L’ex Sindaco Cacciari aveva chiuso il Suo mandato tuonando contro le opposizioni per la mancata approvazione del PAT, ma nella realtà dei fatti era stata la Sua maggioranza a bloccare lo strumento urbanistico a causa delle molteplici controversie interne alla stessa, riguardanti le strategie della pianificazione del territorio.
Otto mesi dopo, le stesse forze politiche, per il tramite del nuovo Sindaco presentano alla città il medesimo PAT che avevano ostacolato con il precedente Sindaco.
Otto mesi persi nella strategia del nulla, intanto il territorio si disegna, si modifica a suon di varianti parziali che nulla hanno a che vedere con una visione complessiva e metropolitana del territorio.
Si riparte quindi dal PAT di Cacciari, per andare dove, verso quale futuro.
Le grandi questioni della emergenza idrica, del Quadrante di Tessera, di Portomarghera, della mobilità metropolitana, della residenza qualificata, della vocazione nautica della città di mare e di gronda, troveranno soluzione?
E nella evoluzione della città metropolitana saprà questo strumento pianificare la centralità di questa città nella città metropolitana.
Per arrivare alla condizione di una idea matura e moderna di una città policentrica com’è Venezia è necessario superare la strategia politica della città duale creata ad arte per rispondere alla vocazione di autonomia che ha segnato il passato.
Con il PAT si deve ritrovare il senso della città e di ogni sua parte, dalla periferia delle terraferma alle aree più pregiate del centro storico.
Il PDL come in passato è pronto a fare la propria parte per dare ordine e strategia alla nostra città.
Lo sarà il Centrosinistra?