nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | data protocollo |
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770 | 107 | 22/08/2011 | Sebastiano Bonzio |
24/08/2011 |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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ritiro | 31-05-2012 | Leggi |
Venezia, 22 agosto 2011
nr. ordine 770
n p.g. 107
Al Sindaco
Al Presidente del Consiglio comunale
Ai Capigruppo consiliari
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Salviamo il giorno della Liberazione, il giorno del Lavoro, il giorno della Repubblica: salviamo la storia del nostro paese
Premesso che
nel Decreto legge in materia economica, emanato dal Consiglio dei Ministri, è prevista una norma con la quale si vorrebbe modificare la collocazione temporale di tre festività civili e laiche (fra l’altro, le uniche) per spostarla in un altro giorno (venerdì o lunedì) o per accorparla con la domenica.
In un provvedimento iniquo che va contrastato con forza, si colloca così anche una norma che colpisce l’identità e la storia del nostro Paese, ne indebolisce la memoria e rappresenta un grave limite per il futuro.
Le ricorrenze civili vanno celebrate con attenzione e rispetto, perché parlano a tutti, alla ragione stessa del nostro stare insieme, e perché i valori che esse affermano non siano ridotti ad un momento residuale.
Considerato che
Il ricordo della Liberazione del nostro Paese da una dittatura feroce e sanguinaria; la celebrazione del Lavoro come strumento di dignità per milioni di donne e uomini che con la loro intelligenza e fatica consentono al Paese di progredire; la celebrazione del passaggio alla Repubblica parlamentare sono tappe fondamentali che non intendiamo consentire vengano cancellate.
Per altro, mentre irrisorio è il beneficio economico per lo Stato che ne deriverebbe i costi civili sul versante della memoria e dell’identità sarebbero, se la norma venisse confermata, di gran lunga maggiori, senza considerare il danno al comparto turistico per il venir meno dei cosiddetti ponti primaverili, stimato in 6 miliardi di euro da Federalberghi.
Inoltre che, è sufficiente un confronto con altre situazione per vedere come l’Italia è un Paese che ha un numero contenuto di festività civili e come in altri Paesi le ricorrenze civili siano celebrate e custodite con attenzione.
Appare necessario che Venezia, le cui radici che affondano nell’epopea resistenziale, culla della più avanzata cultura del lavoro e dei diritti, città che si espresse a stragrande maggioranza per la Repubblica il 2 giugno del 1946 (403.424 sì contro 252.346 no), si faccia carico di dichiarare la propria contrarietà a questa previsione e di farla dichiarare al maggior numero di città possibile: tante sono le gravi conseguenze dei contenuti del Decreto legge n° 118, quella che riguarda le festività civili non è da meno.
Tutto ciò premesso e considerato,
il Consiglio comunale invita il Sindaco, massimo rappresentante della comunità cittadina:
ad esprimere al Governo e al Parlamento la massima contrarietà alla norma con la quale si vorrebbe modificare la collocazione temporale di tre festività civili e laiche (fra l’altro, le uniche) per spostarla in un altro giorno (venerdì o lunedì) o per accorparla con la domenica;
a promuovere ed ospitare presso tutti gli uffici dell’Amministrazione la Petizione promossa dalla CGIL contro questa ipotesi.
Sebastiano Bonzio
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