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Federazione della Sinistra Veneta - Interrogazione nr. d'ordine 2321

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nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
2321 37 07/02/2014 Sebastiano Bonzio
 
Sindaco
Giorgio Orsoni
 
e p. c.
Alla Presidente della I Commissione
10/02/2014 12/03/2014 in Commissione

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
risposta08-04-2014Leggi

 

Venezia, 7 febbraio 2014
nr. ordine 2321
n p.g. 37
 

Al Sindaco Giorgio Orsoni


e per conoscenza

Alla Presidente della I Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare I Commissione
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: TUTELIAMO IL VALORE ARTISTICO, STORICO, CULTURALE E LAVORATIVO DEL LABORATORIO DI MARMI DALL’ERA A VENEZIA CENTRO STORICO

Tipo di risposta richiesta: in Commissione

 

Premesso che
Lo storico laboratorio Marmi Dall'Era, fondato nel 1896 dal professor Romeo Dall'Era e nel quale è tuttora in attività una famiglia di tagiapiera e produzione di marmi artistici dei fratelli Gomelato, si trova a Venezia nel sestiere di Cannaregio all'anagrafico 2292/a, lungo la Strada Nuova, a pochi passi dalla Chiesa di Santa Fosca all’interno dello storico palazzo Donà Giovannelli.

Si tratta di un luogo magico, quello che loro chiamano il "Giardino di Pietra", pieno di bassorilievi, sculture, vere da pozzo, patere e perfino una buca delle lettere che imita le celebri bocche di leone.

Il palazzo Donà Giovannelli, edificio quasi totalmente abbandonato da oltre 15 anni, è stato recentemente acquistato per dodici milioni di euro dalla società immobiliare lombarda con sede a Cantù «Nuova Giovannelli srl» - amministratore unico Laura Dionisio - presso un agente immobiliare (studio Proserpio, via Francesco Cimarosa 8). Una società con un capitale sociale di appena 20 mila euro e che nello statuto dichiara di svolgere attività di ristrutturazione di immobili (tradotto ristrutturazioni finalizzate, con ogni probabilità, alla realizzazione di nuove strutture ricettivo/alberghiere. N.d.A.).

In conseguenza di ciò è accelerata la procedura di sfratto per il laboratorio Marmi Dall'Era – che ha già rischiato di chiudere il giorno 20 ottobre 2010 e che, di proroga in proroga, è arrivata fino ad oggiquando ogni giorno è buono per la sua esecuzione – fatto che significherebbe la definitiva scomparsa di un'altra preziosa attività tipica, quale è quella dello scalpellino, nonché l’ennesimo gravissimo danno al tessuto socio-economico e culturale della città.

Gli spazi occupati dal laboratorio Dall’Era consistono in circa 500mq esterni dove sono esposte le opere più voluminose, 200 mq interni destinati al laboratorio, allo spogliatoio, all’ufficio, e vedono oggi impiegata nelle lavorazioni la IV^ generazione di artigiani che, senza l’ausilio delle moderne macchine industriali, lavorano oggi come lavorava Antonio Canova nel 1800.

Considerato che
Il tempo guadagnato è stato merito anche dell’azione dell’Amministrazione comunale che, consapevole del rischio di perdere un inestimabile patrimonio culturale, prima e oltre che un’attività produttiva artigianale importantissima, ha svolto un ruolo di mediazione per cercare di reperire un’alternativa che fosse sostenibile sul piano economico e logistico (l’azienda sopravvive anche intercettando i segmenti più qualitativi dei flussi turistici che dalle aree marciana e realtina vanno verso quella del Ghetto ebraico).

I suddetti sforzi orchestrati direttamente dal Sindaco, ad oggi, si sono limitati all’individuazione di alcune possibili collocazioni (si è parlato dell’Arsenale, di Forte Marghera, degli incubatori alla Giudecca, ecc.), senza però che vi fossero passi concreti.

Tenuto conto che
Appare assurdo che un’attività di questo tipo, per tutto quello che rappresenta da un punto di vista culturale e storico, non conosca alcuna forma di tutela da parte della Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e laguna (come avviene per numerose altre attività analoghe in Italia), in una città come Venezia che semplicemente non esisterebbe se non ci fossero statitagiapiera, come il professor Romeo Dall'Era e la famiglia Gomelato, tanto che la sua iscrizione allaLista del Patrimonio Mondiale Unesco (in verità sempre più incomprensibile) è motivata dal fatto che:
“Rappresenta un capolavoro del genio creativo umano. E’ un eccezionale esempio di un tipo di costruzione e di complesso architettonico, tecnologico e paesaggistico a testimonianza di importanti tappe della storia umana. E’ un eccezionale esempio di un tradizionale insediamento umano e di occupazione del territorio e direttamente e materialmente legato ad eventi, tradizioni, lavori artistici e letterari d'eccezionale valore universale.”

Tutto ciò premesso e considerato, si interroga il Sindaco per sapere
se non ritenga utile intervenire presso la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici di Venezia e laguna per cercare di promuovere, in collaborazione con quest’ultima, alla luce della normativa vigente che ha consentito di tutelare attività assimilabili a quella dello storico laboratorio Marmi Dall'Era e nello spirito del DDL n. 869/2013 “Norme per la tutela e la valorizzazione delle botteghe e dei mercati storici e degli antichi mestieri” (attualmente in attesa di approvazione al Senato della Repubblica), delle forme di tutela nei confronti delle attività storiche, come quella sopra descritta, che non meritano di dover chiudere i battenti a causa dell’impossibilità di fronteggiare gli onerosissimi contratti d’affitto cui devono sottostare per poter continuare le proprie attività artigianali in centri storici come quello di Venezia.

Se non ritenga utile trattare l’argomento prevedendo un sopralluogo in loco della commissione competente per prendere visione dell’enorme patrimonio storico artistico culturale che l’Antico Laboratorio di Marmi del Prof. Romeo Dall’Era rappresenta, con l’obiettivo di salvaguardare l’attività individuando possibili soluzioni alternative, realizzabili in tempi brevi e certi, dove trasferirla qualora la procedura di sfratto arrivasse a conclusione (ad. es. l’Arsenale o gli incubatori d’impresa alla Giudecca).

 

Sebastiano Bonzio

 
 
Pubblicata il 07-02-2014 ore 16:53
Ultima modifica 07-02-2014 ore 16:53
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