Gli amministratori pubblici dovrebbero cercare di mettersi dalla parte (dal punto di vista) dei semplici cittadini. Capirebbero meglio il senso di fastidio generale che accompagna troppo spesso le scelte (o le non scelte) del settore pubblico. E' significativa la diffusa espressione che utilizza la terza persona plurale per indicare un soggetto, indeterminato, responsabile di qualcosa; nel nostro dialetto, suona spesso così: varda cossa che i gha fato !
Questo atteggiamento è ingiusto perché non distingue ed accomuna i diversi gradi di responsabilità (di amministratori e funzionari) in un grigio corpo, estraneo, se non ostile, al comune sentire del cittadino.
E' però un atteggiamento che trova giustificazione nella difficoltà di comprensione dall'esterno dei meccanismi decisionali dell'amministrazione pubblica. Certamente ci potrà anche essere disinteresse o disattenzione da parte del Cittadino, ma purtroppo è anche vero che spesso l'Amministrazione ci mette del suo, anche pensando che l'informazione (il dare informazione) sia solo un doveroso fastidio, da evitare per quanto possibile!
Mentre nel "mondo esterno" si è ormai riconosciuto che il condividere le informazioni è in realtà il modo di affrontare e risolvere i problemi, l'apparato amministrativo sceglie spesso l'opacità come metodo e la riservatezza delle informazioni come strumento e scopo di un microceto politico incapace di interpretare il proprio vero ruolo: non solo scegliere che fare (assumendosene le responsabilità), ma essere anche soggetto propulsore di un più alto grado di convivenza, basato su collaborazione (l'organizzazione non deve avere barriere, ma piuttosto confini porosi e labili aperti alla collaborazione esterna), trasparenza (l'istituzione non deve coprirsi e se deve restare "nuda", è bene che si attrezzi per essere "bene in forma" !) e condivisione (garantendo cioè l'accesso reale ai propri elementi di conoscenza).
Un esempio (negativo) può essere utile per descrivere concretamente il problema di cui si parla. Basterà esaminare un paio di stringate delibere della Giunta Comunale di Venezia e fare un breve premessa.
La premessa consiste nel ricordare il Biciplan per l'Isola del Lido, approvato dalla Giunta nel febbraio 2011, che delinea possibilità ed indirizzi per realizzare un sistema integrato di percorsi ciclabili. Si tratta, nel panorama delle cose calate sul Lido in questi anni, di una perla rara: un piano che non suscita alcuna polemica, ma che anzi piace a movimenti ed associazioni che ne chiedono la realizzazione. La relativa delibera sta, assieme a tutti gli elaborati tecnici di progetto, nel sito web comunale, consultabile da chiunque.
E veniamo ai due esempi, da non seguire.
A quel piano fa seguito una delibera di attuazione del 5 aprile 2012 che approva il progetto preliminare di un primo segmento di percorso ciclabile. Il progetto non costituisce però un allegato, cioè parte integrante, della delibera e quindi non viene pubblicato. E’ vero però che in calce alla deliberazione viene aggiunta una frasetta per dire che il progetto “è disponibile in visione presso l’Ufficio di Giunta”, ma la delibera non precisa neppure quanti siano gli elaborati e che versione (che data) del progetto sia stata approvata. Anzi, a leggere con attenzione si scopre che il progetto è stato verificato dal RUP (sappia il Cittadino che RUP sta per “Responsabile Unico del Procedimento” !) nell’ottobre 2011, ma che nel seguito due uffici comunali e la Municipalità del Lido hanno dato pareri con prescrizioni e che due uffici comunali hanno rilevato la difformità del progetto dal citato Biciplan, e che questa variazione è stata concordata tra la Municipalità ed AVM spa (società interamente comunale, incaricata del progetto. Dunque il normale Cittadino è scoraggiato dall’andare ad esaminare il progetto, non può capire che stesura di progetto sia stata approvata, perché in variante al Biciplan e perché non sia stato coerentemente aggiornato anche questo. Potrà forse notare che non sono citate valutazioni ambientali e paesaggistiche ma potrà pensare che queste saranno effettuate con l’approfondimento successivo a livello di progetto definitivo. Solo però se si tratta di un Cittadino veramente curioso e smaliziato potrà accorgersi di un paio di “stranezze”: la prima è l’asserita conformità della pista ciclabile “come da previsioni PGTU del Lido” (sappia il Cittadino che PGTU sta per “Piano Generale del Traffico Urbano” e che questo deve indirizzare ogni intervento sulla viabilità), peccato che il PGTU del Lido sia stato solo adottato della passata consigliatura (nel 2008), poi sonoramente bocciato dalla Municipalità e non approvato dal Consiglio Comunale di allora, né dall’attuale, dunque il PGTU cui dovrebbe far riferimento il progetto di pista ciclabile, semplicemente non esiste. La seconda stranezza è che mentre il bilancio comunale 2012 prevede per l’intervento in questione una spesa di € 230.000,00, nel progetto l’importo sale a € 250.196,97.
La seconda delibera è quella di approvazione del progetto definitivo della stessa pista ciclabile. Siamo al 19 aprile 2103 e la comunicazione peggiora ancora, se possibile. Viene reiterata la citazione del PGTU (evidentemente, uno spettro si aggira per gli uffici dei lavori pubblici, lo spettro del Piano del Traffico Lidense) e questa volta neppure viene aggiunta la frasetta per dire che il progetto approvato è consultabile da qualche parte. Il progetto approvato non ha una data e neppure un‘indicazione del numero degli elaborati, ma è stato verificato dal RUP nell’ottobre 2012. Anche questa volta acquisisce, successivamente, i pareri degli uffici comunali interessati con almeno 5 serie di osservazioni/ prescrizioni che non è dato sapere se/come siano state recepite nel progetto. Non c’è ancora traccia di valutazioni ambientali e paesaggistiche e quanto alla spesa, solo un Cittadino molto curioso potrà notare che la spesa è stata aggiornata dal Consiglio Comunale con l’approvazione del bilancio 2012 in € 250.196,97 (esattamente la somma prevista dal progetto preliminare), peccato però che ora nel definitivo l’importo slitti a € 304.133,23 !
E’ questo deliberato sistema di opacità e di chiusura ad ogni possibile (e utile) apporto partecipativo che intendeva il Consiglio Comunale nell’approvare tre anni orsono le Linee programmatiche di mandato 2010-15 ? … dove, al capitolo su semplificazione e trasparenza amministrativa, sta scritto “I cittadini devono poter conoscere sempre e senza filtri l’operato di chi li amministra !”.