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Partito Democratico - Il punto di vista di Gabriele Scaramuzza

Logo Riflessioni sul Teatro Stabile del Veneto

 

Fondato nel 1992 tra Regione del Veneto, Comune di Venezia, Comune di Padova, il Teatro Stabile del Veneto deve essere ripensato dopo i primi venti anni di vita, in un contesto territoriale che necessita di un’offerta culturale qualificata e adeguata.

Tale ripensamento deve passare per tre vie: la prima è quella delle ragioni storiche che costituirono il teatro stabile italiano, ben riassunte da Paolo Grassi quando ricordava che quella del teatro è soprattutto una “funzione sociale”, una necessità collettiva, e che occorreva “strappare il teatro all’attuale disagio economico e al presente monopolio di un pubblico ristretto”.

La seconda via è il progressivo consolidarsi in questi anni dello spazio metropolitano che ha nella dorsale Venezia-Padova uno degli assi di riferimento principali, che esige quindi la definizione di servizi pubblici di natura culturale di rango metropolitano.

La terza via passa attraverso la consapevolezza che, in un momento in cui tutte le risorse disponibili debbono essere impiegate al meglio, il Teatro Stabile del Veneto rappresenta uno dei più importanti strumenti a disposizione del territorio per riattivare un'azione di politica culturale e di generazione di lavoro di qualità nello spettacolo dal vivo.

Questo è pertanto il giusto orizzonte cui fare riferimento: rendere il Teatro Stabile del Veneto un polo metropolitano per la produzione, distribuzione e valorizzazione teatrale, facendo di esso una delle leve delle politiche culturali di area vasta per quanto riguarda il teatro e lo spettacolo dal vivo, con particolare riguardo per la relazione con le nuove generazioni, e a ciò affiancando una rinnovata relazione con l'Europa.

A livello politico tale impostazione esige soprattutto una coesione di visione e di scelte tra la città di Venezia e la città di Padova.

Tale unitarietà di visione non può che partire dalla costatazione che se diverse sono oggi le esigenze delle due città relativamente alle due strutture del Goldoni e del Verdi gestite dal Teatro Stabile, comuni possono essere le azioni poste in campo.

Cinque devono essere i capisaldi di riferimento per l’attività di rilancio del Teatro Stabile come polo metropolitano:

1. La distribuzione delle eccellenze della produzione teatrale italiana ed europea. E’ necessario costruire una rete di cooperazione con gli altri teatri stabili italiani per garantire alle piazze del Goldoni e del Verdi le migliori produzioni, anche attraverso accordi di coproduzione;

2. La valorizzazione delle produzioni e delle risorse teatrali territoriali. Il Veneto è infatti una Regione particolarmente vivace e attorno ai centri di Venezia e Padova sono fiorite negli anni moltissime esperienze di livello, di singoli artisti come di compagnie teatrali. Il Teatro Stabile deve farsi portatore di queste istanze in tutto il circuito teatrale regionale;

3. L'attenzione alle nuove generazioni e ad esperienze innovative in campo teatrale. Si dovrà quindi concedere maggiore spazio tanto nella programmazione che nella produzione a proposte aggiornate ed innovative, sia di nuove opere che di repertorio; si potranno inoltre utilizzare le produzioni di opere di repertorio come “palestra”, occasione di crescita.

4. La formazione teatrale. Va sviluppata un’attività di formazione e alta formazione teatrale a tutto tondo, nei campi drammaturgico, di regia, attoriale, come pure delle professionalità tecniche di scena. Tale attività potrebbe essere comune con gli altri grandi soggetti pubblici attivi nello spettacolo dal vivo, stabilendo accordi di collaborazione con le migliori realtà italiane;

5. La costituzione di una teatralità turistica vera e propria. La programmazione teatrale dello Stabile a tutt’oggi in effetti non include quella turistica come un’utenza potenzialmente interessata alla sua programmazione. E’ invece questo un segmento cui rivolgersi, soprattutto per un teatro, come il Goldoni, che durante la stagione estiva è nei fatti chiuso.

Recuperare alcune forme e codici tipici del teatro italiano e veneto e costruire un’offerta di eccellenza concepita a partire dalle necessità del turista, con poche e qualificatissime produzioni, costituirebbe una novità assoluta anche per il panorama italiano.

Su questi temi crediamo sia indispensabile avviare confronto pubblico, che coinvolga senz’altro le realtà del teatro e della cultura delle nostre città e della Regione, ma si allarghi a tutti coloro che vi vogliamo prendere parte e contribuire, a partire dalle stesse forze politiche e sociali.

 

Il Segretario Comunale PD Venezia Claudio BORGHELLO

Il Responsabile Cultura PD provinciale Venezia Gabriele SCARAMUZZA

 
 
Pubblicato il 08-04-2013 ore 18:40
Ultima modifica 11-04-2013 ore 11:22
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