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Fratelli d'Italia - Interrogazione nr. d'ordine 1742

Logo Fratelli d'Italia Antonio Cavaliere
nr. d'ordine nr. protocollo data pubbl. proponente assessore competente data protocollo data scadenza tipo risposta
1742 44 26/03/2013 Antonio Cavaliere
 
Assessore
Bruno Filippini
 
e p. c.
Al Presidente della VII Commissione
27/03/2013 26/04/2013 in Commissione

 
tipo comunicazionedata pubblicazionetesto
verbale seduta commissione consiliare10-05-2013Leggi

 

Venezia, 26 marzo 2013
nr. ordine 1742
n p.g. 44
 

All'Assessore Bruno Filippini


e per conoscenza

Al Presidente della VII Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare VII Commissione
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario

 

Oggetto: SINTI: il fallimento dell’Amministrazione e la mancata integrazione.

Tipo di risposta richiesta: in Commissione

 

La storia inizia nei lontani anni ’60, quando dopo peregrinare nel territorio l’allora Vicario Mons. Vecchi, destina loro, un terreno in Via Vallenari dove la comunità Sinti si stabilisce, e solo più tardi lo cede al Comune. Nel 1984, quasi vent’anni dopo, il Comune attrezza l’area con alcuni servizi ed assegna nel 1987 i numeri civici (19 e 19/A) che consente ai residenti di ottenere il riconoscimento di una fissa dimora.

Nel corso degli anni le famiglie Sinti cominciano il processo di integrazione nel tessuto locale: parte dei capifamiglia si impiegano come raccoglitori di materiale ferroso, fino a giugno 2011 usufruendo di una sorta di "patentino" rilasciato da Veritas, successivamente per continuare ad esercitare la loro attività avrebbero dovuto richiedere la licenza di commercio ambulante (compatibile con la raccolta) aprendo di conseguenza una partita IVA e una posizione INPS.
Ad oggi sono circa 17 le persone che hanno regolarizzato la loro posizione.

Dal 2001 la costruzione di alcuni condomini a pochissimi metri dal campo hanno costretto ad una vicinanza forzata due comunità, generando continue situazioni di micro conflittualità.


Nel 1997 il Comune di Venezia avvia un progetto di riqualificazione urbana e sociale con il coinvolgimento diretto dei Sinti per garantire a quella comunità condizioni di vita più dignitose.

Nel frattempo il finanziamento ministeriale concesso a Venezia per realizzare il progetto di spostamento viene dirottato altrove e quindi, nel 2006, la giunta Cacciari decide di finanziare con soldi del Bilancio comunale la costruzione del nuovo villaggio.

Da quel momento scoppia la bagarre.
Poco dopo la pubblicazione della delibera comunale, seguiranno manifestazioni, petizioni, raccolta firme, interrogazioni varie, non giungono a nulla.


I lavori vengono avviati nel maggio 2008 e dopo tante battaglie nella notte tra il 24 e il 25 di fine novembre 2009 il villaggio viene insediato, lasciando il vecchio campo di Via Vallenari.

 

VISTO CHE

Nell’intenzione dell’Amministrazione il “villaggio” era una condizione di passaggio all’abitazione pubblica, assieme al raggiungimento e alla consapevolezza nel rispetto della loro cultura;

Gli aventi diritto al trasferimento sono stati in totale 170, riconducibili a 45 nuclei familiari. Di questi, 38 famiglie avevano sottoscritto il trasferimento nel nuovo villaggio e 7 hanno scelto l’alloggio pubblico;


Nel nuovo villaggio Sinti, ogni prefabbricato ospita un nucleo familiare; 38 prefabbricati di cemento armato di 38 mq ciascuno, sono composti da una zona giorno con angolo cottura, una camera da letto, un bagno e l’allacciamento delle utenze. 

CONSTATATO CHE
La convivenza tra varie “famiglie” si è sempre presentata difficoltosa, l’attenzione vigile delle Forze dell’Ordine per furti, rapine, pestaggi assieme gli episodi recenti hanno messo ulteriormente in allarme la popolazione;

dopo tre anni dell’azione delle politiche di integrazione avviate dall’Amministrazione, si può dichiarare che il progetto è stato fallimentare;

PRESO ATTO CHE
il raggruppamento concentrate in un solo luogo di vari famiglie appartenenti alla comunità Sinti può presentare situazione di disaccordo, tra le stesse, per vecchi dissapori e/o per il dominio nel territorio;

 

tutto ciò premesso si interroga l’Assessore competente per conoscere

quali soluzioni e tempistica adotterà l’Amministrazione per il trasferimento del “campo” e quali criteri adotterà per l’eventuale assegnazione degli aventi titolo di alloggio pubblico;

se è intenzione verificare anche attraverso l’accertamento della Guardia di Finanza, possibili condizioni economiche e patrimoniali occulte;

quali azioni intende intraprendere per le persone palesemente occupanti senza titolo e imputabili di azioni di reato a vario titolo;

quali possibili soluzioni di riconversione e di utilizzo del “villaggio” di Via del Granoturco, dopo che sarà definitivamente liberato.

Al fine di contenere il possibile contrasto nell’insediamento delle “nuove Famiglie” in alloggio pubblico, e la concentrazione in un unico “sito”, verificare attentamente l’ opportunità di disporre le famiglie avente titolo, in alloggi di proprietà pubblica disponibili ma, collocati equamente e distribuiti nelle varie Municipalità del Comune.

 

Antonio Cavaliere

 
 
Pubblicata il 26-03-2013 ore 13:27
Ultima modifica 26-03-2013 ore 13:27
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