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Ordine del giorno nr. d'ordine odg_168

Seduta del 21-05-2012

nr. d'ordine seduta del espressione di voto mozione/i di riferimento
odg_168 21-05-2012 approvato
tabella votazione
1110

 

 

Oggetto: Palais Lumičre: la vera luce č il mantenimento dei livelli occupazionali sul nostro territorio

 

Il Consiglio Comunale
 

Premesso che

la società Société de Gestion Pierre Cardin S.A.R.L. ha elaborato un progetto denominato “Palais Lumière”, consistente in un complesso polifunzionale esteso per 40 ettari con una torre di 244 metri di altezza, 60 piani adibiti a residenza, alberghi, ristoranti, centro congressi, polo della moda, un campus universitario, ecc…, attraverso il quale lo stilista italiano naturalizzato francese Pierre Cardin, all’anagrafe Pietro Cardin, prova a lasciare la sua impronta nella storia della pianificazione del territorio veneziano di terraferma.

Tale operazione è stata descritta dallo stilista, che ha garantito che non si tratta di un’operazione commerciale, come “un regalo che faccio a me stesso, a Venezia e al mondo”. Uno slancio di generosità al quale ha fatto da stridente contraltare l’ultimatum lanciato dallo stesso Pierre Cardin che ha precisato che “la Regione ha tempo fino a fine giugno, inizio luglio, per firmare l’accordo di programma. Poi andremo in Cina a fare il mio palazzo.”

La Regione Veneto nel valutare il progetto “Palazzo della luce – Pierre Cardin” ha sollecitamente obbedito, dichiarando la formula di interesse pubblico Regionale al fine di applicare l’art. 32 (accordo di programma) ai sensi della Legge Regionale n. 35 del 2001.

Considerato che

l’intervento è previsto su aree a ridosso degli stabilimenti di Fincantieri, non proprio terreni industriali ma che sono strategici per dare respiro all’area produttiva e ai possibili sviluppi del Porto di Venezia Amministrazione Comunale.

Il PAT adottato dal Consiglio Comunale e appena pubblicato, anche per dare risposte alla drammatica crisi occupazionale che sta travolgendo il territorio veneziano con gradi di recrudescenza senza pari se confrontati con il resto del Veneto e con buona parte d’Italia, ha ribadito la vocazione industriale, produttiva e portuale di Porto Marghera; vocazione che, affinché non resti solo sulla carta, è indispensabile lavorare per attirare possibili investitori e riattivare progetti di riqualificazione industriale, specie attraverso il ricorso a finanziamenti pubblici.

Il progetto di Pierre Cardin, contrariamente a quanto sopra descritto, rischia di essere un vero e proprio “tappo” che può pregiudicare le operazioni di reindustrializzazione dell’area di Porto Marghera o addirittura di essere in contrasto con queste, non essendo facilmente immaginabile una facile convivenza tra l’elegante inquilinato del “Palais Lumière” e un panorama che spazia dalla raffineria ENI, alle gru di Fincantieri.

Non è accettabile ipotizzare il ricorso alla consueta strategia dei due tempi, non essendo socialmente sostenibile lo scambio tra le migliaia di posti di lavoro che rischiano di esser persi oggi e i 7.000 posti di lavoro promessi per domani dalla Tour Eiffel veneziana, ammesso e non concesso che essi rientrino nelle capacità di un simile progetto.

Valutato che

il progetto deve essere inserito e valutato con serenità in un quadro di compatibilità con un'idea di sviluppo sostenibile della città, anche dal punto di vista della sostenibilità occupazionale, e che non è accettabile che, dietro la costruzione di facili illusioni, si esponga il tessuto industriale, produttivo e commerciale al rischio di collasso, specie in una città in cui esiste una lunga tradizione di imprenditori-mecenati che intendono speculare sui cimiteri che hanno creato.


Si impegna il Sindaco e la Giunta

A verificare se il progetto proposto risulta compatibile con il PAT adottato, che ha ribadito la vocazione industriale, produttiva e portuale di Porto Marghera.

A verificare, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali, se il progetto proposto, in particolare per le sue dimensioni complessive e per la sua ubicazione, risulta compatibile con le esigenze di conservazione e rilancio delle funzioni industriali e portuali previste nelle zone a vocazione produttiva di Porto Marghera, anche alla luce del suo status di area di crisi industriale complessa dichiarato dal Governo.

A predisporre, d’intesa con le Organizzazioni Sindacali e le associazioni delle categorie economiche e produttive, un bilancio preventivo dei saldi occupazionali dell’operazione, per valutare che essa non esponga il territorio al rischio di ulteriori e inaccettabili contrazioni sotto questo profilo.

A comunicare l'esito delle verifiche al Consiglio Comunale presso le commissioni consiliari competenti (V^ e IX^).

 

 
 
A cura della Segreteria della Presidenza del Consiglio comunale
Pubblicato il 22-05-2012 ore 14:21
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