nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta |
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2214 | 188 | 12/12/2013 | Renzo Scarpa |
Sindaco Giorgio Orsoni e p. c. Alla Presidente della I Commissione |
12/12/2013 | 11/01/2014 | in Commissione |
tipo comunicazione | data pubblicazione | testo |
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verbale seduta commissione consiliare | 13-02-2014 | Leggi |
risposta | 23-12-2013 | Leggi |
Venezia, 12 dicembre 2013
nr. ordine 2214
n p.g. 188
Al Sindaco Giorgio Orsoni
e per conoscenza
Alla Presidente della I Commissione
Alla Segreteria della Commissione consiliare I Commissione
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo consiliari
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: Nizioleti
Tipo di risposta richiesta: in Commissione
Considerato che:
- con la delibera n. 75 dell’1 marzo 2012, la Giunta Comunale, richiamandosi alla precedente delibera n.565 del 23 ottobre 2009 nel dichiarato intento di “definire la corretta denominazione dei toponimi in lingua veneziana” e, conseguentemente, “produrre uno stradario rispettoso dei termini veneziani tramandati nei secoli”, ha approvato un Elenco dei toponimi, un Elaborato cartografico e i Criteri per la determinazione dei toponimi, esemplificati da un Elenco di dizioni individuate fra quelle più ricorrenti.
Preso atto che:
- il risultato tangibile di tale operazione è stato interpretato come offesa recata ai sentimenti dei veneziani con la soppressione di preziose testimonianze del passato della Città;
- per l’evidente incoerenza fra l’enunciato intento di denominare i toponimi in corretta lingua veneziana e l’approvazione di uno stradario che italianizza le dizioni dei toponimi, di certo non “rispettoso dei termini veneziani tramandati nei secoli”, tale deliberazione possa essere considerata illegittima.
Rilevato che, nella sostanza reale delle cose:
- i documenti, predisposti in un paio d’anni di attività da un Gruppo Operativo dell’Assessorato alla Toponomastica, assunti come allegati A, B e C dalla Giunta Comunale a far parte integrante del proprio deliberato, non propongono “la corretta denominazione dei toponimi in lingua veneziana” e non sembrano affatto “rispettosi dei termini veneziani tramandati nei secoli”;
- da un sommario esame dell’allegato C, contenente 285 dizioni scelte tra le più ricorrenti nei toponimi ed elencate per esemplificare i criteri seguiti per individuare quelle corrette quali ad esempio: “avvocati, baretteri, beccher, botter, caffettier, calle, callesele, callegheri, cappellan, cappeller, croce, erbarol, erberia, frutarol, lustraferri, gatte, madonnetta, monastero, muneghette, parrucchier, pegolotto, pizzocchere, rivetta, rughetta, sacca, scarlatto, secco, segretari, specchiera, stretta, suffragio, terrà e vecchio”, risulta che, in realtà, tali dizioni non sono per niente rispettose dei termini veneziani tramandati nei secoli, in quanto ne rappresentano delle goffe storpiature, tendenti ad assimilarle il più possibile alle corrispondenti parole in italiano;
- nel Dizionario del dialetto veneziano di G. Boerio, pubblicato nel 1856, si trovano riportate le voci “avocato, bareter, becher, boter, cafetier, cale, calesela, calegheri, capelan, crose, erbariol, frutariol, lustraferi, gate, feri, gate, madoneta, monastier, muneghete, paruchier, pegoloto, pizocare, riveta, rugheta, saca, scarlato, seco, secretari, speciera, streta, sufragio, terà e vecio, tutte ancor vive nella lingua parlata e pure nel veneziano scritto come per esempio la canzone dell’indimenticabile Bruno Quirinetta “Vecio gondolier” e il fatto che nell’elenco del telefono si trova una trattoria denominata “A la Vecia Cavana”.
Considerato infine che:
- non possa essere escluso che Sindaco e la Giunta Comunale, pressati come sono da tante altre ben più gravose emergenze, abbiano approvato a scatola chiusa il “pacchetto” predisposto dal Gruppo Operativo dell’Assessorato alla Toponomastica;
- che tale Gruppo, pur avendo ricevuto l’incarico di recuperare le denominazioni dei toponimi in lingua veneziana, l’abbia cercata non su autorevoli fonti letterarie, ma proprio su catastici e stradari, che, forse, sono all’origine degli errori da correggere, col risultato di accreditare delle dizioni dei “nizioleti” in molti casi italianizzate.
Si chiede al Signor Sindaco se non ritenga opportuno revocare o annullare la deliberazione n. 75 dell’1 marzo 2012 per l’evidente contraddittorietà fra motivazione e dispositivo del provvedimento e riassumere altra deliberazione sulla base di documenti certificati nella loro corrispondenza alle motivazioni sopra descritte.
Renzo Scarpa
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