Logo della Città di Venezia
Sei in: Home > Comune > Consiglio comunale archivio 2010-2014 > Gruppi consiliari > Il Popolo della Liberta' > Consiglieri comunali > Cesare Campa > Il punto di vista di Cesare Campa > L’INERZIA DELL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE
Contenuti della pagina

Il Popolo della Liberta' - Il punto di vista di Cesare Campa

Logo L’INERZIA DELL’ATTUALE AMMINISTRAZIONE

 

Venezia è compendio di diversità ambientale, monumentale che ha dato origine ad una realtà unica che non può essere affrontata con strategie comuni. La sua assoluta originalità consiste nel fatto che nei centri storici del mondo la monumentalità costituisce l’”arredo” culturale della città, mentre Venezia è essa stessa monumento: il centro storico è l’opera d’arte finale realizzata attraverso la stratificazione artistica e culturale per cui è assai problematico ogni intervento che incida nel tessuto urbano.
La complessità della situazione, che richiede per la salvaguardia anche grandi opere come il MOSE, impone di coordinare le politiche utili a progettare un futuro che riesca ad essere compatibile con la laguna, i canali, i palazzi monumentali, i campielli, insomma con il “Monumento-Venezia” .
Se l’attuale realtà non permette più a Venezia di metabolizzare compiutamente la cultura e vivere attraverso le sue tradizionali espressioni che hanno raggiunto livelli sublimi, si deve pensare ad un futuro in cui dia spazio all’aspetto immateriale: all’intelligenza, che è ricerca, tecnologia e ancora una volta cultura, con largo spazio a quella della memoria. Nascerebbero in questo modo le “officine” dell’immateriale, suggestivi strumenti di lavoro del nuovo millennio.

Solo se si ha la sensibilità di compiere un’analisi approfondita sulla realtà della Serenissima agli albori del secondo millennio, unita ad una coraggiosa capacità progettuale, è possibile dare vita a delle politiche interessate alla salvaguardia e allo sviluppo del centro storico e della sua laguna.
E’ proprio di fronte a questa esigenza, tanto urgente da coinvolgere la sopravvivenza di Venezia, che le giunte di sinistra, susseguitesi negli ultimi decenni a Ca’ Farsetti, hanno mostrato la loro incapacità politica e culturale di governare il difficile passaggio della Serenissima all’età moderna della globalizzazione. L’era di Massimo Cacciari si è conclusa in una desolante e presuntuosa bolla di sapone, mentre l’attuale Giunta rimane prigioniera delle profonde contraddizioni e delle crisi delle componenti di sinistra che la compongono.
Intanto Venezia continua a rimanere incapace di assumere il ruolo di eccellenza e di unicità culturale e storica.
Il centro-destra, resa forza d’opposizione a Ca’ Farsetti per la miopia di quegli elettori che ancora si fidano della sinistra condannata dalla storia e priva di identità e di progetto politico.

Il Governo, con il suo Piano delle Grandi Opere, ha infatti posto Venezia al centro di uno dei nodi scambiatori più importanti dell’Europa. Il Corridoio 5 la collegherà con la direttrice Torino - Siviglia - Lisbona, fino ad inserirsi nella Transiberiana. Stessa prospettiva per l’alta velocità, che correrà parallela al cordone autostradale. Venezia sarà collegata al centro Italia e al Sud non solo dallo storico collegamento Bologna – Firenze – Roma – Napoli - Palermo, ma anche dall’autostrada, in corso di progettazione, Mestre – Orte - Civitavecchia.

 

Ma dove Venezia dovrà cimentarsi è nel recupero di Marghera.
Ed è di fronte a questo problema che la politica della Giunta Orsoni si mostra sconsolatamente assente. Dalla sinistra escono solo balbettii, ma nulla di strategico e, soprattutto, nulla di nuovo. Quest’area enorme, dopo essere disinquinata, dovrà ritornare ad essere un polo industriale indispensabile per l’occupazione territoriale e per l’economia del Paese.
Si tratta di un’occasione straordinariamente interessante per qualunque coalizione capace di interpretare le esigenze della modernizzazione e di tradurle in realtà avveniristiche. Le esperienze che si possono fare qui, sarebbero preziose per affrontare il recupero degli altri 61 siti inquinati in Italia dall’industria primaria.

Scenari così vasti e complessi hanno bisogno di uno sforzo di coordinamento interministeriale per dar vita ad un vasto piano di rinascita e di proiezione verso il futuro, capace di utilizzare e di sollecitare ogni risorsa disponibile, e la sinistra non lo può fare perché la sua autorità finisce al confini di Mestre, ma soprattutto nel limbo delle idee.
L’inerzia dell’attuale amministrazione ha lasciato campo libero a Matera di candidarsi per divenire la capitale della cultura d’Europa! I sassi di Matera sono certamente un patrimonio, ma quelli lavorati come merletti dagli architetti veneziani hanno arricchito la civiltà e la cultura del mondo! D’altra parte come potrà mai essere utile a Venezia una classe politica, nel cui bagaglio ideologico e ideale, c’è una solo avverbio:

“No!”. No, a qualsiasi proposta.

 
 
Pubblicato il 21-02-2011 ore 12:02
Ultima modifica 22-02-2011 ore 10:48
Stampa