Domenica 26 agosto è calato il sipario sul Marghera Estate Village. Ma, a mio avviso, a chiudersi non è stata solo la 14. edizione ma tutta la manifestazione. Alla luce dell’accordo extragiudiziale con il quale gli operatori dell’associazione culturale Village e l’Amministrazione Comunale hanno accettato il ricatto degli operatori commerciali di rinunciare a proporre la manifestazione nell’area verde – di proprietà comunale – in cambio del ritiro delle denunce (peraltro andate a vuoto per due anni di seguito senza esito…) e alla luce delle oggettive criticità già verificate in anni di ricerca, infatti, Marghera Estate Village è definitivamente persa.
Sono certo che, dalla prossima estate, molti rimpiangeranno l’assenza di questa manifestazione. Sicuramente ripetitivo – ma, proprio per questo, garanzia di presenza rassicurante e sicura scelta serale estiva in città e non solo –, il Village ha resistito per tutti questi anni per tanti motivi, così come per questi stessi motivi altre manifestazioni o festival hanno fatto flop e riscontrato criticità insuperabili, anche se magari godevano di “foraggiamenti”, anche pubblici.
Il Marghera Estate Village, invece, virtuoso esempio di realizzazione di una manifestazione pubblica tramite l’imprenditoria privata, ha potuto dribblare concorrenza, crisi economica, oltre al rischio di “passare di moda” perché era diventato la piazza della città, il luogo di ritrovo (spesso a prescindere da chi calcava il palco). Ed una piazza è fatta da persone e luoghi. Perciò, e non bisogna farne una tragedia perché tutto cambia, dico che la manifestazione non potrà più essere proposta. Senza i parcheggi, senza le aree attrezzate nell'area verde del Parco Commerciale Panorama (realizzati a suon di investimenti degli operatori del Village con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale), senza la viabilità di quest’area urbana ma comunque relativamente fuori dal contesto abitativo, la manifestazione NON potrà più esistere, anche perché la gente non potrà più riconoscerla in altri contesti. Bisogna mettere in conto che a Marghera – e forse in tutta la terraferma - è impossibile trovare una realtà che riproduca positivamente caratteristiche similari di adattabilità per simili kermesse.
Non bisogna farne una tragedia, dicevo. Tutto cambia, figuriamoci un festival in più o uno in meno.
Ma, a questo punto, una riflessione è doveroso farla.
La città perde una manifestazione consolidata per accondiscendere al ricatto di alcuni operatori commerciali. Non entro nel merito delle motivazioni (se non nella paura di perdere o nella voglia di evitare rotture di scatole) ma, mentre da cittadino posso prendere atto della volontà dell’associazione culturale Village di non proseguire nell’incertezza e nello stress del domani, mi è assolutamente incomprensibile il harakiri del Comune di Venezia. Ancora una volta, si dimostra il limite di un’amministrazione che non soppesa a dovere il guaio di creare un gravissimo precedente. Mai come in questo caso è stato evidente che basta trovare un privato disposto a spendere qualche decina di migliaia di euro in avvocati (peraltro senza aver mai vinto la causa…) e a minacciare nel proseguimento della causa legale perché il Comune faccia marcia indietro. Ma come si può rinunciare a fare attività all’interno di un’area comunale? Come è possibile che un Comune, che si confronta in Tribunale su migliaia di altre cause ben più onerose, abbia paura di confrontarsi in questa bazzecola?
La risposta è duplice: o il Comune ha smesso di credere in questa manifestazione e trova più comodo chiamarsi fuori da eventuali responsabilità, oppure, all’interno dell’amministrazione, qualcuno ha lavorato affinchè, fra l’ennesimo superfluo park scambiatore che arriverà fra meno di un anno, proprio nell'area del Village, e l’accondiscendenza a certi operatori commerciali ed immobiliari, si potesse mettere in discussione l’interesse pubblico… Magari senza pensare che, fra un paio d’anni, ci sarà un ulteriore walzer di operatori della media e grande distribuzione per cui quell’area sarà ancor più ridimensionata rispetto a quella di Auchan.
Vedete, forse non è grave perdere il Marghera Estate Village, sicuramente altre manifestazioni riempiranno le nostre estati, è però gravissimo che il Comune di Venezia abbia scelto di rinunciare a qualsiasi possibile iniziativa in un’ area di sua proprietà fino al 2015. E, avendo visto come vanno queste cose, anche oltre…