nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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2404 | 80 | 24/03/2014 | Gian Luigi Placella |
Assessore Alessandro Maggioni |
24/03/2014 | 23/04/2014 | scritta |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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risposta | 04-04-2014 | Leggi |
Venezia, 24 marzo 2014
nr. ordine 2404
n p.g. 80
All'Assessore Alessandro Maggioni
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: malagestione e svuotamento progressivo degli incubatori per nuove imprese “ex Herion” ed “ex Cnomv” alla Giudecca, di proprietà comunale
Tipo di risposta richiesta: scritta
Premesso che
il Comune di Venezia è proprietario di due immobili denominati “ex Cnomv” ed “ex Herion” situati all'isola della Giudecca e nei quali ha costituito degli incubatori per imprese “innovative” operanti in alcuni settori della produzione di servizi (telecomunicazioni, informatica, servizi alle imprese, organizzazioni ed organismi extraterritoriali, ecc.);
alla ristrutturazione delle due strutture, soggette a vincolo storico-architettonico, si è proceduto grazie ad un co-finanziamento del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) ai sensi del DOCUP 2000-2006 della Regione del Veneto;
la Regione Veneto ha ridotto da 10 a 5 anni la durata del vincolo di destinazione d'uso per i beni oggetto di contribuzione comunitaria, con delibera GR n. 458 del 10.04.2013, allineandosi in questo a quanto stabilito dal Regomanto CE n. 1260-1999;
la fase di start up prevista per la “incubazione” delle nuove imprese, prevede l'uso di spazi comuni (sala convegni, sala informatica, portineria), alcuni servizi di consulenza mai decollati (supporto alla predisposizione di business plan, consulenza nello sviluppo di progetti europei, ecc.) e un canone di concessione agevolato ma crescente nel tempo (da 247 euro/mese del primo anno a 432 euro/mese del sesto anno per uno spazio di 50 mq);
la concessione dei lotti era originariamente fissata in tre anni al massimo, rinnovabili per altri tre, previa nuova valutazione dell'impresa. Attualmente, con il recente bando di cui alla delibera GC n. 232 del 07.06.2013, i lotti dell'ex Herion saranno assegnati soltanto per un periodo di tre anni, non rinnovabili, mentre per i lotti dell'ex Cnomv sembra che, in base alle notizie di stampa locale, l'amministrazione voglia procedere ad un immotivato e contradditorio cambio di rotta. Si vorrebbe infatti destinare tale spazio a sede generale di rappresentanza della ONG e Onlus italiana EMERGENCY, spostando le aziende ivi insediate nell'altro incubatore;
visto che
con delibera GC n. 27 del 03.02.2012, il Comune ha cercato di individuare, mediante gara, un soggetto che gestisse al suo posto le tre strutture (compresa quella di Ca' Emiliani a Marghera), divenute nel frattempo più degli incubi per l'amministrazione che degli incubatori, a causa della loro insana gestione. Tale gara è andata deserta ma è piuttosto emblematico il principio che traspare dalla delibera e cioé: considerare gli incubatori come “business” generatori di flussi di cassa, anziché come “investimenti” a medio/lungo termine;
di seguito, con delibera GC n. 232 del 07.06.2013, la gestione è passata ad INSULA S.p.A. partecipata comunale per un importo di euro 167.800 l'anno. Tra le mansioni affidate vi sono: "predisposizione dei contratti di concessione...gestione dei contratti e incassi dei canoni...gestione di tutti gli impianti a servizio delle strutture...gestione del front-office...tutte le attività di comunicazione finalizzate a promuovere l'uso degli spazi da parte di terzi interessati";
il “Science, Tecnology and Industry Scoreboard 2013” del centro studi OCSE afferma che le imprese nate da meno di 5 anni pesano per un quinto dell'occupazione totale (nella stessa area OCSE) ma dal 2000 ad oggi hanno generato la metà dei nuovi posti di lavoro. Insomma se si ritiene importante la creazione di nuovi posti di lavoro si deve puntare necessariamente sul favorire la nascita di start up o almeno spendere le stesse energie che si impegnano per il salvataggio delle vecchie grandi imprese;
la dinamica di cui sopra è riferibile, per molti versi, a quanto sta succedendo nell'ambito comunale: si tenta di sostenere in ogni modo la ripresa delle poche realtà industriali rimaste a Porto Marghera (intento condivisibile peraltro) ma si tralascia completamente lo sviluppo e la crescita progressiva delle piccole imprese incubate. Anzi, nel corso degli anni si è assistito ad un progressivo peggioramento della gestione con varie violazioni, da parte del Comune, di quanto da esso stesso scritto nei contratti di concessione;
i lotti disponibili per le nascenti P.M.I., all'interno dei due incubatori della Giudecca, sono 31 (ex Cnomv) e 34 (ex Herion) ma, purtroppo, più del 60% sono desolatamente vuoti da almeno due anni. Insomma, un fallimento totale;
il Comune, in particolare la sua Direzione Attività Produttive, è pesantemente responsabile per il deficit di iniziative tese a raccogliere nuove start-up interessate, potenzialmente, ad avviare la loro attività nei due incubatori. Tale inefficienza si ricava, banalmente, anche dal fatto che il bando per l'assegnazione dei lotti vuoti non sia mai stato pubblicizzato nella homepage del sito comunale in modo duraturo mentre altre notizie, ben più irrisorie, hanno campeggiato lì per svariati mesi o, addirittura, anni (ad esempio: la "lettera aperta ai cittadini digitali" a firma del Direttore Generale oppurela notizia de "Il Comune di Venezia su Facebook");
le due prestigiose università presenti in città avrebbero ben potuto essere un terreno fertile in cui seminare l'idea degli incubatori per la crescita di nuove start up. E senza un gran dispendio di risorse (l'amministrazione ha preferito invece, anche di recente, organizzare inutili convegni propagandistici che non portano alcun frutto e che anzi danno lustro a personaggi che hanno fatto fortuna nelle comode società partecipate del Comune stesso);
la stessa Camera di Commercio, oltre ad alcune società a capitale pubblico che si occupano di sviluppo d'impresa per mission o per progetti, si era resa disponibile a collaborare al progetto;
l'inefficiente gestione degli incubatori si proietta negativamente sulle casse comunali visto che il Comune paga il "vuoto per pieno" nel senso che copre, di tasca propria, le spese generali (riscaldamento, elettricità, portineria) proporzionalmente ai millesimi di superficie dei lotti rimasti vuoti per via di un inefficiente impianto di attribuzione dei costi che presenta dei difetti sostanziali già noti al Comune sin dal 2005;
Quindi, in conclusione, non solo v'è un mancato guadagno (canoni non riscossi) ma altresì una spesa ulteriore (superflua se solo vi fosse una gestione sana della cosa pubblica). I mancati introiti possono quantificarsi, solo per l'ultimo biennio, approssimativamente, in euro 160 mila mentre le spese di gestione sostenute dal Comune sono state pari a circa 320 mila euro. Da notare, a tal proposito, che le ditte incubate hanno l'abitudine di pagare altresì circa il 30% in più del dovuto per coprire i ritardi del Comune nel pagamento della sua quota di bollette in modo da evitare distacchi improvvisi di corrente, circostanza peraltro accaduta più volte negli ultimi anni;
considerato infine che
l'apertura di una sede da parte di EMERGENCY nella città di Venezia è, certamente, una bella notizia vista la meritoria attività di volontariato svolta in molte parti del mondo e conferma i buoni rapporti instaurati dalla città con questa realtà. Ciò non esclude, tuttavia, che l'idea di sottrarre, in tutto o in parte, alcuni spazi destinati all'incubazione di nuove realtà imprenditoriali è da respingere in toto;
il fondatore dell'ONG, Gino Strada, ha, del resto, dichiarato che avrebbe accettato "a patto che non vengano penalizzate altre associazioni" (La Nuova di Venezia, 20.11.2013). Ebbene qui il danno c'è e riguarda non solo le imprese costrette a spostarsi ma l'intera collettività che perde uno spazio destinato all'avvio di nuove attività produttive proprio in un periodo di così grave disoccupazione giovanile;
è sorprendente comunque che l'invito a prendere in affitto proprio quegli spazi sia partito originariamente dall'amministrazione come confermato dal dott. Gabriele Risica, direttore di EMERGENCY (Il Gazzettino, 28.01.2014);
la circostanza secondo cui il vincolo di destinazione d'uso ad incubatore per l'ex Cnomv sarebbe già scaduto (per l'ex Herion scade quest'anno), per scelta della Regione, non significa necessariamente che il Comune possa "buttare alle ortiche" un investimento fatto, appositamente, per dare impulso allo sviluppo di nuove imprese e non per ricavare degli ulteriori e banalissimi uffici;
la sede dell'importante Onlus può trovare collocazione altrove nella Città Antica, specie se si considera che l'amministrazione è ricca di spazi pubblici (altrimenti non avrebbe rinunciato facilmente agli standard pubblici del Fontego dei Tedeschi o a quelli presso l'area Umberto I a Cannaregio);
tra i vari immobili, il Comune ha la disponibilità di uno spazio, con ottima metratura (circa 720 mq netti, esclusi cavedi), attribuito gratuitamente per cinque anni all'associazione ASPEN INSTITUTE, con delibera GC n. 400 del 01.08.2012, per il suo rilievo internazionale e per l'impegno ad organizzare almeno tre eventi l'anno, in spazi idonei comunali e gratuiti, "con invito riservato al Sindaco e altre cinque personalità da lui indicate".
Tale associazione "nasce nel 1950 e, da allora, promuove e favorisce lo sviluppo di una leadership illuminata, formata al dialogo e in grado di affrontare le sfide della società globale" (sito omonimo). Il Presidente della sezione italiana è l'ex ministro dell'Economia Giulio TREMONTI mentre nel suo board esecutivo figurano: Romano PRODI, LETTA (zio e nipote), Paolo MIELI, Mario MONTI, Fedele CONFALONIERI, Luigi ABETE, Giuliano AMATO. Insomma, non pare proprio il tipo di associazione che ha bisogno della generosità del Comune di Venezia il quale ha, peraltro, sforato il Patto di Stabilità e dovrebbe dunque essere un po' più parco nel concedere gratuitamente l'uso dei suoi beni;
premesso e considerato tutto quanto sopra,
si chiede:
1. di spiegare se l'amministrazione crede seriamente che il flop dei due incubatori, attualmente vuoti per poco più del 60%, sia imputabile al "mancato presidio di front-office" come scritto nella delibera GC n. 232 del 07.06.2013, piuttosto che alla palese incapacità gestionale delle medesime strutture da parte della Direzione comunale competente;
2. di indicare le somme precise, a partire dal 2009, relative ai mancati canoni percepiti nonché quelle relative alle spese comuni delle due strutture rimaste a carico della proprietà comunale;
3. di spiegare i motivi che hanno portato, dopo la gara andata deserta, ad attribuire i diversi servizi di gestione alla propria partecipata INSULA S.p.A. togliendo, di fatto, mansioni ad almeno tre diverse Direzioni comunali (Patrimonio, Attività Produttive e Lavori Pubblici). Si spieghi, conseguentemente, se e come sia stata compensata questa sottrazione di carico lavorativo ai dipendenti comunali, prima impiegati in tali funzioni, e perché lNSULA, con la riduzione d'attività che l'hanno caratterizzata per la nota diminuzione di fondi di Legge Speciale, non abbia utilizzato personale proprio per il servizio di front-office anziché procedere a nuove assunzioni. Si motivi infine la circostanza secondo cui INSULA ha mantenuto la gestione degli incubatori nonostante il contratto sia oramai scaduto da quasi tre mesi;
4. di illustrare i motivi per i quali il Comune ha eliminato il requisito del business-plan dall'ultimo bando aperto, dando così la possibilità di entrare negli incubatori a imprese dotate magari di progetti inadeguati e a forte rischio d'insolvenza, com'è accaduto;
5. di spiegare se il differente utilizzo ipotizzato dell'incubatore "ex Cnomv", restaurato grazie ai finanziamenti europei, risponda appieno ai vincoli normativi posti dallo stesso FESR;
6. se e quali spazi pubblici alternativi potrebbe concedere il Comune alla meritevole ONG, preservando così l'integrità degli incubatori.
Lo scrivente suggerisce lo spazio concesso a titolo gratuito ad ASPEN INSTITUTE, presso le Procuratie Vecchie, in Piazza San Marco, che dovrebbe essere più che sufficiente per le esigenze di EMERGENCY (che dovrebbe, del resto, pagare un canone d'affitto per gli spazi alla Giudecca) con l'impegno, ovviamente, a trovare uno spazio più sobrio per l'associazione di politica internazionale che, del resto, gode di ottimi finanziamenti.
Si precisi, con riguardo a quest'ultimo profilo, l'ammontare dei canoni di concessione/affitto ai quali il Comune rinuncia;
7. se e quali misure il Comune intende promuovere per risollevare le sorti delle due strutture d'incubazione d'imprese;
8. se e quali misure, anche sotto il profilo della decurtazione della retribuzione di risultato, intenda assumere nei confronti dei dirigenti che si sono avvicendati nel tempo nella (non) gestione dei due incubatori. Infine si precisi, con riferimento a tale aspetto, se non si ritenga altresì opportuno inviare tutta la documentazione alla Corte dei Conti per un suo esame.
Gian Luigi Placella
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