da Assessore Pierantonio Belcaro
Venezia, 2 luglio 2008
n p.g. ........
Al Consigliere comunale Alfonso Saetta
e per conoscenza
Al Presidente del Consiglio comunale
Al Presidente della X Commissione
Al Capo di Gabinetto del Sindaco
Al Vicesegretario Generale
Oggetto: risposta all'interpellanza nr. d'ordine 1390 (Nr. di protocollo 56) inviata il 04-06-2008 con oggetto: IN LAGUNA SONO TORNATE LE ALGHE ALIENE.
In riferimento all’interpellanza n. 1390 del Consigliere Alfonso Saetta si specifica quanto segue:
1. Relativamente al O.d.G. approvato il 26 giugno 2007 in cui la Giunta si impegnava a valutare la situazione della proliferazione algale e a trovare una soluzione idonea per il problema delle alghe in laguna si informa che sono stati condotti studi approfonditi circa le modalità di riproduzione, sulle tipologie ed eventuali sistemi di eradicazione di queste alghe – specificando che la competenza del Comune riguarda i canali interni.
Negli ultimi 10-20 anni sono state rinvenute nella Laguna di Venezia numerose nuove specie macroalgali di cui, circa una ventina, sono da considerarsi non-indigenous species. Le attività collegate all’acquacoltura e il traffico marittimo sono i principali responsabili dell’introduzione delle alloctone in Laguna di Venezia. Alcune di queste specie (Undaria pinnatifida, Sargassum muticum, Antithamnion nipponicum, Polysiphonia morrowii) si sono rapidamente diffuse nella Laguna, divenendo spesso rilevanti per copertura e biomassa. Per le loro dimensioni elevate, alcune specie hanno rimpiazzato quelle native, riducendo in alcuni casi anche la biodiversità complessiva dei substrati.
Le due macroalghe, Undaria pinnatifida e Sargassum muticum, originarie dei mari orientali della Cina, Giappone e Corea, a partire dai primi anni ’90 hanno gradualmente colonizzato gran parte dei substrati duri, divenendo specie dominati, lungo i litorali lagunari e le isole della Laguna per copertura e biomassa.
Dagli ultimi controlli eseguiti nel giugno 2008 i talli laminari dell’alga bruna Undari pinnatifida, lunghi mediamente 1-1,5 m, colonizzano i substrati verticali delle rive che delimitano i canali delle isole della Laguna centrale (Venezia, Murano, S. Giorgio Maggiore, la Giudecca, S. Michele, S. Giorgio in Alga, Tronchetto) formando cinture continue, comprese tra il livello medio mare e 1 m di profondità, per una lunghezza complessiva che, solo a Venezia, è di oltre 25 km. Le biomassa massime sono state raggiunte in aprile-maggio con valori massimi dell’ordine di 8-10 kg/m2 nei siti dove massimo è il loro sviluppo (la Giudecca, Bacino di S. Marco). L’alga per quanto visto nel 2008 presenta una colonizzazione stabile non essendo stati segnalati nuovi siti nella città o in altre isole limitrofe.
I talli filamentosi dell’alga bruna Sargassum muticum, della lunghezza di 1,5-6,0 m, dopo un’iniziale e rapida diffusione nei primi anni 90’ sui substrati duri della Laguna sud (Chioggia e litorale lagunare di Pellestrina), hanno impiegato circa un decennio per colonizzare anche i substrati della Laguna centrale e delle sue isole. Negli ultimi 2-3 anni la fase colonizzativi di Sargassum è stata molto veloce insediandosi da prima in modo puntiforme e poi in modo continuo lungo molte rive delle isole della Laguna centrale, dove i margini digradano con pietre e massi per alcuni metri sino al canale.
2. Relativamente agli accordi intercorsi con altri enti si fa presente che a fine 2007 il Magistrato alle Acque ha dato mandato al Consorzio Venezia Nuova per l’effettuazione di uno studio di fattibilità ed una valutazione di efficacia per gli interventi di asportazione selettiva di tali alghe. Il Comune di Venezia competente nei canali interni della laguna invece sta studiando il fenomeno da parecchi anni ma al momento non si è ancora arrivati ad una soluzione efficace e definitiva.
3. Interventi di eradicazione appaiono al momento complessi, per le particolarità del sito “Venezia” e per la tipologia dei substrati. Un intervento di eradicazione manuale sperimentale relativo ad Undaria presso l’Isola della Giudecca ha evidenziato tempi di recupero molto rapidi da parte dell’alga che nell’anno successivo aveva quasi completamente ripristinato le coperture originarie. Le due alghe dispongono di sistemi di riproduzione molto efficaci e nella fase fertile liberano nell’acqua milioni di zoospore che si disperdono nella laguna con le maree.
L’eventualità di interventi di asportazione selettiva delle biomasse algali dai fondali lagunari o dal pelo libero dell’acqua implica l’alquanto delicata decisione del loro riutilizzo.
Oggi infatti non è più possibile un riuso in agricoltura delle biomasse algali; pertanto eventuali costi di smaltimento in discarica del materiale vegetale raccolto appaiono altissimi e da eseguirsi in condizioni di assoluta emergenza.
Nessun privato ha dimostrato interesse ad una eventuale commericializzazione di prodotti algali o alimentari a base di alghe. I mercati europeo e asiatico rivelano, nonostante la globalizzazione ancora notevoli differenziazioni di preferenza dei prodotti.
Assessore Pierantonio Belcaro
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