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I Commissione - Verbale

Seduta del 19-11-2012 ore 11:00

 

Consiglieri componenti la Commissione: Maurizio Baratello, Pierantonio Belcaro, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Cesare Campa, Giampietro Capogrosso, Antonio Cavaliere, Bruno Centanini, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte, Ennio Fortuna, Nicola Funari, Marco Gavagnin, Valerio Lastrucci, Marta Locatelli, Andrea Renesto, Luca Rizzi, Emanuele Rosteghin, Gabriele Scaramuzza, Camilla Seibezzi, Christian Sottana, Raffaele Speranzon, Davide Tagliapietra, Gianluca Trabucco, Simone Venturini, Alessandro Vianello, Stefano Zecchi, Michele Zuin

 

Consiglieri presenti: Pierantonio Belcaro, Sebastiano Bonzio, Renato Boraso, Claudio Borghello, Giampietro Capogrosso, Antonio Cavaliere, Pasquale Ignazio ''Franco'' Conte, Ennio Fortuna, Valerio Lastrucci, Andrea Renesto, Luca Rizzi, Emanuele Rosteghin, Gabriele Scaramuzza, Camilla Seibezzi, Davide Tagliapietra, Gianluca Trabucco, Simone Venturini, Alessandro Vianello, Gabriele Bazzaro (sostituisce Christian Sottana), Sebastiano Costalonga (sostituisce Raffaele Speranzon), Luigi Giordani (sostituisce Bruno Centanini), Jacopo Molina (sostituisce Maurizio Baratello), Carlo Pagan (sostituisce Cesare Campa), Alessandro Scarpa (sostituisce Stefano Zecchi), Marco Zuanich (sostituisce Nicola Funari)

 

Altri presenti: Consigliere comunale Claudio Borghello, Dir. Stefano Savini, Resp. Natalia Menardi

 

Ordine del giorno della seduta

  1. Esame della proposta di deliberazione PD n. 175 del 30/03/2012 con oggetto:"APPROVAZIONE REGOLAMENTO DEGLI ISTITUTI DELLA PARTECIPAZIONE ARTICOLI 26, 28 E 28 BIS DELLO STATUTO".

Verbale

Alle ore 11.10, il Vicepresidente della I Commissione Consiliare, Gianluca Trabucco, assume la presidenza della Commissione e, constatata la presenza del numero legale, dichiara aperta la seduta. Introduce l’argomento iscritto all’ordine del giorno, con oggetto: “Esame della proposta di deliberazione PD n. 175 del 30/03/2012 "APPROVAZIONE REGOLAMENTO DEGLI ISTITUTI DELLA PARTECIPAZIONE ARTICOLI 26, 28 E 28 BIS DELLO STATUTO" e dà la parola al Consigliere Borghello per l’illustrazione.

BORGHELLO illustra la proposta di deliberazione di propria iniziativa, ricordando la discussione che ci fu nel corso dell’approvazione delle modifiche statutarie. Ricorda che quelle Commissioni coinvolsero diverse associazioni le quali diedero dei contributi preziosi. Anche oggi. Il Coordinamento “Io Decido” chiede di poter dare il proprio contributo. È un provvedimento aperto al contributo di tutti. Gli Uffici andranno coinvolti in modo da rendere fluida la partecipazione. Non c’è una comparazione perché il Regolamento, ancora, non esiste.

PRES. TRABUCCO dichiara aperta la discussione.

FORTUNA si dice sostanzialmente d’accordo a parte una critica istituzionale perché ritiene il tutto eccessivo e pesante, se non addirittura molesto. Gli istituti di partecipazione devono avere dei limiti. Ci sono già i Consiglieri che devono rappresentare i cittadini che gli hanno eletti. Rispondere anche alle istanze dei cittadini diventa un aggravio dell’attività della Pubblica Amministrazione.

RIZZI sposa appieno l’intervento del Consigliere Fortuna.

BORGHELLO afferma che la maggior parte di questi istituti già sono previsti. Ricorda i passaggi fatti in Commissione per le modifiche statutarie riguardo gli “aventi diritto”. Procede con la lettura dell’art. 3.


CONTE chiede come faccia a partecipare ad un referendum un cittadino che abbia maturato una condanna tale da non permettergli il diritto di voto.

VENTURINI rispetto al comma 1, lettera c dell’art 3 chiede se un residente, da più di 3 anni, che non studia e non lavora abbia comunque diritto (per esempio le casalinghe).

DIR. SAVINI spiega che nel punto 1 la formulazione è la medesima prevista nello Statuto. Sono da considerarsi residenti sia i cittadini italiani che quelli stranieri. Magari servirà specificarlo.

FORTUNA ribadisce quanto detto prima relativamente alle istanza, proponendo un numero minimo per la loro presentazione.

RENESTO è dubbioso sul riferimento al 16° anno d’età, che alzerebbe a 18. Aumenterebbe il riferimento agli anni di residenza.

BORGHELLO chiede di non rimettere in discussione ciò che è stato approvato col nuovo Statuto. Il riferimento al numero di anni è stato inserito per rafforzare i vincoli.

CAPOGROSSO ritiene che si escluderebbero tutta una seri e di persone ma la cosa è superabile dicendo che devono essere iscritti da 3 anni negli elenchi aggiuntivi dell’anagrafe elettorale.

Alle ore 11.35 esce il Consigliere Tagliapietra.

DIR. SAVINI spiega che l’iscrizione all’anagrafe è un requisito diverso e facoltativo dall’iscrizione alle liste elettorali.

CAPOGROSSO propone la residenza da 3 anni e l’iscrizione alle liste, senza alcun limite temporale.

Alle ore 11.41 escono i Consiglieri Boraso e Bazzaro.

MENARDI spiega che lo Statuto riservava al Regolamento le modalità di svolgimento dell’attività di questi cittadini (non Unione Europea), attività prevista dal regolamento.

Alle ore 11.45 entra il Consigliere Pagan, rientra il Consigliere Bazzaro ed esce il Consigliere Cavaliere.

VENTURINI è perplesso circa l’approccio che si ha rispetto ad alcune procedure, magari poco utili ma molto complicate nella loro attuazione. Chiede a chi si riferiscono gli elenchi aggiuntivi. La lettera “c” va riformulata scrivendo solo il riferimento ai 3 anni, senza l’ulteriore requisito di un anno di attività.

PRES. TRABUCCO chiede se il combinato fra residenza ed attività sia previsto dallo Statuto.

DIR. SAVINI risponde affermativamente.

SEIBEZZI ritiene che le soglie già poste e votate non debbano essere messe in discussione. Chi lavora da un anno non può avere più diritto di chi non lavora in modo continuativo. Il ricongiungimento familiare ne è un esempio palese.

Alle ore 11.50 entra il Consigliere Costalonga.

BORGHELLO prosegue con la lettura dell’articolo 4 concernente “Elenchi aggiuntivi dell’anagrafe elettorale”.

DIR. SAVINI specifica che nel TUEL è già previsto il controllo sulla veridicità delle dichiarazioni fornite e quindi, invece di scrivere: “L’ufficio comunale competente può effettuare controlli…” converrebbe scrivere “Deve effettuare controlli…”

Alle ore 11.55 esce il Consigliere Rizzi ed entra il Consigliere Bonzio.

CAPOGROSSO ritiene che il “valutabile tale” potrebbe essere equivoco ma permette di fare altri ragionamenti. L’art. 4 deve essere letto con la medesima attenzione con cui è stato letto l’art. 3.

Alle ore 11.58 entra il Consigliere Molina ed esce il Consigliere Bazzaro.
VENTURINI chiede come viene inteso il ragionamento fatto sul “domicilio” e perché debba essere necessariamente indicato. Ritiene si stia burocratizzando una fase che dovrebbe essere più leggera.

È lo statuto che richiama a dover sottolineare quale tipo di attività (lavoro, studio o valutabile tale). Torna sull’art. 3 perché si deve declinare la parola “attività” all’interno del Regolamento. È d’accordo sull’aprire ma senza dover dettagliare eccessivamente. In generale, non si può scrivere qualcosa di diverso da ciò che prevede la legge.

CONTE ritiene che dettagliare troppo sia controproducente. Ritiene utile fare un richiamo all’attività di volontariato, magari nell’ambito di un’associazione.

VENTURINI pensa si debba togliere, al fine di semplificare, il riferimento al lavoro, studio o altro.

BONZIO afferma che la residenza e l’attività lavorativa siano il vero discrimine. Lascerebbe una scelta più ampia possibile degli elenchi. Tra l’altro, chi si vuole iscrivere negli elenchi deve già svolgere un’attività.

PRES. TRABUCCO chiede di inserire un riferimento al “regolare permesso di soggiorno”, in luogo di qualsiasi riferimento all’attività lavorativa.

MOLINA ritiene che quanto contenuto nella lettera b del primo comma dell’art.3 vada rapportato all’art. 4 dal quale espunterebbe “proprio” lasciando quindi soltanto “il domicilio”. A lavoro e studio aggiungerebbe quelle attività che permettono di avere una residenza.

Alle ore 12.15 escono i Consiglieri Pagan e Fortuna.

PRES. TRABUCCO chiede di formalizzare tutte queste proposte facendo pervenire delle proposte di emendamento.

BORGHELLO procede con la lettura dell’art. 5. spiega che l’istanza deve essere una precisa richiesta di informazioni e non una semplice lettera di protesta, sperando che i 30 giorni per la risposta possano essere sufficienti. La formulazione è già contenuta in altri Regolamenti, anche di altri Comuni.

MOLINA chiede perché restringere l’istanza con la presentazione al solo Uff. Protocollo quando si può presentare tramite PEC o fax.

VENTURINI è d’accordo sull’invio tramite PEC ma scettico rispetto ai 30 giorni per la risposta.

CAPOGROSSO ritiene che alla richiesta si potrà rispondere con lo stesso mezzo con la quale è pervenuta (Fax, PEC, Uff. Protocollo). Il rischio di mettere una scadenza di 30 giorni è quello di apparire poco credibili nel caso non si riesca ad ottemperare.

RENESTO ritiene che l’istanza possa essere considerata un’interrogazione ed allora si chiede a cosa servano i Consiglieri comunali e quelli delle Municipalità. Ritiene che questa possibilità svilisca il ruolo dei Consiglieri.

LASTRUCCI ritiene che 30 giorni per la risposta siano pochi. Si rischia di oberare di lavoro la P.A..

BONZIO ritiene che il ruolo dei Consiglieri sia già messo a rischio dall’istituzione della Città Metropolitana. I 30 giorni vanno bene e l’Amministrazione comunale si deve adeguare, altrimenti significa che c’è un cattivo funzionamento. Allargare i meccanismi di controllo delle Pubbliche Amministrazioni non può che far bene. Il problema non sta in chi rivolge la domanda ma in chi deve dare la risposta.

RENESTO ribadisce il problema delle risposte agli atti ispettivi dei Consiglieri e aprire alle istanze dei cittadini sarebbe un ulteriore aggravio dei lavori per la Pubblica Amministrazione.

LASTRUCCI ritiene che una istanza/richiesta la si possa effettuare già oggi ai front office. Se poi il cittadino non si ritiene soddisfatto si può rivolgere al difensore civico. Ritiene ci sia il rischio di strumentalizzazione, nel caso la P.A. non riesca a rispondere nei tempi stabiliti.

Alle ore 12.35 esce il Consigliere A. Scarpa.

MOLINA l’articolo gli pare ben ponderato ed già previsto che la “non risposta” possa essere stigmatizzata dal Presidente del Consiglio. L’istanza, solitamente, la si presenta quando non si riesce ad accedere a qualche cosa. Si risolverebbe il tutto rendendo più trasparente l’azione della Pubblica Amministrazione.

GIORDANI ritiene questo articolo una sfida positiva ma serve anche uno sforzo da parte della Giunta.

BORGHELLO riferisce di aver chiesto che la proposta di deliberazione fosse iscritta in illustrazione al fine di poter illustrare tutti gli articoli proposti. Il termine dei 30 giorni è già previsto dallo statuto, l’unica cosa che si aggiunge è il riferimento all’Ufficio Protocollo.

Alle ore 12.45 entra il Consigliere Vianello.

PRES. TRABUCCO forse basterebbe scrivere che l’istanza deve essere protocollata.

VENTURINI inserirebbe un ulteriore comma, dove si dice che le istanze e le relative risposte vengono pubblicate sul sito del Comune. Tutto ciò per la trasparenza e per evitare dei doppioni.

LASTRUCCI chiede un “ristoro” per il cittadino che non dovesse ricevere risposta entro i 30 giorni.

PRES. TRABUCCO visto il protrarsi della discussione, propone di aggiornarsi ad una prossima seduta. La Commissione acconsente ed alle ore 12.50, esaurito l’ordine del giorno, dichiara chiusa la seduta.

 

 

 

 

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A cura della segreteria della Commissione
Pubblicato il 17-12-2012 ore 14:21
Ultima modifica 17-12-2012 ore 14:21
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