| nr. d'ordine | nr. protocollo | data pubbl. | proponente | assessore competente | data protocollo | data scadenza | tipo risposta | 
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| 1823 | 85 | 02/05/2013 | Gian Luigi Placella | 
            Assessore Ugo Bergamo  | 
            08/05/2013 | 07/06/2013 | scritta | 
| tipo comunicazione | data pubblicazione | testo | 
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| risposta | 07-06-2013 | Leggi | 
Venezia, 2 maggio 2013
nr. ordine 1823
n p.g. 85
 
All'Assessore Ugo Bergamo
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Sindaco
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Ai Capigruppo Consiliari
Al Vicesegretario Vicario
Oggetto: viabilità di via Colombo ed elevazione massiva di multe per transito vietato
Tipo di risposta richiesta: scritta
Premesso che 
• l’art. 7 comma 1 del D.lgs. n. 285 del 30.04.1992 (Codice della Strada) afferma che “Nei centri abitati i comuni possono, con ordinanza del sindaco: a) adottare i provvedimenti indicati nell'art. 6, commi 1, 2 e 4” e il richiamato art. 6 comma 4 stabilisce che “L'ente proprietario della strada può, con l'ordinanza di cui all'art. 5, comma 3: (…) b) stabilire obblighi, divieti e limitazioni di carattere temporaneo o permanente per ciascuna strada o tratto di essa, o per determinate categorie di utenti, in relazione alle esigenze della circolazione o alle caratteristiche strutturali delle strade”; 
• in deroga al principio del concorso tra più condotte punibili, di cui all’art. 198 comma 1 C.d.S., in forza del quale si applica “la sanzione prevista per la violazione più grave aumentata fino al triplo”, il secondo capoverso dello stesso articolo sancisce che “nell’ambito delle aree pedonali urbane e nelle zone a traffico limitato, il trasgressore ai divieti di accesso e agli altri singoli obblighi e divieti o limitazioni soggiace alle sanzioni previste per ogni singola violazione”; 
• con l’ordinanza del Sindaco n. 477 del 21.06.2010 la zona a traffico limitato, prima esistente lungo via Colombo, è stata trasformata in una zona a circolazione riservata in funzione del passaggio della nuova tranvia. Soltanto però con la successiva ordinanza n. 161 del 29.03.2012 è stato attivato “un sistema di videosorveglianza sulla corsia riservata di via Colombo dedicata ai veicoli diretti verso nord” (direzione P.le Cialdini - via Ca’ Rossa) in aggiunta a quello già esistente per l’altra corsia, parimenti riservata, dedicata ai veicoli diretti verso sud. L’attività delle due videocamere, installate e gestite da ASM S.p.A., ha avuto inizio in data 12 aprile 2012; 
visti 
• l’articolo 97 della Costituzione che dispone “i pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge in modo che siano assicurati il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione”; 
• l'articolo 78 del D.Lgs. 18.08.2000 n. 267 (TUEL) il quale statuisce “il comportamento degli amministratori, nell'esercizio delle proprie funzioni, deve essere improntato all'imparzialità e al principio di buona amministrazione...”; 
• l'art. 21 nonies della Legge 07.08.1990 n. 241, “Nuove norme sul procedimento amministrativo”, stabilisce che “Il provvedimento amministrativo illegittimo ai sensi dell'articolo 21-octies può essere annullato d'ufficio, sussistendone le ragioni di interesse pubblico, entro un termine ragionevole e tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati, dall'organo che lo ha emanato, ovvero da altro organo previsto dalla legge”; 
• la circolare del Ministero dell’Interno n. 66 del 17.07.1995 che chiarisce le modalità con cui applicare l’istituto giuridico dell’autotutela ai verbali di contravvenzione di cui al Codice della Strada, sancendo una collaborazione, di fatto, tra l’Autorità o Comando cui appartiene l’agente accertatore e la Prefettura competente per il luogo dell’infrazione; 
considerato che 
• l'amministrazione comunale ha formulato, negli ultimi cinque anni, più di cinquanta ordinanze per regolare il traffico nella sola arteria centrale di via Colombo ingenerando, verosimilmente, un po' di confusione nelle varie categorie di utenti stradali; 
• a partire dal primo giorno di attivazione delle due telecamere di sorveglianza il numero di contravvenzioni è stato piuttosto elevato: la stampa locale ha riferito di circa 900 multe al giorno con alcuni “plurimultati” (anche 10-15-20 volte; un commerciante, con sede in viale San Marco, ha ricevuto ben 92 verbali). Tale numero d'infrazioni si è poi notevolmente ridimensionato (dopo il primo mese, pare si sia passati a poco più di 150 multe al giorno) con la notevole campagna d'informazione lanciata dai giornali locali; 
• il 25 maggio dello scorso anno, quindi dopo un mese abbondante dall'avvio delle telecamere, l'assessore alla Mobilità ha partecipato ad un incontro con alcune associazioni dei consumatori dichiarando, a nome dell'amministrazione presumibilmente: “abbiamo chiarito che non c'è nessun intento vessatorio né volontà di fare cassa ma solo di garantire una migliore viabilità e sicurezza. Ci rendiamo perfettamente conto dei disagi che vivono molte delle persone multate...per cui abbiamo stabilito un percorso collaborativo”. La stampa locale spiegava che tale “percorso” consisteva, sostanzialmente, nell'invitare le persone sanzionate, nel primo mese dall'attivazione, a proporre ricorso perché “Bergamo, assieme al Sindaco, ha già avviato un colloquio con Domenico Cuttaia, il prefetto di Venezia, per far sì che i ricorsi presentati dai cittadini in Prefettura vengano accolti. Poi ci sono quelli già presentati al Giudice di Pace «e in caso di udienza, il nostro atteggiamento sarà collaborativo e di comprensione. Dato che verrà chiamata anche la Polizia Municipale a testimoniare, spiegherà la nostra posizione” (Il Gazzettino, 2012.05.26); 
• l'assessore ha poi scritto, concretamente, una missiva al Prefetto per illustrare i fatti e, attraverso le associazioni di categoria, ne ha trasmesso copia alle persone multate affinché l'allegassero, quale supporto, al loro ricorso. In tale nota l'assessore dapprima spiega che l'intento dell'amministrazione non è quello di vessare i cittadini irrogando sempre più multe. Poi però ammette che “l'elevatissimo numero di violazioni accertato nei primi giorni di esercizio delle telecamere, e a maggior ragione il suo rapido, drastico ridimensionamento, a seguito della veloce diffusione della corretta informazione circa le esatte disposizioni in materia di limitazioni al transito nella via interessata, anche grazie alle proteste immediatamente sollevate e sollecitamente raccolte dagli organi di stampa, sollecitano legittimamente una riflessione circa la completezza dell'informazione precedentemente diffusa...”; 
• la tesi dell'insufficiente, o confusa, informazione viene poi spiegata da Bergamo così: “ricordo infatti che il tratto stradale interessato, dal 2006 al 2010, è stato regolamentato in direzione sud come ZTL presidiato da telecamera (peraltro disattivata in concomitanza con i lavori di costruzione della piattaforma tranviaria) e sino al 2010 come corsia a circolazione libera in direzione nord, e che, anche a seguito dei disagi alla circolazione dovuti ai lavori di realizzazione del tram, il regime della ZTL a sud è stato nel tempo allentato, consentendo il transito a svariate categorie di veicoli e utenti”; 
• nella stessa lettera si è attestato che, nel periodo intercorrente dal 12 aprile al 30 maggio, sono state elevate complessivamente 14.588 sanzioni ma sembra, in base a notizie di stampa locale, che solo 6.000 multe siano state impugnate dinnanzi al Prefetto; 
• purtroppo, rispetto agli ottimistici intenti iniziali dell'amministrazione, la vicenda ha assunto degli aspetti tragicomici dato che, sorpresa delle sorprese, molti dei ricorsi presentati al Prefetto sono stati rigettati con raddoppio della sanzione pecuniaria e grande beffa per le persone che hanno creduto, in buona fede, a quanto riferito loro da un pubblico amministratore della città di Venezia. Lo stesso esponente politico ha ammesso che “c'è stata qualche incomprensione ma chiariremo subito”; 
• ne consegue che il comportamento tenuto dai vigili urbani, in sede di procedimento davanti al Prefetto, è stato finalizzato non tanto a sostenere la linea dei ricorrenti ma, piuttosto, una linea di difesa dell'operato dell'amministrazione, il ché è lodevole perché, visto l'esito, vuol dire che hanno svolto bene il loro lavoro. Questo però in contraddizione, almeno apparentemente, con quanto dichiarato dall'assessore Bergamo; 
• la questione si è poi ancor più complicata a causa dell'ennesimo intervento dell'amministrazione che ha suggerito ai cittadini, risultati perdenti davanti al Prefetto, di opporsi alle ordinanze-ingiunzioni, mediante un nuovo ricorso al Giudice di Pace. Alcune centinaia di multati sembrano aver optato per quest'ennesimo rimedio e l'esito, stando dalle prime sentenze dei giudici di Pace di Mestre, pare favorevole; 
• il procedimento dinnanzi al Giudice di Pace non è però esente da costi com'è invece quello instaurato presso la Prefettura (ove basta una banale raccomandata A/R) visto che il ricorrente deve pagare anche il contributo unificato pari, come minimo, ad euro 37,00. Inoltre la persona multata può certo difendersi personalmente come potrebbe anche fare ricorso ad un avvocato oppure ad un'associazione dei consumatori, opzioni che implicano ovviamente altri costi; 
rilevato infine che 
• in situazioni similari, il Comune di Venezia ha avuto una particolare attenzione per l’informazione preventiva degli utenti della strada al fine di evitare, per quanto possibile, l’esplosione di contravvenzioni come successo in via Colombo. Basti pensare al dispiegamento di vigili, attuato dall’allora assessore alla Mobilità, un mese prima dell’accensione delle ZTL video-sorvegliate nel maggio 2008 in via Poerio, via Cappuccina e viale Garibaldi (Nuova di Venezia del 04.04.2008); 
• non tutte le persone colpite dalle sanzioni, durante il primo mese e mezzo, hanno impugnato la contravvenzione dinnanzi agli appositi organi giudicanti (Prefettura di Venezia o Giudice di Pace). E ciò probabilmente per i più disparati motivi, ad esempio: scarsa lettura della stampa locale e, quindi, dell'invito dell'assessore a presentare ricorso, pagamento della sanzione prima di aver contezza di quel che stava accadendo, scarsa fiducia nelle parole dell'assessore (l’intento riparatorio del Comune è stato peraltro manifestato alle sole associazioni dei consumatori e la lettera sopra ricordata non è stata inviata, con formale comunicazione del Comune, alle persone sanzionate), assenza temporanea dalla città, ecc. 
• il Comune di Venezia ha, conseguentemente, incamerato una somma cospicua (la sanzione pecuniaria per ciascuna infrazione è pari infatti ad € 76,00 più 14,00 euro per spese di notifica) a dispetto di quanto dichiarato pubblicamente da Bergamo (“...non c'è nessun intento vessatorio né volontà di fare cassa...”); 
• sarebbe stato molto più lineare e corretto da parte dell'amministrazione difendere l'operato degli uffici della Mobilità senza cedimento alcuno oppure, vista l'ammissione palese di alcune colpe in materia di comunicazione alla cittadinanza, l'avvio di un procedimento amministrativo teso all'annullamento in autotutela di tutte le contravvenzioni elevate nel primo periodo, in collaborazione con la competente Prefettura. 
Quest'ultima strada sarebbe stata maggiormente conforme al principio di imparzialità e non avrebbe originato quelle spiacevoli disparità di trattamento venutesi a creare tra cittadini che hanno presentato ricorso al Prefetto e/o al Giudice di Pace, ottenendo la cancellazione delle multe, e tutti quei cittadini che invece, per i più svariati motivi, non hanno presentato alcun ricorso ed hanno dunque pagato la sanzione o dovranno farlo; 
• l'amministrazione ha scelto invece di avallare le dichiarazioni e i comportamenti ambigui e ondivaghi dell'assessore con tutto il caos che ne è conseguito; 
• il Comune di Venezia ha, va ricordato, ha già proceduto con l’annullamento in autotutela di propri verbali di contravvenzione ritenuti illegittimi: questo è accaduto di recente, come raccontato dalla stampa locale, per le multe irrogate ai parroci di alcune chiese per il superamento dei limiti acustici a causa del tradizionale suono delle campane; 
si chiede al Sindaco e all'assessore competente
1. di fornire in modo preciso: 
a) il numero di verbali elevati nel primo periodo considerato (12 aprile - 30 maggio) distinguendo, se possibile, tra diverse categorie di utenti stradali (autoveicoli, motocicli, biciclette); 
b) con riferimento alla lettera a), il numero di verbali opposti dinnanzi alla Prefettura di Venezia, distinguendo il numero di ordinanze-ingiunzione (rigetto del ricorso) e di ordinanze di archiviazione; 
c) con riferimento sempre alla lettera a), il numero di verbali impugnati subito dinnanzi al Giudice di Pace, specificando l'esito dei giudizi; 
d) il numero di ordinanze-ingiunzioni (e quindi, indirettamente, di verbali) emesse dal Prefetto di Venezia e impugnate davanti al Giudice di Pace di Mestre, specificando l'esito dei giudizi per quanto finora conosciuto; 
2. di illustrare quante squadre di Polizia Locale, e per quante ore al giorno, siano state impiegate nella vigilanza del traffico lungo via Colombo durante le prime due settimane di attivazione delle telecamere; 
3. di chiarire se l'operato dell'assessore Ugo Bergamo, alla luce specialmente dei possibili esiti della vicenda per le persone multate, sia stato o meno rispondente ai principi di imparzialità e di buon andamento dell’azione amministrativa a cui dovrebbero uniformarsi, per legge, gli amministratori pubblici; 
4. di chiarire se la condotta del comandante della Polizia Locale sia da ritenere conforme o meno alla linea politica annunciata dall'assessore alla Mobilità Ugo Bergamo; 
5. di trasmettere eventuali disposizioni interne impartite dall'assessorato alla Mobilità, dalla Giunta o dal Sindaco, nei confronti del personale di Polizia Locale in merito alla vicenda qui descritta e di precisare, in particolare se sia stato chiesto/suggerito di non costituirsi in giudizio dinnanzi ai giudici di Pace e/o di non comparire in udienza al fine di agevolare la vittoria delle persone ricorrenti; 
6. di fornire il dato economico relativo alle contravvenzioni non contestate, precisando anche la percentuale d’insoluto allo stato attuale; 
7. di valutare se non sia opportuno precisare, a mezzo modifica regolamentare, alcune modalità di attuazione dei cambiamenti rilevanti della mobilità urbana che offrano maggiori garanzie in termini di efficacia nell’informazione e di reale partecipazione dei cittadini (quanto meno le categorie d’utenti più coinvolte); 
8. di studiare l’ipotesi, pur a distanza di quasi un anno dagli accadimenti, di redazione di una formale richiesta alla Prefettura di Venezia tesa ad annullare in autotutela, ai sensi della citata circolare Ministero dell’Interno n. 66 del 17.07.1995, tutti i verbali di contravvenzione tutt’ora in essere, pendente o meno un giudizio, compresi quelli in relazione ai quali gli utenti hanno già pagato le sanzioni pecuniarie comminate.
Gian Luigi Placella
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