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Partito Democratico - Il punto di vista di Pierantonio Belcaro

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Nel corso del 2011 il Comune di Venezia ha aderito al Covenant of Mayors “Patto dei Sindaci per l’energia sostenibile”, una rete di migliaia di Enti locali che a livello di Unione Europea vogliono contribuire a politiche attive per la sostenibilità energetica.


Conseguentemente, il Consiglio comunale, nella sua ultima riunione, ha approvato il PAES, Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile, che rappresenta il primo passo per l’attuazione degli obblighi assunti in sede comunitaria, definendo il bilancio delle emissioni e individuando le azioni da portare avanti e il loro impatto in termini di risparmio nei consumi energetici e di riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera.Questo approccio concreto e puntuale è frutto non solo dell’impostazione che a livello europeo si è deciso che i PAES debbano avere, ma soprattutto dell’impegno dell’assessore Gianfranco Bettin e degli uffici comunali ben coordinati dalla Direzione Ambiente, che hanno saputo fare rete con tutti i settori dell’Amministrazione comunale, con AGIRE e con i diversi stakeholders - pubblici e privati - esterni interessati.


Il Piano individua cinque gruppi di azioni: da quelle relative alle fonti rinnovabili e all’efficienza energetica a quelle concernenti la pianificazione urbanistica, da quelle per la mobilità sostenibile a quelle per l’illuminazione pubblica, per finire con quelle relative all’informazione e alla formazione. Il complesso di queste azioni porterà a una riduzione del 22% delle emissioni di CO2 in atmosfera con ciò rispettando gli impegni che l’Europa si è data per il 2020.


Lo sforzo che il nostro Comune sta facendo è finalizzato in prima battuta alla definizione delle azioni concrete per la riduzione delle emissioni nocive, ma sullo sfondo, come lo stesso PAES anticipa, l’obiettivo è quello di arrivare ad un Piano Clima che individui anche a livello comunale scenari ed azioni di mitigazione e di adattamento relativamente agli effetti, ormai sempre più evidenti, dei cambiamenti climatici. Su questa finalizzazione, sulla quale anche la Consulta per l’Ambiente del Comune di Venezia ha dato il proprio contributo di stimolo, credo sia necessario fare qualche considerazione che inquadri nel giusto contesto le azioni che stiamo portando avanti, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, definiti dal recente decreto ministeriale che ha suddiviso nel territorio nazionale le quantità di energia pulita da produrre.


Giova ricordare che i recenti vertici internazionali sul clima, da ultimo quello di Doha in Qatar, purtroppo non hanno visto progressi sostanziali e registrano invece una grave impasse, se è vero che ancor oggi i due paesi che più contribuiscono alle emissioni di CO2 (la Cina con 8.321 e gli USA con 5.610 milioni di tonnellate) non aderiscono neppure al Protocollo di Kyoto, sul cui rinnovo altri paesi come la Russia, il Canada e il Giappone si stanno defilando.


Nel prossimo decennio, quindi, a portare avanti le politiche per la sostenibilità energetica e la lotta ai cambiamenti climatici sarà soprattutto l’Unione Europea che, a mio avviso, deve trovare il modo di trasformare questo impegno, che a prima vista può sembrare un mero peso economico, in una nuova opportunità: la green economy, da slogan buono per i convegni alla moda, sta diventando sempre più una realtà che crea valore e posti di lavoro.


Una volta raggiunta la cosidettà “grid parity”, la parità dei costi di approvvigionamento dalle diverse fonti di energia, l’Europa si troverà di nuovo in vantaggio rispetto al resto del mondo e l’Italia, ormai seconda solo alla Germania nello sviluppo del fotovoltaico, e Venezia in particolare potranno fare la loro parte da protagonisti in questa nuova rivoluzione industriale.

 
 
Pubblicato il 17-12-2012 ore 09:18
Ultima modifica 17-12-2012 ore 09:18
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