nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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726 | 142 | 08/07/2011 | Sebastiano Bonzio |
Assessore Carla Rey e p. c. Al Presidente della IX Commissione |
11/07/2011 | 10/08/2011 | in Commissione |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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verbale seduta commissione consiliare | 17-01-2012 | Leggi |
risposta | 05-08-2011 | Leggi |
Venezia, 8 luglio 2011
nr. ordine 726
n p.g. 142
All'Assessore Carla Rey
e per conoscenza
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della IX Commissione
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: vendita gadget nazisti a Venezia
Tipo di risposta richiesta: in Commissione
Premesso che
Venezia e Mestre sono storicamente città antifasciste, antagoniste sia del fascismo istituzionale sia di ogni organizzazione di stampo neonazista;
Alcune attività commerciali della città non solo vendono ma addirittura fanno bella esposizione in vetrina (vedi foto allegata) di gadget nazisti e/o fascisti (a Padova esiste anche una ditta specializzata nella riproduzione di oggetti del Terzo Reich ed una rete di commercializzazione http://www.militaria.4mg.com/ dove è possibile acquistare dai berretti agli elmetti, dalla riproduzione delle bombe a mano ai simboli del regime nazista fino ad una divisa completa da SS.);
Considerato che
Questa fattispecie di produzione e commercio, a giudizio dello scrivente gruppo, rientra tra le previsioni della Legge Scelba n.645 del 1952, della Legge n.654 del 13-10-1975 ( Ratifica ed esecuzione della convenzione internazionale di New York del 7 marzo 1966 sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale ) e della Legge Mancino ( 25-6-1993 n. 205 ), relativamente all'ostentazione di "emblemi o simboli " che "incitano in qualsiasi modo alla discriminazione" o "diffondono in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale"
Considerato inoltre che
Ogni atteggiamento di superficialità, indulgenza o sottovalutazione di questa vicenda, potrebbe rappresentare un errore ancor prima culturale che politico. Tanto più in una città ad elevato flusso turistico come Venezia, che ancora oggi ospita (in qualità di residenti o visitatori) vittime della persecuzione nazifascista;
Tutto ciò premesso e considerato,
Si interroga l’Assessora al Commercio per sapere:
• se la vendita di tali prodotti sia legale e autorizzata (in considerazione anche del fatto che molti di questi gadget sono coltelli di notevoli dimensioni);
• nel caso di vendita non autorizzata, se ritenga opportuno, vista e considerata la gravità del fatto, procedere con la diffida alla vendita e, in extrema ratio, con il ritiro della licenza di vendita;
• se intenda provvedere ad emanare un’ordinanza che regolamenti (o, meglio ancora, vieti) la vendita di questa tipologia di gadget nel territorio comunale;
• come intenda procedere, in ogni caso, per promuovere qualsiasi iniziativa idonea a risolvere questo problema che mette in cattiva luce il nome della città di Venezia e quali azioni voglia intraprendere, per quanto di competenza, per rilanciare il messaggio che Venezia è città antifascista, da sempre aperta culturalmente ed all’accoglienza.
Allegati
gadget nazi in vetrina a Venezia (jpg - 923 kb)
Sebastiano Bonzio
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