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Per la Federazione della Sinistra Veneta – Rifondazione Comunista Sinistra Europea - Mozione nr. d'ordine 21

Logo Per la Federazione della Sinistra Veneta – Rifondazione Comunista Sinistra Europea Sebastiano Bonzio
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente data protocollo
21 7 20/05/2010 Sebastiano Bonzio
 
Giuseppe Caccia
Marco Gavagnin
Claudio Borghello
Luigi Giordani
Giacomo Guzzo
Simone Venturini
21/05/2010

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
ritiro10-11-2011Leggi
verbale seduta commissione consiliare10-12-2010Leggi

 

Venezia, 20 maggio 2010
nr. ordine 21
n p.g. 7
 

Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale


 

Oggetto: NO ALLA REALIZZAZIONE DI CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA E NEL VENETO E VENEZIA.

 

PREMESSO CHE:

 

in data 9 luglio 2009 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva un disegno di legge con cui la maggioranza di centrodestra ha dato il via libera alla realizzazione di centrali nucleari in Italia, a oltre vent’anni di distanza da uno storico referendum popolare che determinò l’abbandono di tale tecnologia;

 

la Regione del Veneto, attraverso vari interventi di autorevoli esponenti della Giunta, aveva già manifestato la disponibilità all’insediamento nel territorio veneto di un impianto per la produzione di energia nucleare;

 

l’Italia non si è dotata di un coerente e organico piano energetico nazionale che sostituisse nucleare e combustibili fossili con politiche e misure per l’efficienza, per il risparmio, per fonti rinnovabili e scelte efficaci per la fase di transizione;

 

la Regione del Veneto non si è ancora dotata del Piano Energetico Regionale;

 

CONSIDERATO CHE:

 

il rilancio dell’energia nucleare in Italia è quantomeno anacronistico e va nella direzione opposta rispetto a quanto accade da molti anni nei principali Paesi industrializzati, dove lo sviluppo energetico non è indirizzato verso la costruzione di nuove centrali nucleari ma è piuttosto incentrato sull’utilizzo di fonti di energia rinnovabile, pulita e sicura;

 

RILEVATO CHE:

 

l’ipotesi di costruire una centrale nucleare in Veneto non può prescindere dall’analisi di alcune notevoli criticità. In primo luogo, il rischio sismico ed idrogeologico. In secondo luogo, la forte antropizzazione del territorio, ovvero la presenza di insediamenti abitativi diffusi, che rendono impossibile collocare un impianto nucleare rispettando la distanza dai centri abitati solitamente indicata per garantire i livelli minimi di sicurezza. In terzo luogo, la presenza di una centrale nucleare potrebbe avere conseguenze negative sull’economia turistica, specie se l’impianto dovesse sorgere nelle vicinanze del litorale adriatico, del lago di Garda o in altre zone ad alta vocazione turistica;

 

prima ancora delle controindicazioni di carattere locale, restano irrisolti i grandi problemi di ordine generale posti dal ricorso all’energia nucleare: la sicurezza degli impianti, lo smaltimento delle scorie, gli alti costi complessivi dell’energia prodotta, i tempi di costruzione delle centrali e i tempi di esaurimento del combustibile utilizzato, l’uranio;

 

come ha recentemente confermato il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia, “…non esiste un nucleare sicuro. (…) Si può parlare, semmai, di un nucleare innovativo. (…) Poi resta il problema delle scorie (…) che nessuno al mondo sa come smaltire…” e che “…se si pensa che il nucleare possa ridurre il costo dell’energia….questo non è vero...”;

 

per costruire una centrale nucleare sono necessari da cinque o sei anni, in Italia anche dieci, e la vita media di una centrale nucleare è di sessant’anni;

 

le riserve mondiali di uranio accertate sono destinate a esaurirsi, secondo fonti dell’ENEA e del CNR, in circa 40 anni di consumo al ritmo attuale;

 

l’Italia ha la possibilità di divenire il paese leader mondiale nella green revolution, considerate le sue caratteristiche climatiche ed ambientali.

 

RILEVATO INFINE CHE:

 

Il Comune di Venezia, come deliberato fina dalla metà degli anni Ottanta, è Comune denuclearizzato.

 

IL CONSIGLIO COMUNALE

 

Esprime

contrarietà alla ripresa della produzione di energia nucleare in Italia e alla costruzione di nuove centrali nucleari, operando nelle sedi istituzionali affinché resti valido il pronunciamento referendario del 1987 per tutto il territorio nazionale

 

Impegna il Sindaco e la Giunta

 

a vietare su tutto il territorio comunale l’installazione di centrali che sfruttino l’energia nucleare;

 

a vietare su tutto il territorio comunale il transito di materiale radioattivo o finalizzato alla realizzazione di centrali che sfruttino l’energia nucleare;

 

a elaborare un Piano Energetico Comunale contenente programmi d’investimento per lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che utilizzino fonti di energia rinnovabili in modo più incisivo di quanto fino ad oggi previsto;

 

a promuovere l’adozione di un equivalente piano energetico regionale da parte della Giunta Regionale del Veneto;

 

a favorire l’insediamento di attività d’impresa che operino nel campo della ricerca e della produzione delle tecnologie che utilizzino fonti di energia rinnovabili anche in funzione del rilancio occupazionale;

 

Si impegna - nel caso il Governo nazionale indichi per la costruzione di un impianto nucleare un sito compreso nel territorio della regione Veneto – a promuovere insieme ai Consigli comunali di altri Capoluoghi veneti, come previsto dalla normativa vigente, una consultazione referendaria regionale che consenta il diretto pronunciamento dei cittadini su questa scelta.

 

Sebastiano Bonzio

Giuseppe Caccia
Marco Gavagnin
Claudio Borghello
Luigi Giordani
Giacomo Guzzo
Simone Venturini

 
 
Pubblicata il 20-05-2010 ore 11:28
Ultima modifica 20-05-2010 ore 11:28
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