprio questo che non va nel nostro Paese, questo vizio di trasparenza, questo non vergognarsi delle peggiori cose salvo poi chiedere a chi piu' subisce di non riscattarsi mai. Le leggi votate d'estate quando la gente e' in vacanza, gli accordi nelle segrete stanze, i cavilli in cui si arrestano i processi di sviluppo del Paese. Le tasse chieste in egual misura a cittadini che non avranno pari diritti.
Io non ci sto, voglio togliere questi tappi troppo stretti su colli di bottiglia ben piu' larghi. Corpi che si assotigliano e si dilatano in orizzonti troppo limitati da una societa' sempre meno civile. I cassetti pieni di pastiglie per controllare l'ansia e quelli vuoti, vuoti di sogni fino in fondo. Perche' le preoccupazioni sono tante e di tutti. Figli di stranieri nati in Italia o cresciuti nel nostro Paese per decenni aspettano lo Ius soli per smettere finalmente di girare per le loro citta' con un consunto permesso di soggiorno in tasca Permesso? Ma permesso di che, di esistere? Spiegate voi ai vostri figli, dopo decenni di amicizia, perche' il loro compagno di banco non puo' partecipare allo stesso concorso pubblico. Sono i figli degli operai e della classe media a spostare i mattoni del nostro Paese, con i loro titoli di studio nelle cornici in salotto piu' o meno oggetti di arredo costati una vita di sforzi e risparmi ai loro genitori. L'inquietante livello di disoccupazione che cresce inesorabilmente. Siamo tra gii ultimi paesi europei per mobilita' sociale e a nulla valgono gli studi e il merito. Meno che meno per le donne, tutte le donne, che ancora non hanno accesso alle posizioni apicali salvo che non si tratti di una colonia estiva piuttosto che di un incarico di rappresentanza politicamente corretto. Ecco che i territori dal basso possono adottare delle buone prassi, possono stimolare il legislatore a normare la realta' in tempo utile.
I diritti dei bambini di tutti vengono prima di tutto. Non si chieda alla delegata ai Diritti civili, Politiche contro le discriminazioni e Cultura lgbtq come prima cosa di conservare delle ingiustizie.

Camilla Seibezzi
delegata del Sindaco
Diritti civili, Politiche contro le discriminazioni e Cultura lgbtq

 
 
Pubblicato il 10-09-2013 ore 16:10
Ultima modifica 10-09-2013 ore 16:10
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