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Movimento 5 Stelle Beppegrillo.it - Interrogazione nr. d'ordine 2263

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nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
2263 9 13/01/2014 Gian Luigi Placella
 
Sindaco
Giorgio Orsoni
14/01/2014 13/02/2014 scritta

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
risposta08-04-2014Leggi

 

Venezia, 13 gennaio 2014
nr. ordine 2263
n p.g. 9
 

Al Sindaco Giorgio Orsoni


e per conoscenza

Al Presidente del Consiglio comunale
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: assegnazione in concessione dei locali ad uso bar-ristoro presso la struttura della piscina al Parco “Albanese” (Bissuola)

Tipo di risposta richiesta: scritta

 

Premesso che 
- il Comune di Venezia ha predisposto, per la finalità di cui all'oggetto, la gara n. 41/2013 svoltasi mediante procedura ristretta (licitazione privata) ai sensi degli artt. 3 comma 38, 55 e 67 del D.Lgs. n. 12 aprile 2006 n. 163 "Codice dei contratti pubblici"; 
- alla gara sono state invitate le imprese che hanno espresso l'interesse a parteciparvi, rispondendo positivamente all'avviso pubblico formulato dall'Istituzione Bosco e Grandi Parchi del Comune di Venezia (prot. n. 350447 del 08.08.2013). Tra esse figurava pure il concessionario uscente;
- il criterio di aggiudicazione, scelto per questa gara, è stato quello della "offerta al rialzo sull'importo del canone annuo a base di gara" mentre si sarebbe potuto optare per un criterio come quello della "offerta economicamente più vantaggiosa" (art. 83 D.Lgs. n. 163/2006) che avrebbe permesso una valutazione composita, basata cioè su più elementi come: l'importo del canone, la qualità del servizio reso, le sue eventuali finalità sociali, culturali e di sostenibilità ambientale, ecc. L'esiguità peraltro degli importi offerti (18.000 euro dal nuovo aggiudicatario e 15.000 dal precedente) rispetto alle entrate complessive di bilancio comunale non lasciano dubbi circa la percorribilità reale di questa seconda ipotesi;

visto che 
- l'attività dell'attuale gestore ha preso avvio il 12 novembre 2005 e, fin da subito, ha sviluppato letteralmente il nome "Baratto", scelto per il bar. Si sono proposte infatti operazioni di scambio tra oggetti vari (sedie, libri, lampade), al fine di arredare e arricchire il luogo avuto in concessione, in cambio di caffè e panini. E ciò, stimolando oltre che un'operazione ecologicamente apprezzabile anche una socializzazione interraziale ed interculturale (presentazione di libri, corsi di cucina etnica, mercatini "alternativi", inserimento sociale di giovani disabili ANFFAS, ecc.) e superando peraltro problematiche non indifferenti (scarsa collaborazione con i gestori della piscina, atti di vandalismo, presenza di spacciatori); 
- nel capitolato di gara l'aspetto socio-culturale che, da tempo ormai, caratterizza quel luogo è stato fortemente ridimensionato e ridicolizzato (si parla, banalmente, di esposizione di almeno 100 libri e di messa a disposizione di qualche gioco in scatola);

considerato che 
- il plico contenente la documentazione di gara della ditta, risultata aggiudicataria, è giunto aperto alla commissione giudicatrice poiché non recava alcuna indicazione esteriormente e gli addetti del protocollo l'hanno dunque aperto e poi risigillato; 
- per l'amministrazione comunale è d'uso rilasciare beni pubblici in concessione per periodi piuttosto lunghi. Basti ricordare: l'affidamento della piscina di Sant'Alvise per 9 anni (al posto dei 5 previsti nel Regolamento e per soli 5.000 euro l'anno), quello della S.G. della Misericordia per 42 anni e 20 giorni (in comodato gratuito ma spese di ristrutturazione a loro carico per 225.350 euro l'anno). Conseguentemente l'impresa "Teranga" ha richiesto nel 2011 una proroga del contratto di concessione in essere, sull'esempio di quanto fatto dal Comune per il vicino gestore della piscina (concessione prorogata, pare, fino al 2025), che però è stata rifiutata; 
- diversamente da quanto fatto in altri bandi di gara, il Comune non ha richiesto dei requisiti minimi per la partecipazione come, sensatamente, avrebbe potuto essere quello di aver svolto precedentemente l’attività di ristorazione. La conseguenza anomala è che l'aggiudicatario provvisorio è un'impresa che si è occupata finora di pulizie e che ha inserito nell'oggetto sociale la ristorazione solo da pochi mesi;

premesso e considerato tutto quanto sopra,
si chiede:
1) di spiegare innanzitutto i motivi per i quali il Comune ha scelto di individuare il nuovo concessionario utilizzando esclusivamente il criterio della convenienza economica, tralasciando il giudizio sugli aspetti qualitativi del servizio da prestare agli utenti del parco;
2) di spiegare i motivi per i quali il dirigente del Comune ha aperto anzitempo la procedura di gara motivando, incredibilmente, a tre persone lì intervenute per assistere alle operazioni, per conto dell'impresa “Teranga”, che non si credeva proprio che qualcuno partecipasse;
3) di chiarire se sia stato scritto il verbale durante lo svolgimento della gara nonché se sia stato letto alle persone presenti al termine della seduta, invitandoli o meno a esprimere eventuali dichiarazioni (espresse verbalmente);
4) di spiegare se non si ritenga opportuno, come verificatosi in altri casi, sospendere la procedura di gara al fine di avviare un procedimento di annullamento in autotutela ex art. 21 nonies Legge 241/90, in relazione alla circostanza secondo cui il plico di gara dell'impresa aggiudicataria è pervenuto aperto sul tavolo della commissione di gara. Si potrebbe, successivamente, rifare la gara col criterio della "offerta economicamente più vantaggiosa", valutando così anche gli aspetti qualitativi delle offerte in campo;
5) di spiegare se, e per quali motivi, il Comune abbia autorizzato il gestore della piscina a chiudere i due accessi che conducono, dalle attrezzature sportive (piscina interna ed esterne, palestra) al bar, impedendo di fatto il suo raggiungimento da parte dei numerosi fruitori degli impianti sportivi. Si illustri poi se, e per quali motivi, lo stesso gestore è autorizzato a "sequestrare" le persone che usufruiscono giornalmente delle piscine all'aperto nel senso che pare non sia possibile uscire per poi rientrare nella struttura, salvo acquistare un nuovo biglietto.
Tutto ciò ovviamente, se corrisponde a verità, avrebbe cagionato un notevole danno economico all'attività ristorativa e, di conseguenza, al Comune sotto forma di un mancato adeguamento del canone concessorio.

 

Gian Luigi Placella

 
  1. Gian Luigi Placella
  2. Archivio atti
  3. punto di vista di
 
Pubblicata il 13-01-2014 ore 15:32
Ultima modifica 13-01-2014 ore 15:32
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