Seduta del 07-11-2005
nr. d'ordine | seduta del | espressione di voto | mozione/i di riferimento |
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odg_13 | 07-11-2005 | approvato tabella votazione |
145 |
Oggetto: Fermare la proposta di direttiva europea relativa ai servizi nel mercato interno (direttiva Bolkestein).
Il Consiglio Comunale
PREMESSO
Che il 13 gennaio 2004 è stata approvata dalla commissione della Comunità Europea
una proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio Europeo relativa ai servizi
nel mercato interno (direttiva Bolkestein);
Che il Parlamento europeo si accinge a discutere la direttiva Bolkestein nella sessione plenaria del 24-27 ottobre prossimi a Strasburgo;
Che l'approvazione di tale direttiva potrebbe delineare su scala europea una generale linea di
privatizzazione di ogni tipologia di servizio, compresi la sanità e l'istruzione, mettendo a repentaglio il modello sociale europeo, che distingue tra i servizi orientati verso l'interesse pubblico generale e quelli che invece possono essere ragionevolmente commercializzati;
CONSIDERATO
Che tale direttiva, annunciata come provvedimento teso a "diminuire la burocrazia e
ridurre i vincoli alla competitività dei servizi per il mercato interno", è stata elaborata
a seguito della consultazione di oltre 10.000 aziende, ma senza sentire i sindacati e/o le organizzazioni della società civile;
Che tale direttiva vuole imporre ai 25 stati membri dell'Unione europea le regole della concorrenza commerciale senza alcun limite in tutte le attività di servizio, dove per servizio si intende (articolo 4) "ogni attività economica che si occupa della fornitura di una prestazione oggetto di contropartita economica", con la conseguenza che l'approvazione di tale direttiva comporterebbe la privatizzazione di tutti i servizi pubblici;
RILEVATO
Che il cuore di tale direttiva risiede nel "principio del paese d'origine" (l'articolo 16),
secondo il quale un fornitore di servizi è sottoposto unicamente alla legge del paese
in cui ha sede l'impresa e non a quella del paese dove fornisce il servizio;
Che, secondo tale articolo, un'impresa ubicata in un paese con bassi livelli salariali e minori tutele contrattuali di quelli vigenti in Italia potrebbe concorrere alle gare nel nostro paese per gestire un qualunque servizio pubblico e, in caso di aggiudicazione, potrebbe applicare ai lavoratori che presterebbero la loro opera in Italia le condizioni contrattuali e salariali relative al paese d'origine dell'impresa (esempio Polonia, Slovenia);
Che se questa direttiva diventasse operante si creerebbero le condizioni di un gigantesco caporalato europeo legalizzato, che aggraverebbe la già pesante condizione del lavoro precario nel nostro paese, stante la possibilità delle imprese di stabilire la loro residenza legale nei paesi dove diritti e salari dei lavoratori sono più bassi;
RICORDATO
Che le iniziative avviate per sensibilizzare l'opinione pubblica sugli effetti della direttiva Bolkestein hanno dimensione europea e trovano anche nella nostra Città ampia adesione;
Che numerose organizzazioni sindacali, italiane e europee, hanno aderito a tale campagna, perché “la gravità della direttiva è che essa scardina i principi di solidarietà ed eguaglianza, di estensione dei diritti sociali e del lavoro, che dovrebbero essere alla base dell'Unione europea e che sono fondamentali per molte costituzioni, compresa quella della Repubblica italiana;
Che numerosi enti locali (Regioni, Province, Comuni), per manifestare la loro preoccupazione in merito agli effetti negativi che la direttiva Bolkestein introdurrebbe nella gestione dei servizi locali, hanno approvato risoluzioni a difesa dei diritti sociali e del lavoro, dei beni comuni e i servizi pubblici;
RILEVATO INFINE
Che l'approvazione di tale direttiva comporterebbe l'apertura alla concorrenza e alla privatizzazione di quasi tutti i servizi e alla destrutturazione del mondo del lavoro, annullando completamente la possibilità di intervento da parte degli Enti Locali e delle Organizzazioni Sindacali;
IL CONSIGLIO COMUNALE
IMPEGNA IL SINDACO
· affinché chieda ai parlamentari, europei e nazionali, eletti a Venezia di operare fattivamente per il ritiro della direttiva Bolkestein;
· affinché proponga all'ANCI di farsi promotore verso tutti i Comuni italiani di analoghe prese di posizione, al fine di chiedere un ampio dibattito parlamentare e un ampio livello di informazione nel Paese;
IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
· a promuovere, sentita la Conferenza dei Capigruppo, una appropriata campagna di informazione e sensibilizzazione della Cittadinanza del Comune di Venezia sulla direttiva Bolkestein e i suoi effetti sul sistema dei servizi pubblici locali.
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