nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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2064 | 106 | 07/10/2013 | Raffaele Speranzon Sebastiano Costalonga Antonio Cavaliere |
08/10/2013 |
Venezia, 7 ottobre 2013
nr. ordine 2064
n p.g. 106
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: richiesta di revoca deleghe nei confronti della Consigliera Camilla Seibezzi
Il Consiglio Comunale di Venezia
Premesso
In seguito alle dichiarazioni rilasciate in più occasioni dalla consigliera Camilla Seibezzi delegata per “Diritti civili, Politiche contro le discriminazioni e Cultura lgbtq” che afferma “… sostituire il termine padre madre con quello di genitore tutela i diritti di tanti genitori omosessuali e dei loro figli… “ e in più occasioni ha ribadito “… inizialmente la mia scelta non sarà popolare, ma sono convinta di avere fatto la cosa giusta, quella in cui credo di più, un passo verso i diritti civili di tutti…”.
L’intento della Consigliera è di lavorare a vari progetti, può contare nelle linee progettuali della nuova delega, su uno stanziamento di 40 mila euro per il 2013 e 120 mila nel 2014 finalizzato ad azioni per valorizzare i diritti civili;
vista la diatriba per contendersi il primato delle battaglie sui “diritti gay”, da parte della delegata e l’assessore alle politiche educative e della famiglia, sull’adozione di cancellare le parole madre/padre dai moduli scolastici, con il fine di far riflettere sulle "gerarchie interne ai nuclei famigliari…”;
l’Amministrazione comunale promuove i corsi per insegnare agli educatori a rapportarsi con i bambini di genitori gay, così che la famiglia “tradizionale” sarà ora discriminata verso l’attenzione principale del rapporto di amore tra l’adulto e il bambino;
VISTO CHE
La Costituzione italiana, art. 29 – così recita: “La famiglia è l'istituzione fondamentale in ogni società umana, fondata sul matrimonio o la convivenza, con i caratteri dell’esclusività, della stabilità e della responsabilità, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale”.
risulta inaccettabile che il Comune di Venezia abbia inteso inserire tra le priorità dei suoi cittadini, una voce di spesa su questa questione nonostante la carenza di molti servizi offerti all’utenza veneziana e la dichiarata minaccia più volte espressa, anche attraverso organi di stampa, di non pagare gli stipendi ai dipendenti;
40 ml euro, vero sperpero di denaro pubblico, dati da gestire alla consigliera Seibezzi per i suoi progetti, quando invece il Sindaco avrebbe dovuto destinarli al contrasto alla povertà e al sostegno delle famiglie in difficoltà presenti nel nostro comune;
ATTESO CHE
Il Comune di Venezia condanna senza indugio ogni forma di omofobia e transfobia”,
ma anche la “mammofobia” e la “babbofobia”;
RITENIAMO CHE
tutti i cittadini di qualsiasi razza orientamento religioso sessuale possano esprimere i loro pensieri e avere gli stessi diritti;
i primi diritti che devono essere garantiti devono essere quelli dei minori e in questo senso qualsiasi scelta politica/amministrativa che mira ad aprire la possibilità in futuro da parte coppie delle stesso sesso di adottare dei bambini va vista come una gravissima lesione del diritto, prima ancora che sancito dalla leggi, Costituzione Italiana, in primis, dato dalla natura, di avere un padre e una madre, unici questi a potersi definire anche etimologicamente genitori.
CHIEDONO AL SINDACO
di revocare immediatamente la delega per i “Diritti civili, Politiche contro le discriminazioni e Cultura lgbtq” alla consigliera Camilla Seibezzi, in quanto risulta evidente che le scelte adottate andrebbero contro la volontà delle cittadine e dei cittadini del nostro Comune discriminando, di fatto, la famiglia tradizionale così come indicata dalla stessa Costituzione Italiana.
Raffaele Speranzon
Sebastiano Costalonga
Antonio Cavaliere
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