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Il Popolo della Liberta' - FORZA ITALIA - Il punto di vista di Saverio Centenaro

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Se i Bilanci degli ultimi anni del Comune di Venezia erano intrisi di ipotesi di proposte di tagli ai servizi al cittadino, quello presentato per il 2011 si può qualificare come “ bilancio di lacrime e sangue”, tanto è in rosso, e se mettiamo in conto il rischio dello sforamento del patto di stabilità, la prospettiva è drammatica.
I debiti accumulati tra le spese correnti, in conto capitale/mutui/interessi e fideiussioni sono ormai superiori agli 800 mln di euro.
Con questo scenario siamo chiamati a esprimerci sul Bilancio di previsione del Comune di Venezia.

Uno scenario drammatico che non traspare dal discorso di presentazione del Vicesindaco, il quale ha descritto che la difficile situazione dei conti è dovuta alla crisi e ai tagli dei trasferimenti statali, e non alla irresponsabile gestione politico-amministrativa consumata in 18 anni di governo del comune dalla coalizione di centrosinistra..

Dire che non siamo stati noi del Centrodestra a portare il Comune in questo dissesto non ci conforta, perché è talmente grave la situazione che le strade da intraprendere porteranno comunque sia maggiori oneri e minori servizi in capo ai cittadini.
Ora, a fronte di siffatta situazione amministrativa è obbligatorio per gli amministratori in carica informare dello stato reale dei conti pubblici tutti i cittadini.
Gli stessi devono anche dirci perché nel corso degli anni non hanno tenuto sotto controllo la spesa, perché hanno continuato con dispendiose quanto arbitrarie scelte che nulla hanno a che vedere con una gestione oculata e parsimoniosa della cosa pubblica.

Con l’elezione diretta del Sindaco (legge 25 marzo 1993, n. 81) il Comune di Venezia è amministrato ininterrottamente dalla coalizione di Centrosinistra, che forte del potere ottenuto, ha fatto il bello e cattivo tempo (assunzioni, contratti/accordi sindacali generosi - i dipendenti del comune/partecipate hanno mediamente una retribuzione superiore del 30/50% di quella dei dipendenti degli altri comuni e del settore privato -, costose ed inutili opere pubbliche, creato bisogni ecc, ecc.) che oggi si riassumono nel catastrofico indebitamento.

Giustificarsi con i minori trasferimento dalla Stato non regge, in quanto negli altri Comuni, pur toccati dai tagli, non si registra questa drammatica situazione debitoria.
Anche se la maggior parte dei cittadini residenti nel Comune non ha direttamente beneficiato della generosa gestione, gli stessi ora saranno chiamati a pagare per gli altri.

Il rischio è che ora si apra un conflitto sociale nella cittadinanza, tra coloro che hanno goduto delle scelte politiche del Centrosinistra e coloro che ogni giorno si guadagnano duramente la vita e non godono di alcun vantaggio.


Non basterà l’addizionale, l’aumento dei costi dei servizi, dismettere e svendere quel che resta del patrimonio pubblico comunale, per salvare il futuro amministrativo del Comune.

Ci vorrà dell’altro! E adesso chi paga?

 
 
Pubblicato il 01-06-2011 ore 14:55
Ultima modifica 01-06-2011 ore 14:55
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