| nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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| 2302 | 14 | 28/01/2014 | Gian Luigi Placella |
28/01/2014 |
Venezia, 28 gennaio 2014
nr. ordine 2302
n p.g. 14
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Mozione sullo sforamento del Patto di Stabilità 2013, conseguenze sullo stipendio dei dipendenti comunali ed emendamenti “salvavenezia” presentati in Senato.
Premesso che:
Il Comune di Venezia non ha rispettato il Patto di Stabilità e Crescita 2013;
Il mancato rispetto di tale vincolo di bilancio dovrebbe causare una decurtazione importante, mediamente dell’ordine del 15-25% dello stipendio, per i dipendenti comunali (eccetto che per i dirigenti), impedendo di accantonare risorse per il salario integrativo deciso con la contrattazione decentrata, ai sensi dal D.Lgs. 165/2001, articolo 4°, comma 3 quinquies, che di seguito si riporta:.
“D.Lgs. 165/2001, articolo 40, comma 3 quinquies
3-quinquies (e) La contrattazione collettiva nazionale dispone, per le amministrazioni di cui al comma 3 dell’articolo 41, le modalità di utilizzo delle risorse indicate all’articolo 45, comma 3-bis, individuando i criteri e i limiti finanziari entro i quali si deve svolgere la contrattazione integrativa. Le regioni, per quanto concerne le proprie amministrazioni, e gli enti locali possono destinare risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa nei limiti stabiliti dalla contrattazione nazionale e nei limiti dei parametri di virtuosità fissati per la spesa di personale dalle vigenti disposizioni, in ogni caso nel rispetto dei vincoli di bilancio e del patto di stabilità e di analoghi strumenti del contenimento della spesa. Lo stanziamento delle risorse aggiuntive per la contrattazione integrativa è correlato all’affettivo rispetto dei principi in materia di misurazione,
valutazione e trasparenza della performance e in materia di merito e premi applicabili alle regioni e agli enti locali secondo quanto previsto dagli articoli 16 e 31 del decreto legislativo di attuazione della legge 4 marzo 2009 n. 15 in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni. Le pubbliche amministrazioni non possono in ogni caso sottoscrivere in sede decentrata contratti collettivi integrativi in contrasto con i vincoli e con i limiti risultanti dai contratti collettivi nazionali o che disciplinano materie non
espressamente delegate a tale livello negoziale ovvero che comportano oneri non previsti negli strumenti di programmazione annuale e pluriennale di ciascuna amministrazione. Nei casi di violazione dei vincoli e dei limiti di competenza imposti dalla contrattazione nazionale o dalle norme di legge, le clausole sono nulle, non possono essere applicate e sono sostituite ai sensi degli articoli 1339 e 1419, secondo comma, del codice civile. In caso di accertato superamento di vincoli finanziari da parte delle sezioni regionali di controllo della Corte dei conti, del Dipartimento della funzione pubblica o del Ministero dell’economia e delle finanze è fatto altresì obbligo di recupero nell'ambito della sessione negoziale successiva. Le disposizioni del presente comma trovano applicazione a decorrere dai contratti sottoscritti successivamente all’entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione della n. 15 del 2009, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni.”
Visto che:
In Senato sono stati presentati due emendamenti cosiddetti “salvavenezia”, uno presentato dal PD e uno presentato dal M5S.
Considerato che:
L’emendamento del PD prevede il semplice allentamento delle sanzioni, ma non afferma che il Patto di Stabilità viene rispettato, e nemmeno fa riferimento diretto al D.Lgs. 165/2001 che sancisce le trattenute agli stipendi dei dipendenti comunali. Esso recita:
“In via straordinaria, per l'anno 2014, agli enti locali assegnatari di contributi pluriennali stanziati per le finalità di cui all'articolo 6, della legge 29 novembre 1984, n. 798, che non hanno raggiunto l'obiettivo del patto di stabilità interno non si applica la sanzione di cui al comma 26, lettera d), dell’articolo 31 della legge 12 novembre 2011, n. 183 e, la sanzione di cui al comma 26, lettera a), del citato articolo 31, si applica nel senso che l’ente medesimo è assoggettato ad una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo perequativo in misura pari alla differenza tra il risultato registrato e l'obiettivo programmatico predeterminato e comunque per un importo non superiore al 3 per cento delle entrate correnti registrate nell'ultimo consuntivo. In caso di incapienza dei predetti fondi gli enti locali sono tenuti a versare all'entrata del bilancio dello Stato le somme residue”.
Il vicesindaco Sandro Simionato, parlando del “salvavenezia” targato PD, afferma che laddove esso prevede la sospensione della sanzione del blocco delle assunzioni, permetterebbe, in base a un’interpretazione delle Corte dei Conti di Lombardia e Veneto, supportata dal parere dell’Avvocatura Civica, di considerare nulli anche gli effetti del D.Lgs. 165/2001 sugli stipendi dei dipendenti comunali.
L’emendamento del M5S invece, punta direttamente, senza vie traverse, ad annullare gli effetti del D.Lgs. 165/2001. Esso recita:
«1-bis. In via straordinaria, per l’anno 2014, gli enti locali assegnatari di contributi pluriennali stanziati per le finalità di cui all’art. 6, della Legge 29 novembre 1984, n. 798, che non hanno raggiunto l’obiettivo del patto di stabilità interno possono destinare in ogni caso risorse aggiuntive alla contrattazione integrativa ai sensi dell’art. 40 comma 3 quinquies del D.Lvo 30 marzo 2001, n. 165».
Il Consiglio Comunale nella propria mozione, approvata quasi all’unanimità, n.2269 del 13/01/2013, affermava tra l’altro che “il Consiglio comunale di Venezia chiede al Parlamento e al Governo Italiano di abrogare qualsiasi norma che, in caso di sforamento del Patto di Stabilità, preveda un taglio diretto del salario, anche accessorio, dei dipendenti stessi”.
Tutto ciò premesso e considerato, il Consiglio Comunale si impegna e impegna il Sindaco e la Giunta a sollecitare il Governo italiano per l'espressione di un parere favorevole all'emendamento sopra ricordato, presentato dai senatori Bulgarelli, Girotto più altri, in sede di commissione 5a "Bilancio" e di successiva votazione in aula.
Gian Luigi Placella
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