Seduta del 15-02-2012
nr. d'ordine | seduta del | espressione di voto | mozione/i di riferimento |
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odg_135 | 15-02-2012 | approvato tabella votazione |
977 |
Oggetto: NON SI DEVE STRAVOLGERE IL RISULTATO DEI REFERENDUM A DIFESA DELLA GESTIONE PUBBLICA DELL’ACQUA COME BENE COMUNE. Il Senato della Repubblica non stravolga su questo punto il Decreto “Liberalizzazioni” e Il Governo nazionale dia invece piena attuazione all’esito della consultazione referendaria.
Il Consiglio Comunale
di Venezia
premesso che il 12 e 13 giugno scorsi ventisette milioni di cittadine e cittadini hanno espresso il loro voto, a stragrande maggioranza, per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto; e che gli stessi elettori si sono inequivocabilmente espressi, con questo voto, anche per la difesa dell’insieme dei servizi pubblici locali dalle strategie di privatizzazione;
considerato che tale risultato è il frutto di un’ampia e diffusa partecipazione popolare, che si è manifestata in ogni territorio e nel nostro in particolare, dimostrando la grande vitalità democratica di una società civile attiva e in movimento e mettendo in campo il nuovo linguaggio dei beni comuni e della partecipazione democratica come base fondamentale per lo sviluppo di un possibile nuovo modello sociale, capace di rispondere alle drammatiche contraddizioni di una crisi economico-finanziaria, sociale ed ecologica senza precedenti;
visto invece che, di fronte a questa straordinaria esperienza di democrazia, il precedente governo Berlusconi ha risposto con l’inserimento all’interno della cosiddetta Manovra anti-crisi di Ferragosto (art. 4 e 5 del Decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, successivamente convertito) di un attacco diretto all’esito della consultazione referendaria, riproponendo di fatto le stesse norme abrogate che impongono agli Enti Locali la privatizzazione della gestione dei servizi pubblici locali, con la sola esclusione formale del servizio idrico integrato;
visto inoltre che, in occasione della conversione in legge del Decreto governativo sulle cosidette “Liberalizzazioni”, il cui esame è in corso in questi giorni presso il Senato della Repubblica, alcuni Senatori hanno presentato proposte di emendamento che ne stravolgerebbero l’impostazione, imponendo anche un diretto intervento per l’apertura al mercato finanziario privato della gestione dello stesso servizio idrico integrato;
ritenuto che, se tali emendamenti venissero approvati, il provvedimento costituirebbe un inaccettabile stravolgimento del legittimo e incontrovertibile risultato del referendario del 12 e 13 giugno scorsi;
ritenuto inoltre che l’acqua non possa in alcun modo essere considerata “un debito”, ma come previsto dall’art. 2 bis dello Statuto del Comune di Venezia, un bene comune che appartiene a tutte e tutti gli esseri viventi, e a nessuno in maniera esclusiva;
considerato come i beni comuni costituiscano un fondamentale elemento di connessione del legame sociale fra le persone e non possano in alcun modo essere considerati come merci a disposizione dei mercati finanziari e delle loro operazioni di carattere speculativo;
considerato inoltre che un eventuale stravolgimento della lettera e dello spirito dei risultati referendari prospetterebbe una enorme questione che riguarda la democrazia nel nostro Paese, dal momento che nessuna “esigenza” di qualsivoglia mercato può impunemente violare l’esito di una consultazione democratica, garantita dalla Costituzione, nella quale si è espressa senza equivoci la maggioranza assoluta del popolo italiano;
tutto ciò premesso e considerato
CHIEDE alle Senatrici e ai Senatori della Repubblica di non approvare quelle proposte di emendamento al Decreto “Liberalizzazioni”, che prevederebbero la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato;
CHIEDE, anzi, al Governo nazionale di avviare immediatamente un confronto con gli Enti Locali (e i Comuni in particolare), mancato con il precedente Governo, finalizzato alla riscrittura degli artt. 4 e 5 del Decreto legge 13 agosto 2011 n. 138, successivamente convertito e all’adozione di tutte le misure di carattere normativo indispensabili a dare completa attuazione ai risultati della consultazione referendaria, coerentemente con la volontà espressa dalla maggioranza assoluta del popolo italiano;
CHIEDE ai Parlamentari veneziani e alle forze politiche rappresentate in Parlamento - a partire da quelle che hanno dato l’indicazione maggioritaria per il “Sì” al voto referendario -, alle forze sociali e sindacali di prendere immediata posizione per il rispetto del voto democratico del popolo italiano.
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