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Partito Democratico - Il punto di vista di Gabriele Scaramuzza

Logo Dalla cultura il motore per la rigenerazione di Mestre

 

Si apre con il 2012 un periodo non privo di criticità – complice l’attuale crisi economica e i vincoli sempre più rigidi sugli Enti Locali – che dovremo però tentare di tradurre in opportunità per ripensare le nostre città di qui alla prossima generazione e offrire ad esse un progetto di futuro in grado di intuire e maturare le vocazioni di Venezia e della sua terraferma.
E’ convinzione di chi scrive che la priorità da dare all’azione amministrativa della nostra città in questo e negli anni a venire è precisamente l’opportunità di concepire la rigenerazione di Mestre a partire dal suo sistema culturale, della sua produzione ed offerta nel più largo campo metropolitano. E’ qui infatti il caposaldo, lo snodo economico e sociale che tiene la straordinaria esperienza storico-urbana di Venezia con il multiforme tessuto della sua area metropolitana e dell’intero quadrante centro-veneto.
In questo senso, la definitiva messa a coerenza della “cittadella culturale” le cui torri d’angolo sono rappresentate dal Teatro Toniolo, dalla Biblioteca civica metropolitana di Villa Erizzo, da M9 e dal Centro Culturale Candiani è effettivamente la linea d’azione prevalente cui l’Amministrazione Comunale di Venezia deve chiamare a cooperare i diversi attori vivi e operanti nella città, dalle agenzie culturali locali e nazionali alle categorie sociali ed economiche.
Tale “quadrilatero dell’immaginario” salda attraverso la spina acquea del canal salso e Forte Marghera il suo legame con la città storica e si proietta a sua volta, attraverso il tessuto degli spazi della produzione e dell’offerta culturale sul reticolo metropolitano della città diffusa. E’ questo il telaio su cui vanno poi concepite e costruite occasioni di rigenerazione urbana e di rivitalizzazione commerciale.
Va da sé che se questo è il primato, ogni ipotesi di arretramento sarebbe esiziale per l’intera città. Intendiamo riferirci in specie al centro culturale Candiani, le cui potenzialità di produzione vanno invece esaltate fino in fondo, a partire da quanto fin qui realizzato. Diversamente, si creerebbe un pericoloso cortocircuito rispetto alla giusta scelta del completamento del Centro con la realizzazione del nuovo multiplex e con la creazione di una polarità forte dell’offerta cinematografica esattamente al centro della città – evitandone quindi la migrazione ai suoi margini – come accade del resto nelle mature aree urbane d’Europa.
Ipotizzare, come si è fatto, una commistione tra funzioni culturali e altre latamente amministrative comprometterebbe nei fatti entrambe, originando un luogo promiscuo dall’identità incerta. Occorre invece precisare e ispessire fino in fondo la vocazione culturale del Candiani e delle altre “torri d’angolo” a fare di questi i motori del nuovo sviluppo di Mestre all’interno dello spazio metropolitano.

 
 
Pubblicato il 16-01-2012 ore 11:19
Ultima modifica 16-01-2012 ore 11:19
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