nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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1879 | 107 | 06/06/2013 | Sebastiano Bonzio |
Assessore Ugo Bergamo e p. c. Al Presidente della IV Commissione |
06/06/2013 | 06/07/2013 | in Commissione |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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verbale seduta commissione consiliare | 29-08-2013 | Leggi |
Venezia, 6 giugno 2013
nr. ordine 1879
n p.g. 107
All'Assessore Ugo Bergamo
e per conoscenza
Al Presidente della IV Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare IV Commissione
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: LA VERGOGNA DELLA STAZIONE DI MESTRE INACCESSIBILE AI DISABILI
Tipo di risposta richiesta: in Commissione
Premesso che
La stazione ferroviaria di Mestre accoglie circa 85 mila transiti giornalieri e 31 milioni di frequentatori annui, con circa 500 treni al giorno è un punto strategico per l’articolato sistema di trasporto che interessa l’hinterland veneziano ed è sicuramente una delle più importanti d'Italia, snodo cruciale per il nord-est. E’ gestita dalla Rete Ferroviaria Italiana che la classifica all'interno della categoria Gold, mentre l'area commerciale del fabbricato viaggiatori è di competenza di Grandi Stazioni.
Considerato che
Questa stazione offre uno dei più eloquenti esempi di barriera architettonica, in quanto una persona portatrice di disabilità motoria non ha altra possibilità, per passare da una banchina all’altra, che attraversare i binari con tutti i pericoli e i disagi del caso, accompagnato da personale delle ferrovie per assicurarsi che non vi siano treni in transito in quel momento. Poi per salire sul treno i disabili sono aiutati dall’elevatore messo a disposizione, come in tutta Italia, dopo apposita richiesta, dal Servizio Portabagagli della stazione.
Considerato inoltre che
La stazione ha 13 binari attivi (più 2 che sono usati come binari di servizio per l'ingresso dei treni in deposito) ma solo 4 di questi (dedicati all’alta velocità) sono accessibili tramite ascensori, mentre gli altri 8 ne sono sguarniti, o meglio sono provvisti dei servo scala che, però, sono sistematicamente fuori uso.
Considerato infine che
Negli anni sono stati rivolti numerosi appelli da parte delle associazioni che tutelano i diritti dei disabili e, in particolare, da quelle che tutelano le persone portatrici di disabilità motoria per la risoluzione di questa situazione incivile. Proteste rimaste finora totalmente inascoltate da parte delle aziende facenti parte del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane SpA, nonostante di recente per la stazione ferroviaria di Mestre, come per quella di Venezia, vi siano stati cospicui investimenti che hanno consentito la proliferazione in quelle aree di negozi, bar, ristoranti, ed altre attività di carattere commerciale.
È scandaloso che tutto ciò sia avvenuto sempre senza che il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane SpA ritenesse necessario dotare l’importante infrastruttura di un ascensore o di un’altra soluzione capace di eliminare tutte le possibili limitazioni alla mobilità delle persone portatrici di disabilità motoria.
Tale situazione suscita particolare preoccupazione anche in vista della prossima interconnessione, proprio presso la stazione di Mestre, tra il sistema ferroviario e quello tranviario.
Per tutto quanto premesso e considerato, si interroga l’Assessore alla Mobilità:
- per sapere se sia a conoscenza dei fatti sopra descritti;
- affinché, nel corso di un’apposita seduta della Commissione competente da svolgere con la massima urgenza in sopralluogo presso la stazione ferroviaria di Mestre (auspicabilmente con i rappresentanti di RFI SpA e di Grandi Stazioni SpA), esponga quali azioni intenda intraprendere l’Amministrazione Comunale per risolvere il problema e garantire il pieno diritto alla mobilità anche all’interno di uno snodo infrastrutturale strategico come la stazione ferroviaria di Mestre, anche in vista della prossima interconnessione tra il sistema ferroviario e quello tranviario.
Sebastiano Bonzio
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