nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
---|---|---|---|---|---|---|---|
783 | 98 | 31/08/2011 | Renzo Scarpa |
Assessore Ugo Bergamo e p. c. Al Presidente della IV Commissione |
01/09/2011 | 01/10/2011 | in Commissione |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
---|---|---|
verbale seduta commissione consiliare | 29-09-2011 | Leggi |
Venezia, 31 agosto 2011
nr. ordine 783
n p.g. 98
All'Assessore Ugo Bergamo
e per conoscenza
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della IV Commissione
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Moto ondoso:collegata alla interpellanza n. 738 del 19.7.2011.
Tipo di risposta richiesta: in Commissione
Preso atto che:
a) l’ennesimo grave incidente in bacino di San Marco che ha visto il rovesciamento di una gondola dello stazio del Danieli (per fortuna senza gravi esiti), ha riacceso i riflettori sulla pericolosità di quello specchio acqueo, sempre più intasato di mezzi, e più in generale, sul problema del moto ondoso;
b) ormai si è preso atto che il moto ondoso sta peggiorando in maniera progressivamente esponenziale e che vi sono zone in cui le onde, sempre più alte e impetuose, mettono costantemente in pericolo la vita delle persone che vi transitano;
c) in passato si sono commessi parecchi errori nell’approccio con questo tema. Innanzitutto si è pensato che esistessero ricette miracolose, mentre, la lotta al moto ondoso, per essere vinta, deve rappresentare un impegno di lungo periodo per il quale deve esistere un piano di interventi e comportamenti sistemico che continuamente e contemporaneamente agisca su tutti i punti che costituiscono il problema posto che non vi sarà mai regola sufficientemente severa né livello di sorveglianza che possano garantire la risoluzione definitiva e duratura del problema.
Considerato che:
1) si tratta di stabilire come ognuno deve contribuire alla lotta e che non è praticabile imporre, in modo diffuso, velocità inferiori agli 8 Km ora (limite sotto al quale nessuna barca dovrebbe creare onde) perché nessuno accetta di andare così lento;
2) risulta inutile mettere un limite alla velocità e consentire l’uso di imbarcazioni con carene che formano onde anche a velocità moderate;
3) necessita intervenire sull’intenso traffico di imbarcazioni organizzando la vita della città in modo diverso e più ordinato;
4) comunque si devono considerare le esigenze di una città che nel suo essere quotidiano è bisognosa di collegamenti veloci;
5) necessariamente dovranno affermarsi, anche, concetti innovativi, quali: la necessità di separazione dei traffici (lenti da una parte e veloci dall’altra); l’adozione di opere e barriere di protezione dei siti più esposti o particolarmente delicati (pontili di imbarco e sbarco persone); fasce orarie di circolazione (per le merci o la raccolta dei rifiuti con relative nuove organizzazioni); l’adozione di scafi a bassa produzione ondosa (applicando, finalmente, una norma del regolamento comunale del 1998);
6) devono essere individuati i livelli di compatibilità e limite di carico di ogni zona della Città per evitarne il collasso (ad esempio il tram arriverà a S.Basilio e scaricherà sul Canale della Giudecca e il Bacino di S.Marco ulteriore traffico senza sapere se questo è sostenibile).
Si chiede:
in quale modo la Giunta abbia in animo di applicarsi in modo rigoroso e scientifico anche sul flagello del moto ondoso, per difendere la Città da quei 20 milioni di turisti che la visitano ogni anno e che sono previsti in aumento ma, anche, da chi è chiamato, con grande soddisfazione, a trasportarli, sfamarli, ospitarli, accudirli ricordando che a Venezia, tutto parte dall’acqua, anche la costruzione di una casa, l’apertura di un albergo o la realizzazione di una nuova linea tramviaria.
Renzo Scarpa
scarica documento in formato pdf (35 kb)