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Il Popolo della Liberta' - Il punto di vista di Luca Rizzi

Logo Tram e politica: affrontiamo la realtà con onestà intellettuale

 

Non rido (purtroppo) ma sorrido leggendo le interrogazioni dei colleghi sul tram e le risposte più o meno ufficiali del Comune ai cittadini riguardo al cambio di “stile di vita” che esso comporterà. Recentemente sembra che per fare i traslochi si dovranno aspettare le ore seguenti la mezzanotte, sempre che il montacarichi non si blocchi tra i fili del tram e non scoppi una guerra tra vicini. Quando circa otto anni fa nessuno rifletteva sulle conseguenze di questo tram (anche l’Amministrazione?) io sollevavo interrogativi specie sulle strade strette che avrebbero dovuto garantire sia la puntualità del tram che il passaggio alle auto. Come previsto, a colpi di sensi unici per garantire il passaggio dell’ecologico mezzo, l’Amministrazione costringerà migliaia di auto a fare il giro del mondo per uscire e rientrare dai propri box, con buona pace dei residenti e di chi si batte contro lo smog. Francamente ritengo che non si sia ancora visto tutto l’impatto di questo magnifico mezzo voluto da “una” Amministrazione per la quale la piccola/media impresa è stata l’ultima delle preoccupazioni, avendo programmando una città dove tutto, dal trasporto al commercio, sembra commisurato rispetto ad una popolazione di povera gente o su privilegiate lobbies, senza in realtà preoccuparsi di creare un terreno fertile per poter creare impresa e lavoro. Tornando specificatamente al tram, pochi hanno preso in considerazione le emergenze, quali ad esempio la sosta di un’ambulanza o un intervento per problemi fognari che richieda l’impiego di una autobotte. Purtroppo i nostrani pianificatori della filosofica “città del sole” dove tutti vanno a piedi, in bici o in tram, non hanno compreso che in un sistema qual’è la società, non si può progettare a scapito delle categorie sociali che hanno necessità diverse dalle loro ma si deve mediare, pena il fallimento. Il commercio è infatti legato alla viabilità, la residenza è legata alla viabilità, i negozi alla residenza e così via per una miriade di relazioni incrociate che reggono il “sistema società”.
Oggi si è oramai impostato un Comune che creerà difficoltà a chi vuole viverci e lavorare senza essere immigrato o impiegato nel settore pubblico. La città è povera e attrae povertà.
Ora è facile capire che le molteplici incompatibilità del tram si potranno superare solo procedendo come un carrarmato sopra ogni interesse ad esso contrapposto….e questo modo di procedere porta solo guai. E’ facile prevedere che allorchè gli automobilisti/cittadini capiranno di essere ingabbiati in un percorso assurdo per rientrare a casa, quando i negozi sopravvissuti ai lavori del tram vedranno mancare gli incassi di chi prima si avvicinava a far compere presso di loro, quando l’inverno e le piogge faranno comprendere cosa significa aver alzato il piano del fondo stradale, quando ci saranno i primi intoppi del tram nelle strade-budello e altri “inconvenienti” emergeranno, solo allora si manifesterà davvero il macroscopico errore di aver scelto quel tipo di tram e se non sarà troppo tardi si dovrà davvero pensare a come ricominciare.
L’unico tram che mi rammarico di aver perso oggi riguarda un’occasione storica sprecata, quella di aver avuto a disposizione cifre enormi senza aver dato una soluzione davvero utile alla società veneziana.

Luca Rizzi

 
 
Pubblicato il 08-07-2010 ore 14:27
Ultima modifica 07-08-2010 ore 09:29
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