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Rifondazione Comunista - Sinistra Europea - Il punto di vista di Sebastiano Bonzio

Logo Parco di via Pio X: Rifondazione Comunista si è battuta contro la logica della svendita dei beni comuni, accanto ai cittadini ed alle associazioni realmente ambientalisti.

 

La delibera di acquisizione bonaria dell’area interessata dal PIRUEA per la liberazione della Torre Civica di Mestre costituisce un palese esempio di miopia istituzionale in quanto, per attuare un pur condivisibile piano di riqualificazione urbana, distrugge un’area verde poco lontana per altro con notevole spreco di denari pubblici: il parco di via Pio X verrà eliminato per lasciar spazio alla costruzione di una palazzina di cemento di sei piani, un gentile omaggio che la Giunta Cacciari ha concesso come titolo di risarcimento alla ditta Guaraldo, proprietaria di uno degli immobili da cui deve essere “liberata” la Torre. È una logica che sa produrre riqualificazione solo in cambio di nuovo consumo di territorio ed ulteriore sperpero di risorse comuni. Contro questa “logica” si sono schierati migliaia di cittadini e decine di associazioni che incarnano i veri valori dell’ambientalismo: quelle persone che, anche per il Centro Storico di Mestre (perché le grandi scommesse, vinte anche da Rifondazione Comunista, del Parco di S. Giuliano e del Bosco di Mestre non possono essere considerate delle alternative logiche ad aree non cementificate come quella di via Pio X o dello Stadio Baracca), vorrebbero la realizzazione di nuove aree verdi senza doverle barattare con la distruzione di altre da destinare alla cementificazione, coloro che ritengono che il bene comune rappresenti una priorità, alla quale le pretese dei privati devono essere subordinate. Con questi e per questi cittadini, con i loro valori, che ritengo essere opposti a quelli incarnati dai partiti di centrodestra, il Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha affrontato il dibattito consiliare ed ha adottato, tecnicamente assieme ad altri gruppi di minoranza, un atteggiamento ostruzionistico per impedire l'approvazione della delibera di liquidazione della Tessar. Un diritto politico riconosciuto, che il Gruppo Consiliare di Rifondazione Comunista – Sinistra Europea ha esercitato con coerenza e determinazione, sempre nel rispetto dell’Aula consiliare e del suo valore simbolico, presentando emendamenti non strettamente pretestuosi o cavillosi. Il risultato che ne è conseguito è stato la non approvazione della delibera per tre sedute consecutive e la possibilità di far risaltare le tante contraddizioni insite nell’operazione del cosiddetto PIRUEA Cel-Ana: una dimostrazione che le minoranze hanno la possibilità di ostacolare il varo di un provvedimento ingiusto. Proprio per questo la maggioranza che il Sindaco ha a disposizione, che come noto è bulgara, su invito dello stesso primo cittadino, contro la volontà dei cittadini e con il sostegno di certo ambientalismo – ieri sostenitore della necessità di città nuove, oggi fidato e fiero scudiero del mercimonio dei beni comuni – ha posto in maniera arbitraria ed immotivata la fiducia (fatto che ritengo indebolisca ulteriormente sul piano amministrativo un’operazione già fragile) sulla delibera, illudendosi così di ridurre al silenzio l’opposizione cittadina e politica che autenticamente ha perseguito, persegue e perseguirà un progetto di rinnovamento cittadino. Il Sindaco e la maggioranza, Partito Democratico in testa, con questa scelta, oltre che dimostrare la loro debolezza sul piano istituzionale, testardamente perseguono in una politica suicida, la stessa che ha segnato le sconfitte in Abruzzo e in Sardegna, che sacrifica il bene comune agli interessi del mercato e speculativi (continuando pervicacemente nelle stesse logiche che hanno costretto Soru alle dimissioni) e lo fa in maniera ottusa, senza prendere in considerazione quelle aree o quegli immobili (come l’edificio ex Carive) che potrebbero utilmente essere proposte dall’Amministrazione comunale ai privati, anche a fronte delle palesi difficoltà di procedibilità nella realizzazione del P.I.R.U.E.A Cel-ana, come compensazione alternativa all’area del parco di via Pio X, così da salvaguardare il diritto al risarcimento dei privati senza ledere quello dei cittadini, preservando le aree verdi che si trovano in centro a Mestre e restituendo alla Città la Torre Civica di Mestre nel suo originario splendore. Su questi presupposti e su queste proposte si è basata la battaglia di Rifondazione Comunista in Consiglio Comunale, nella convinzione che la sinistra non è tale se non sa ascoltare i cittadini e che tra le istanze di questi e il sostegno politico a maggioranze di centrosinistra (democratiche e progressiste, o presunte tali) si debbano scegliere, senza esitazioni, le prime.
 
 
Pubblicato il 18-02-2009 ore 15:52
Ultima modifica 18-02-2009 ore 15:52
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