Seduta del 04-02-2013 ore 12:15
congiunta alla III Commissione
Consiglieri componenti le Commissioni: Maurizio Baratello, Pierantonio Belcaro, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Cesare Campa, Giampietro Capogrosso, Antonio Cavaliere, Bruno Centanini, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte, Sebastiano Costalonga, Ennio Fortuna, Nicola Funari, Giacomo Guzzo, Valerio Lastrucci, Lorenza Lavini, Bruno Lazzaro, Marta Locatelli, Jacopo Molina, Gian Luigi Placella, Andrea Renesto, Luca Rizzi, Emanuele Rosteghin, Gabriele Scaramuzza, Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa, Camilla Seibezzi, Christian Sottana, Raffaele Speranzon, Davide Tagliapietra, Giuseppe Toso, Gianluca Trabucco, Simone Venturini, Alessandro Vianello, Stefano Zecchi, Michele Zuin
Consiglieri presenti: Pierantonio Belcaro, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Cesare Campa, Giampietro Capogrosso, Antonio Cavaliere, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte, Sebastiano Costalonga, Nicola Funari, Giacomo Guzzo, Valerio Lastrucci, Bruno Lazzaro, Jacopo Molina, Gian Luigi Placella, Andrea Renesto, Luca Rizzi, Emanuele Rosteghin, Gabriele Scaramuzza, Alessandro Scarpa, Renzo Scarpa, Camilla Seibezzi, Davide Tagliapietra, Giuseppe Toso, Gianluca Trabucco, Simone Venturini, Alessandro Vianello, Gabriele Bazzaro (sostituisce Christian Sottana), Saverio Centenaro (sostituisce Michele Zuin), Luigi Giordani (sostituisce Bruno Centanini), Carlo Pagan (sostituisce Maurizio Baratello), Roberto Turetta (convocato), Marco Zuanich (sostituisce Ennio Fortuna)
Altri presenti: Presidente del Consiglio Roberto Turetta, Vicesindaco, Direttore Francesco Vergine, Presidente I.R.E.
Ordine del giorno della seduta
Alle ore 12.40, il Presidente della III Commissione consiliare, Giacomo Guzzo, assume la presidenza della Commissione I, congiunta III e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Introduce la proposta di deliberazione, iscritta all’ordine del giorno e dà la parola alla Presidente dell’IRE, Giovanna Cecconi.
CECCONI (Pres IRE) procede con l’illustrazione della proposta di deliberazione spiegando che il vincolo statutario del 30%, di fatto, vincola le risorse. Spiega che i mutamenti sociali e demografici hanno determinato l’abbandono di strutture collettive per i minori, quali i collegi e gli orfanotrofi, modificando le forme di intervento, rendendole più vicine al modello familare. A tal proposito, ricorda le residenze Pompeati e Gradenigo. In particolar modo, la residenza Pompeati, accoglie otto ragazze minori in difficoltà. Dopo i 18 anni, si passa ad un altro presidio dove le ragazze vengono rese più autonome e quando diventano completamente autonome viene assegnato loro un alloggio. Il rapporto con l’Ente rimane anche dopo perché non si arriva mai ad una soluzione completa. Per quanto concerne il Gruppo
Gradenigo, questo ha quattro posti e l’operatore non è presente giorno e notte. Qui viene fatto un percorso di formazione professionale, anche con l’ausilio di uno psicologo, che consenta alle ospiti di essere autonome. Viene data loro una piccola dote che gli consenta di affrontare una vita nuova ma sempre con il supporto dell’Ente. Per contro, si è imposta la necessità di assistenza specializzata ad una popolazione sempre più anziana. Alla luce di quanto spiegato, sottolinea le diverse necessità economiche per le due tipologie previste dallo Statuto (Minori ed Anziani) in relazione alla domanda effettiva di intervento. Spiega che un vincolo così rigido non consente di operare e di dare le risposte richieste.
Alle ore 12.43 esce il Consigliere Rizzi.
CAPOGROSSO la Presidente ha sottolineato che la realtà cambia, oggi ci sono più anziani e meno bambini. Questa modifica è talmente accoglibile da non dover riflettere più di tanto. Propone di licenziare il provvedimento in “allegato A”.
CAMPA chiede se si possa stabilire la sede senza dover prevedere la modifica nello Statuto. Chiede se sia possibile, attraverso una modifica statutaria, disattendere ciò il fine che era stato stabilito tramite donazione.
CECCONI (Pres IRE) risponde che lo Statuto tiene conto di tutte le possibili fasce e situazioni di disagio, di bisogno di assistenza, ecc.
CAMPA comprende benissimo la necessità di adeguarsi alle nuove esigenze ma chiede se si possa disattendere la volontà dei benefattori.
CECCONI (Pres IRE) non viene disattesa alcuna volontà. Le antiche Istituzioni sono state fuse nell’IRE e sono state inserite nel nuovo Statuto.
VICESINDACO SIMIONATO ritiene che il Consigliere Campa chieda se si possa variare la quota percentuale. Se così fosse, risponde che non è un cambio sul lascito ma soltanto una modifica statutaria.
PRES. CONSIGLIO TURETTA ringrazia la Presidente Cecconi ed il Direttore dell’IRE. Ricorda che c’è una legge che risale al 1890, ed in base a questa viene richiesto un parere. Le modifiche riguardano la sede dell’Istituzione e l’adeguamento, ampiamente illustrato, alle mutate esigenze di assistenza.
CONTE chiede che si licenzi il provvedimento, quantomeno, per l’illustrazione in Consiglio comunale.
FUNARI anche lui, come il Consigliere Campa, pensava si potesse prevedere una sede “mobile”, che non servisse, cioè, una modifica statutaria ogni qualvolta si debba cambiare la sede. Se ciò non è legalmente possibile, ne prende atto. Cita una legge della miniriforma delle IPAB del novembre 2012, applicabile anche nel caso dell’IRE.
Alle ore 12.55 escono i Consiglieri Belcaro e Borghello.
R. SCARPA ritiene che se è stato osto il problema della modifica del 30% un motivo ci sarà. Ciò nonostante, lui rimane dell’idea di mantenere il vincolo. Chiede su quale livello intendano spostare la loro opera.
CECCONI (Pres IRE) spiega di aver parlato delle residenze Pompeati e Gradenigo spiegando che questi servizi sono sostenuti dall’IRE perchè le quote che i Comuni pagano non sono sufficienti. IRE destina 500 mila euro del proprio bilancio ai giovani. Non è che non danno risposte ma la questione è che la domanda da parte dei giovani è in continuo calo e si fa fatica a riempire le comunità. L’art. 2 comprende tutti i possibili bisogni.
BONZIO si ha una concezione dell’IRE molto specializzata in alcuni settori ma leggendo il comma 3 dell’art. 2 servizi, prestazioni e azioni di prevenzione del disagio sciale a favore di anziani, disabili minori giovani e adulti, persone e famiglie in difficoltà. Quindi si parla di uno spettro molto ampio. Ritiene, quindi, che per i giovani e per i disabili, relativamente all’attività formativa per l’occupazione, ci sarebbe molto da fare. Chiede se si possa dettagliare meglio in merito alla ripartizione delle rendite patrimoniali.
LASTRUCCI ritiene che il combinato disposto del comma 2 dell’art.5, dell’art. 5 e dell’art. 2 dello Statuto, nella prima versione fissava una percentuale ben precisa mentre quella che si andrà ad approvare non darà alcun limite. Alla luce di ciò, va bene togliere la percentuale del 30% ma si devono individuare, quantomeno, degli obiettivi precisi da perseguire.
SCARAMUZZA si tratta di allineare l’Istituto con le finalità statutarie. Se si capisce che i minori, oggetto di assistenza, sono qualche decina e gli anziani un centinaio è logico che si debbano adeguare gli interventi e le risorse in relazione a queste necessità. Le proposte presentate oggi sono di assoluto buon senso istituzionale e il provvedimento deve essere licenziato, se non in “allegato A”, quantomeno in illustrazione.
PLACELLA si trova d’accordo con gli interventi dei Consiglieri Bonzio e Lastrucci. Pur comprendendo il motivo dell’adeguamento dell’art. 2 ad una società dei bisognosi che è cambiata, crede che il destinare un terzo del patrimonio indicasse una attenzione verso alcune categorie. Nella modifica c’è una sorta di parificazione fra tutte le categorie. Chiede allora quali siano i criteri che poi facciano propendere per le attribuzioni ad una categoria piuttosto che ad un’altra.
CECCONI (Pres IRE) non è la Legge Crispi che stabilisce questo vincolo. Nelle 14 antiche Istituzioni, quando si sono fuse nell’IRE è stato inserito questo vincolo, che si è rivelato nel tempo poco flessibile. All’epoca non vi era scritto nulla di tutto ciò che sono i nuovi bisogni (250 mila euro di contributo ai propri inquilini in difficoltà, assistenza domiciliare, formazione specifica del personale e punti d’ascolto per gli ammalati di Alzeimer, ecc ). Questi sono i nuovi bisogni ai quali si devono adeguare.
PRES. CONSIGLIO TURETTA porta l’esempio della residenza “La Pietà” che, nata per i minori, da più di un anno non ha minori abbandonati. Ora ci sono altre esigenze, magari per le madri in difficoltà. Da qui si capisce che Istituzioni che hanno secoli di storia, già nei fatti, sono cambiate. Levando questo vincolo, IRE, cerca di essere più funzionale nel dare servizi.
BONZIO non ha capito a quanto ammonta 1/3 delle rendite patrimoniali vincolate ai minori.
CECCONI (Pres IRE) ripete che l’ammontare è di 1.3 milioni. Loro ne spendono 500 mila perchè non c’è domanda per quanto riguarda le comunità.
BONZIO proprio perchè capisce questo aspetto e vista la presenza del Vicesindaco, chiede perchè non si possano prevedere, in luogo delle comunità, dei corsi di formazione per i giovani che hanno abbandonato la scuola. Anche sull’assistenza agli “anziani” ci sarebbe da rivedere il termine in relazione ai 50 enni che rimangono senza lavoro. Ha l’impressione che ci sia una grande specializzazione in alcuni ambiti a discapito di altri.
CECCONI (Pres IRE) invita il Consigliere Bonzio a visitare uno dei loro Centri Servizi. Con la consegna delle Penitenti, a San Giobbe daranno al Comune di Venezia tutti i Centri Servizi, per non autosufficienti, a norma, ristrutturati o costruiti ex novo. Con una formula che prevede la residenzialità o la semiresidenzialità.
PLACELLA chiede una precisazione sul termine “equilibrato” per capire se sarà una ripartizione percentuale fra le varie categorie assistite.
LASTRUCCI si deve fare in modo che ciò che è scritto nello Statuto sia calzante rispetto agli obiettivi già dati e futuri.
CECCONI (Pres IRE) la necessità di risorse per i minori potrà arrivare, in futuro, anche al 40%, ma se ci sarà la necessità.
CAMPA ritiene sia giusto portare il provvedimento in discussione in Consiglio in modo da poter dare le proprie indicazioni. I consiglieri si trovano a dover dare un parere. Si sarebbe potuto lasciare una percentuale minima per i giovani.
R. SCARPA trova strano passare da un obbligo del 30% ad una indicazione di poco più del 10%. Visto che oggi si considera giovane anche un trentenne, chiede se non sia pensabile reindirizzare queste risorse sui nuovi bisogni, che sono drasticamente cambiati.
VICESINDACO SIMIONATO riflette sul fatto che si è di fronte ad un passaggio epocale rispetto al tema dei servizi. La necessità di risparmio impone a tutti il massimo della flessibilità nella necessità di mutamento. Lo sforzo che IRE ha fatto per stare all’interno del Welfare cittadino è stato fatto totalmente. Si devono tutelare le IPAB cittadine, che hanno fatto un buon lavoro, e metterle in condizione di essere la parte più dinamica destinandole ad una specializzazione. È probabile, proprio per la storia che ha, che IRE potrà specializzarsi verso l’anziano non autosufficiente, mentre altre IPAB potranno specializzarsi in altri campi. Se il pericolo che si può leggere è che IRE si possa dimenticare dei giovani, propone di scrivere nel testo, invece di non “inferiore al 30%”, “fino al 30%” in modo da consentire un’elasticità al Consiglio d’Amministrazione, in base al proprio bilancio ed alle esigenze del momento.
CECCONI (Pres IRE) l’IRE è inserita nella rete dei Servizi del Comune di Venezia, non viene inventato nulla e se le esigenze per i giovani cambieranno verranno adeguate anche le risposte che loro daranno.
COPRES. GUZZO propone di licenziare il provvedimento per la discussione in Consiglio comunale. La Commissione acconsente e alle ore 13.45, esaurito l’ordine del giorno, dichiara chiusa la seduta.
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