da Assessore Carla Rey
Venezia, 5 agosto 2011
n p.g. 328241
Al Consigliere comunale Sebastiano Bonzio
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: risposta all'interrogazione nr. d'ordine 726 (Nr. di protocollo 142) inviata il 08-07-2011 con oggetto: vendita gadget nazisti a Venezia
Con riferimento all’interrogazione con risposta prevista in Commissione Consiliare, faccio presente quanto segue.
Riguardo alla segnalazione della vendita in Venezia di gadget che richiamano il periodo fascista, è importante, innanzitutto, richiamare la norma che introduce il reato di apologia del fascismo, la Legge 645/1952 - Legge Scelba (si tratta, come noto, di norme attuative della XII disposizione transitoria e finale, c. 1 della Costituzione).
All'art. 4 la Legge Scelba sancisce il reato commesso da chiunque "fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche".
Con la Legge 205/1993 (Legge Mancino) "misure urgenti in materia di discriminazione razziale, nazionale, etnica e religiosa" viene ribadita la condanna a gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista aventi per scopo l’istigazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi, al fine di colpire anche mere esaltazioni del fascismo.
Purtroppo numerosi gadget dedicati al periodo fascista vengono venduti in diversi negozi di souvenir sia in località che hanno interessato le guerre mondiali, che in località ad alta frequenza turistica.
Tale vendita di gadget nazisti, spille delle “SS”, fotografie, simboli (come la svastica), immagini che riecheggiano il periodo fascista non può essere ricondotta ad una semplice questione di commercio di oggetti di dubbio valore storico o quantomeno di cattivo gusto; va invece valutato se tale vendita configuri il reato di apologia del fascismo, sopra citato.
L’Amministrazione comunale relativamente all’esercizio segnalato ha provveduto, attraverso un controllo interno e con la collaborazione della Polizia Municipale, cui l’informazione è stata girata, a verificare eventuali illeciti sanzionabili e irregolarità di legge. Tali verifiche hanno evidenziato la spontanea rimozione degli oggetti in questione da parte dell’esercente.
In ogni caso, gli uffici del Settore Commercio sono pronti ad esaminare altri casi simili e, qualora se ne rilevassero gli estremi, fatti salvi gli eventuali provvedimenti di tipo penale, si provvederà ad ordinare l’immediato ritiro dei prodotti esposti negli esercizi commerciali segnalati attraverso la preparazione di apposita ordinanza che vieti espressamente il commercio di gadget e souvenir negli esercizi commerciali in questione, così come richiamato dalle leggi succitate.
Rimanendo a disposizione per qualsiasi approfondimento, in sede di Commissione Consiliare, l’occasione mi è gradita per porgere i migliori saluti.
Assessore Carla Rey
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