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Lista In Comune - Il punto di vista di Camilla Seibezzi

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Il giorno dopo il giorno della memoria. E non mi ripeto, non piu' di quanto facciano i giorni o la storia. E' storia di questi giorni l'approvazione di una legge da parte del Parlamento russo che vieta la propaganda gay in tutto il Paese. La legge fa discutere ancor prima che per i suoi contenuti per la vaghezza dei termini e di conseguenza la sua applicazione. E' nelle pieghe di questa propaganda che si annidano le mie piu' forti preoccupazioni. Quale realta' intende normare il Parlamento russo con tale provvedimento legislativo? E quale uso si puo' fare di una legge tanto incerta nel suo perimetro esecutivo? Il 27 gennaio 2013 la Russia scalza 19 anni di liberta' espressiva e condanna la propaganda omosessuale nei propri territori. Non stiamo parlando di un Paese che non ha mai conosciuto l'alfabeto dei diritti civili ma di una pericolosa regressione che a dispetto di scienza e cultura si attesta su crinali di pericolosita' a noi storicamente noti. Alla stato di fatto non valgono le migliaia di studi scientifici in materia di orientamento sessuale e identita' di genere e nemmeno l'attestarsi della battaglia per i diritti civili in tutti i programmi politici di rilevanza internazionale. E dal prossimo voto, quello definitivo, a cui seguira' solo la firma del Presidente Putin, in una parte dell'Europa gli omosessuali non potranno piu' vivere e parlare liberamente. Allo stato della ricerca e' come dire che tutti gli uomini con i capelli rossi non possono piu' circolare liberamente. Oppure le donne grasse o i bambini con gli occhiali o i giovani con la balbuzie. I tratti di cui siamo fatti. Trasversamente tutti in qualche modo e forma. Il 28 gennaio 2013 il Consiglio comunale di Venezia approva all'unanimita' con il supporto di tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione la mozione a firma Seibezzi – Venturini che impegna la Giunta all'immediata sospensione di qualsiasi accordo di cooperazione internazionale con la citta' di San Pietroburgo e tutte le altre citta' pronte ad applicare la legge “anti-gay”. Il documento viene approvato senza esitazioni ma c'e' chi e' preoccupato che salti la mostra con le opere prestate dall'Ermitage alla Fondazione dei musei civici. Costoro dimenticano che tra qualche giorno per milioni di persone “non a prescindere dal loro orientamento sessuale” una parte dell'Europa sara' interdetta se non a condizione di presentarsi sotto mentite spoglie.Qual'e' la cifra dei diritti umani? Quale 'dialogo' potra' mai convincere il governo russo a tornare sui propri passi dopo aver vissuto dal 1993 nella media dei diritti civili europei e aver scelto l'altro ieri di intraprendere una direzione diametralmente opposta?Il giorno dopo il giorno della memoria e' ancora vivo in me il ricordo. E cosi' spero sia per voi, nelle parole e nei fatti.

 
 
Pubblicato il 30-01-2013 ore 13:23
Ultima modifica 30-01-2013 ore 13:23
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